Stornelli e «ballate» del folklore regionale

Stornelli e «ballate» del folklore regionale A Torino il festival del canto popolare Stornelli e «ballate» del folklore regionale Un'anziana signora di Asti ha eseguito le canzoni che ricorda dall'infanzia - Accanto a nomi sconosciuti, alcuni cantautori di fama Per comprendere il carattere particolare, e del tutto insolito, dello spettacolo di ieri sera all'Alfieri, basti dire che ha chiuso la prima parte una anziana signora di Asti, Teresa Viarengo, che a 76 anni ricorda a memoria centinaia di canti popolari piemontesi sia nel testo — talvolta assai lungo e non facile — sia nella melodia. E li esegue con voce incolta, ma ancora ferma e intonata, così come li ha appresi dalla madre e li ha sempre cantati sfaccendando per casa. La signora astigiana costituisce, oltre che una preziosa e finora unica fonte per i ricercatori, un caso limite di questo primo Folk Festival (dove folk vale folclore ma gli organizzatori hanno avuto, e giustamente, il timore di una parola troppo logora e sfruttata) che gli studenti torinesi, in collaborazione con il Comune e il Teatro Stabile, hanno allestito all'insegna del canto popolare e della nuova canzone. In verità, il panorama offerto nella prima giornata (il festival prosegue stasera e si conclude domani con una kermesse all'aperto a Venaria) è stato assai ampio e, anche se i nomi famosi sono stati me no di quelli che il pubblico si aspettava, il successo non è mancato: il teatro era grem to, specialmente di giovani e di giovanissimi, e tutti hanno avuto la loro parte di applausi. Abbiamo detto che il panorama era assai vasto: si andava infatti dai cantanti ve¬ ramente popolari, come la signora Viarengo e l'ex mondina di Reggio Emilia, Giovanna Dafflni, che ha eseguito i canti delle risaie, ai cantanti che per così dire ricalcano, dopo averli raccolti dalla viva voce del popolo, i canti folcloristici come la giovane toscana Caterina Bueno che, accompagnandosi alla chitarra, ha presentato rispetti, stornelli e lamenti (il contadino, l'anarchico incarcerato) della sua regione. O ancora come i quattro cantori del gruppo dì Piadena che ricercano ed eseguono canzoni sociali del Cremonese. Con costoro si sono presentati sia quei cantanti legati ad un'ideologia abbastanza precisa, sia i cantautori che, in diversa misura, hanno contribuito a liberare la canzone dalla schiavitù sanremese. Tra gli «impegnati», hanno fatto spicco: per la sua violenza protestataria il veneziano Gualtiero Bertelli; per la sua vena ironica e satirica Otello Profazio; per la sua forza poetica, sostenuta dalle liriche di Buttitta anch'egli presente, il siciliano Busacca. Infine, i cantautori. Tra questi possiamo forse annoverare il torinese Roberto Balocco anche se le « canzoni della piola» non sono tutte sue, e certamente il milanese, d'origine meridionale. Enzo Jannacci che ha aperto la seconda parte del programma. E, naturalmente, è stato subissato di applausi come, imparzialmente, tutti gli altri esecutori. a. bl.

Persone citate: Busacca, Buttitta, Caterina Bueno, Enzo Jannacci, Giovanna Dafflni, Gualtiero Bertelli, Otello Profazio, Roberto Balocco, Teresa Viarengo, Viarengo

Luoghi citati: Asti, Reggio Emilia, Torino, Venaria