polveri e veleni nell'aria che tutti respiriamo

polveri e veleni nell'aria che tutti respiriamo Nelle grondi città, occorre provvedere «subito» polveri e veleni nell'aria che tutti respiriamo Caminetti, motori a scoppio, altiforni gettano continuamente nell'atmosfera sostanze volatili dannose: dall'ossido di carbonio al biossido di azoto all'idrogeno solforato - La concentrazione di anidride carbonica nell'aria è aumentata del 5 per cento negli ultimi 50 anni • Composti tossici usati nelle industrie, acido fluoridrico, aldeide fòrmica, etilene, tutti passano facilmente nell'atmosfera - Le « scorie » atomiche e la radioattività Lo sfrato di aria che circonda la terra ha uno spessore di circa dieci chilometri e un volume in metri cubi pari al numero cinque seguito da diciotto zeri. Uno spazio enorme che è stato sempre utilizzato come il luogo naturale di scarico dei rifiuti gassosi, delle polveri, dei fumi e dei vapori. Ma col tempo, così come è riuscito a contaminare gran parte dell'acqua dei mari a lui più vicini, l'uomo è arrivato a inguinare anche l'aria che respira e di cui non può fare a meno neppure per pochi minuti. Infatti, specie in corrispondenza dei grandi agglomerati urbani, per lo sviluppo sempre crescente delle industrie e della motorizzazione, l'inquinamento dell'aria ha raggiunto un grado tale da diventare una grave minaccia per la salute. Di qui le numerose commissioni, riunioni e indagini istituite e promosse in molti paesi, compreso il nostro, per coordinare programmi di studio sugli effetti dei contaminanti sull'uomo, gli animali e le piante; per accertare i rapporti fra inquinamento atmosferico e incidenza delle malattie polmonari; per ricercare la presenza di agenti cancerogeni nell'aria delle zone urbane industrializzate o di maggior traffico; per individuare i fattori meteorologici che regolano la dispersione delle sostanze inquinanti. I numerosi rapporti presentati fino ad ora indicano che l'allarme non è ingiustificato e che esiste una correlazione diretta fra inquinamento dell'atmosfera e frequenza di molte malattie respiratorie. Le sostanze volatili che si liberano durante i processi di trasformazione di energia, in particolare durante le combustioni delle sostanze organiche, dai caminetti accesi nelle case, ai motori a scoppio dei veicoli, agli altiforni dei complessi industriali, tutte contribuiscono a inquinare l'atmosfera, a sporcare l'aria e renderla irrespirabile. Nel corso dei processi di combustione, oltre all'acqua e all'anidride carbonica, si formano ossido di carbonio, anidride solforosa, ossidi di azoto e altri composti inorganici e organici, alcuni dei quali sono altamente tossici di per sé olà diventano in seguito a reazioni secondarie fra di loro o con altre sostanze. Si calcola che, per effetto delle combustioni causate dall'uomo, la concentrazione della anidride carbonica nell'aria è aumentata del s% negli ultimi 50 anni. Come è noto, l'anidride carbonica è uno dei fattori che regolano la temperatura della superficie terrestre. E' stato anche calcolato che, se il ritmo delle combustioni durasse, invariato come adesso per altri mille anni, il corrispondente aumento della concentrazione di anidride carbonica nell'aria causerebbe un aumento della temperatura da 7 a n gradi centigradi! Ma, se il rischio di avere qui in Europa una temperatura tropicale è ancora di là da venire, il pericolo rappresentato dalla presenza nell'aria di quantità sempre crescenti degli altri gas sopra nominati è assai più grave. Così per l'ossido di carbonio, gas tossioo ohe viene prodotto durante la combustione incompleta delle sostanze carboniose e che nelle zone urbane di traffico infenso ristagna a concentrazioni tali da provocare mal di testa, capogiro e altri sintomi spiacevoli. L'anidride solforosa si forma dallo zolfo sempre presente in quantità variabili nel carbone; essa è già di per sé irritante per l'apparato respiratorio, ma diventa