Un esponente della mafia si è costituito in Sicilia

Un esponente della mafia si è costituito in Sicilia Un esponente della mafia si è costituito in Sicilia E' Antonino Streva, di 52 anni, l'aiutante del bandito Liggio La polizia lo ricercava dà un anno per associazione a delinquere (Dal nostro corrispondente) Palermo, 2 settembre. « Sono Streva, voglio parlare con un funzionario ». Così ha detto ieri sera al piantone di servizio al portone della Questura di Palermo uno dei capi mafia di Corleone, Antonino Streva di 52 anni, indicato dai rapporti della polizia e della magistratura come « l'aiutante del bandito Luciano Llggio ». Lo Streva era latitante da un anno perché colpito da mandato di cattura per associazione per delinquere emesso dal dottor Cesare Terranova che ha curato l'istruttoria a carico dei 54 corleonesi indicati come responsabili dei crimini mafiosi avvenuti da 10 anni a questa parte. La personalità del ricercato è delineata nella sentenza istruttoria che lo definisce «uno degli esponenti più in vista della mafia di Corleone. Durante l'occupazione alleata della Sicilia, nel clima di disordine e di prepotenza che ne seguì ed in cui la mafia riorganizzò le proprie file arricchendosi di nuovi proseliti, Antonino Streva, all'epoca povero ma giovane e dinamico, per farsi largo e per allontanare da sé la miseria, entrò a far parte della delinquenza organizzata che si avvaleva allora, in Corleone, della regìa del famigerato Calogero Lo Bue, poi assassinato ». Col passar del tempo lo Streva riusci a f; «! largo in seno alia «Co?ca» cui apparteneva e da contadino divenne « campiere t di molti appezzamenti di terreno; da mezzadro e «sovrastante » diventò padrone di fondi e di poderi tolti con la minaccia e la prepotenza ai legittimi proprietari. Passato il comando della «Cosca» al dott. Michele Navarra, lo Streva si avvicinò» al nuovo capo dandogli prova di devozione. Così conobbe « l'allora astro nascente della delinquenza organizzata, Luciano Liggio, e ne divenne amico». Sempre secondo la sentenza istruttoria, lo Streva — godendo di un forte ascendente su tutti i componenti della «Cosca» — ne guidò I movimenti, € favorendo i ricercati Giuseppe Ruffino, Calogero Bagarella e Bernardo Provenzano a trovare nascondigli, anche nei terreni di sua proprietà o da lui amministrati in contrada " Murana" di proprietà del barone Antonio Valenti di Corleone ». Dopo un primo interrogatorio da parte del vice questore Mangano — il funzionario che catturò Llggio — lo Streva è stato condotto alle carceri dell'Ucciardone, a disposizione dell'autorità giudiziaria. Stamane il commissario di P. S. di Corleone, dott. Valentin!, ha rimesso all'autorità giu- diziaria il rapporto con cui denuncia altri tre mafiosi corleonesi: Luciano Raia di 44 anni, Giovanni Ridulfo di 38 e Emanuele Gariffo di 63, che imponevano i «pizzi» — che in gergo mafioso equivalgono a taglieggiamenti — sui contadini della zona al fine di ottenere denaro per aiutare coloro che sono già nelle carceri dell'Ucciardone. In pratica, chi coltivava grano in Val di Vicari veniva costretto, con le buone o con le cattive, a versare cinque chili di frumento ogni mezzo quintale di grano raccolto. f. d. Antonino Streva a Palermo dopo l'arresto (Tel. A.P.)

Luoghi citati: Corleone, Palermo, Sicilia