Fiamme nel bosco

Fiamme nel bosco Un pericolo da prevenire Fiamme nel bosco Un solo recente incendio, sulla Costa Azzurra, ha distrutto più di 23 mila ettari di superficie forestale - Nei nostri Paesi il fuoco non è quasi mai provocato dall'autocombustione, la causa più frequente è l'incuria o la trascuratezza (classico, il mozzicone di sigaretta) - Possibilità del dolo - Come si può attuare una difesa Nell'ultima cronaca del-! l'incendio che ai primi di agosto ha distrutto sulla Costa Azzurra più di 23.000 ettari di bosco, Sandro Volta concludeva che i provvedimenti proposti per prevenire sinistri del genere non avrebbero mai potuto opporsi all'impeto del vento, né impedire a un campeggiatore distratto di buttare un mozzicone di sigaretta in una pineta dove la sic cita può far divampare le fiamme con facilità. Si sono poi avuti gravi incendi di boschi in Liguria, in Cam pania, nel Lazio: per tutti si è parlato di autocombustione, fenomeno che nel nostro ambiente è rarissimo (vedi le Cronache della Scienza del 6 settembre 1962). E' assai più probabile che il fuoco sia appiccato per incuria o sbadataggine; a meno che, secondo l'ipote si non improbabile avanzata da Paolo Monelli sul nostro giornale del 22 agosto, gli incendi, nelle zone più comode e belle, non siano stati provocati apposta da persone interessate a di struggere il bosco per poi lottizzare le aree e, aggiun giamo, da pastori per far pascolo. In proposito, sarà bene ricordare che, per i ter reni vincolati secondo la legge forestale 23 dicembre 1923, n. 3267, il proprietà rio ha l'obbligo di provve dere alla ricostituzione del bosco né può dare al terre no altra destinazione. Mol ti boschi bruciano anche do ve non vi è nessuna probabilità di insediamento residenziale o di altra utilizzazione: l'incuria e la sbadataggine restano le cause della maggior parte degli in cendi dei boschi, circa il 90 % ; mentre il rimanente 10 % comprende gli incen di dolosi' e quelli per cause naturali, tra cui quelli, assai rari, per autocombu stione. La difesa delle foreste dal fuoco richiede senso civico ed educazione in quanti frequentano i boschi; ap propriate misure di preven zione; buona organizzazione della sorveglianza e del pronto intervento. La televisione ci ha mo strato visioni impressionan' ti dell'incendio della Costa Azzurra: sarebbe stato utile un breve commento per ricordare che ciascuno di noi, recandosi nei boschi può involontariamente provocare calamità del genere L'opera di divulgazione, di propaganda, di educazione deve essere assidua e rivol gersi a grandi e piccini e non cessare alle prime piogge: perché non prendere ad esempio l'insistenza della pubblicità commerciale ? '. cartelli che ricordano il pe ricolo di incendio sono diffusi un po' dovunque, ma purtroppo finiscono ignorati. Se riuscissimo non ad eli minare del tutto, cosa im possibile, ma solo a ridurre il numero degli incendi colposi, avremmo già compiuto un buon passo avanti Contro quelli dolosi è as sai difficile difendersi, sia perché vi è una precisa vo lontà, sia perché vengono spesso adottati sistemi nei quali il fuoco cova anche per più giorni e divampa solo quando si leva il vento: i malintenzionati hanno così la possibilità di creare di versi focolai e di eclissarsi con tranquillità. Per ridurre le probabilità d'incendio si devono sgomberare i boschi, lungo tutte le strade che li costeggiano o li attraversano, da foglie, rami, arbusti secchi e dalla bassa macchia. Allo scopo di impedire alle fiamme di propagarsi su ampie superficie, si dividono i boschi in sezioni mediante ampi viali tagliafuoco ohe devono essere tenuti| pabttccdlgdtmldlcpmcttArpidcsbcsvcerSlgnspsvmf puliti da ogni vegetazione, anche erbacea (l'erba secca brucia con estrema facilità), viali utili anche durante l'opera di estinzione perché agevolano l'accesso e consentono di creare linee di difesa. Se la natura del terreno lo consente questi viali vengono periodicamente dissodati, altrimenti si devono tener puliti, tagliando a mano erbe e cespugli o con l'uso di erbicidi. Per impedire alla vegetazione di svilupparsi si sono provate anche coperture con fogli di plastica neri: il mezzo veramente efficace ed economico, che vada bene in tutte le situazioni, ancora non si è trovato. Da qualche tempo, sulle Alpi svizzere, vengono sperimentati serbatoi d'acqua per alimentare le pompe o irrigare all'occorrenza fasce di bosco che arrestano il cammino del fuoco. Questo, spinto dal vento, può fare balzi in avanti anche di una cinquantina di metri: spesso, durante gli incendi, i viali tagliafuoco o le radure comunque esistenti devono essere allargate per arrestare il cammino delle fiamme. Sono assai utili allo scopo le motoseghe e le maneggevoli decespugliatrici azionate da piccoli motori a scoppio. I provvedimenti per la prevenzione degli incendi sono indispensabili nei giovani rimboschimenti, irrimediabilmente distrutti dal fuoco, a differenza delle piante adulte che spesso so- pravvivono alle ustioni e si riprendono. La sorveglianza deve es- sere assidua, particolarmente nei periodi siccitosi: è abbastanza facile in montagna e collina dove si possono trovare punti elevati che consentono di dominare vasti territori, mentre in pianura sono necessarie torri di osservazione che si elevino sopra le cime degli alberi, come quelle costruite dall'Amministrazione forestale nella foresta demaniale del Circeo. Gli osservatori devono disporre di mezzi di comunicazione per segnalare ogni più piccolo focolaio a coloro che devono intervenire per l'estinzione. Quanto più sollecito è l'intervento, tanto maggiori sono le probabilità di dominare il fuoco. Se i boschi sono accessi bili ai mezzi meccanici si possono usare pompe (se c'è l'acqua), estintori, ap posite scavatrici che apro no un fosso e gettano la terra dello scavo sulle fiamme, spegnendole. Ma molti nostri boschi sono accessi bili solo a piedi: non resta che isolare il fuoco e spegnerlo battendo sulle fiamme con frasche, badili o apposite scope metalliche Per impedire all'incendio di estendersi, qualche volta si usa il controfuoco, si appicca cioè il fuoco alla parte del bosco che presumibilmente sarà investito dalle fiamme, in modo che queste non trovino più alimen- to: è un sistema da usarsi con grande prudenza da persone esperte, perché se il fuoco sfugge al controllo il rimedio diventa peggiore del male. Angelo Ortis» del Corpo Forestale dello Stato Vigili del fuoco e volontari in lotta contro le fiamme, durante l'incendio divampato nel marzo scorso sul monte Musine, non lontano da Torino (F. Moisio)

Persone citate: Angelo Ortis, Moisio, Paolo Monelli, Sandro Volta

Luoghi citati: Lazio, Liguria, Torino