ancora più dannosa quando viene in contatto con l'acqua e forma acido solforoso. Il biossido di azoto è un gas fortemente tossico di colore rosso bruno che si forma quando le combustioni avvengono sotto alte pressioni come per esempio nei cilindri dei motori a scoppio degli autoveicoli. Ad esso si deve la nebbia rossastra ed irritante che riempie le vie cittadine di maggior traffico e che oscura la visibilità nelle vie sotterranee e nei trafori. L'idrogeno solforato è anch'esso un gas tossico. Esso viene prodotto da una gran quantità di procedimenti industriali e si genera principalmente dai prodotti di rifiuto scaricati dalle industrie nelle acque stagnanti. Qui, per azione batterica, i composti solforati sono ridotti a gas solfidrico che, essendo poco solubile nell'acqua, si libera nell'aria e conferisce a questa l'odore di uova marce. A queste sostanze, che possono essere considerate i prodotti inevitabili del metabolismo della civiltà, bisogna aggiungere tutti gli altri composti inorganici e organici che, per essere usati nelle industrie, possono facilmente sfuggire nell'atmosfera e contribuire alla contaminazione di questa. Così, per esempio, l'acido fluoridrico che è facilmente assorbito dalle piante e può facilmente raggiungere concentrazioni tossiohe per le piante stesse e per l'uomo e gli animali che se ne nutrono. Lo stesso si può dire per l'etilene (un'altra sostanza assai tossica per le piante), per l'aldeide formica, Vacroleina. Contribuiscono infine largamente alla contaminazione dell'aria le fuliggini che, vere e proprie sporcizie dell'aria, ricadono dai camini sulle città e sui campi, e le sostanze radioattive prodotte dagli impianti nucleari. Le prime sono formate da piccolissime particelle carbo¬ niose che si attaccano fra di loro in lunghe catene. Queste particelle posseggono per unità di peso una superficie estremamente grande che può assorbire un gran numero di sostanze generate anch'esse durante le combustioni, quali diversi idrocarburi noti o sospetti come agenti cancerogeni. Di qui la possibile incidenza fra contaminazione dell' aria e cancro polmonare. Le sostanze radioattive prodotte dagli impianti nucleari possono anche, se immesse nell'aria, contribuire alla contaminazione di questa. Bisogna riconoscere, tuttavia, che l'accumulo di sostanze radioattive nell'atmosfera non si pone, almeno fino ad ora, tra i fattori di inquinamento più allarmanti. (Naturalmente ci si riferisce qui agli usi pacifici dell'energia nucleare e non al così detto <fall out», derivante dalle esplosioni atomiche). Fra tutte le industrie infatti, le industrie nucleari esercitano il controllo più scrupoloso, dettato e imposto da una rigorosa legislazione. Lo stesso non si può dire purtroppo per le altre cause di contaminazione dell'aria. Mentre infatti gli effetti dannosi delle radiazio¬ ni ionizzanti sono stati oggetto di studio per molti anni ed erano già noti assai prima che sorgesse l'incubo delle cadute radioattive, gli studi sulla natura Oe.i contaminanti chimici, sul loro grado di tossicità, sui loro effetti immediati e tardivi, sul modo come vengono trasportati dalle correnti e come possono essere controllati e neutralizzati, sono cominciati da poco e nessuno può prevedere quanto tempo richiederanno ancora. Sarebbe però un errore attendere che tutti gli aspetti del problema della contaminazione atmosferica siano ben conosciuti per mettere in opera i rimedi necessari. Esistono già diversi rimedi per ridurre, se non eliminare, la contaminazione atmosferica senza alcun pregiudizio per la vita delle industrie o lo sviluppo della motorizzazione. Occorre naturalmente vincere molte resistenze di natura economica e tradizionale. Ma è necessario introdurre e imporre questi rimedi fin da adesso, anche se il successo sarà parziale e limitato alle conoscenze di cui disponiamo attualmente. F. Ghiretti dell'Università di Sassari

Persone citate: Ghiretti

Luoghi citati: Europa