Papandreu chiede nuove elezioni il re rifiuta; grave tensione ad Atene di Alberto Ronchey

Papandreu chiede nuove elezioni il re rifiuta; grave tensione ad Atene Senza risultati il seeomdo Consiglio delia Coruna Papandreu chiede nuove elezioni il re rifiuta; grave tensione ad Atene La Corte punta sulla stanchezza del Parlamento per tentare un altro governo - L'incarico sarebbe affidato a Steianopulos - Comizi di protesta nella capitale, scioperi e dimostrazioni - Il principe Pietro (cugino del sovrano) dichiara: «E' meglio che ceda il re, piuttosto che la nazione» (Dal nostro inviato speciale) Atene, 2 settembre. H Consiglio della Corona s'è concluso stanotte senza risultato. Papandreu ha chiesto ancora le elezioni, il re le ha rifiutate. La Corte punta sulla stanchezza della Camera per tentare un quarto governo, che questa volta verrebbe affidato a Stefanopulos con Markezinis vice-presidente, sperando in una nuova scissione dell'Unione di Centro: basterebbero dieci voti in più per riottenere la maggioranza di centro-destra già ricercata invano da quarantotto giorni. Ma non si vede quale gruppo dell'Unione di Centro potrebbe ancora staccarsi da Papandreu. La corrente più incerta era fino a pochi giorni fa quella rappresentata da Papapolitis e dal giornale Athinaiki, e tuttavia proprio oggi VAthinaiki scrive: «La Corte e la destra preparano un nuovo colpo di mano antipopolare e anti-parlamentare». Stasera si sono svolti in Atene nuovi comizi contro la Corte; i sindacati degli elettrici e dei tipografi sono scesi in sciopero protestando contro le «deviazioni dall'ordine costituzionale ». La crisi è più profonda oggi che un mese e mezzo fa; si prolungherà ancora per settimane e forse per mesi. Da Parigi, il principe Pietro ha dichiarato alla stampa greca: « In caso di conflitto, è preferibile che ceda il re, anziché ceda la Nazione. Allontanandosi dalla Costituzione si va al fascismo o al comunismo ». I venizelisti del giornale To Vima hanno rivolto oggi alla Corte l'attacco più violento dal 15 luglio. Osservando che i leaders parlamentari sono stati chiamati al Consiglio della Corona per « render conto » della mancata soluzione d'una crisi provocata dal Palazzo, il giornale definisce letteralmente « miserevole » il discorso letto ieri dal re e ne imputa la colpa ai suoi assistenti. Un re costituzionale, secondo i liberali di To Vima, non può destituire il premier, sciogliere il partito di maggioranza affidando incarichi di governo ai suoi leaders minori, fallire tuttavia per tre volte dinanzi alla Camera, negare il reincarico a Papandreu, rifiutare le elezioni immediate, rifiutare le elezioni a medio termine, e chiedere poi che la classe politica risolva una simile crisi, deplorando di fronte al paese l'instabilità parlamentare. Tuttavia la Corte appare indifferente alle critiche interne, mentre manifesta qualche segno di crescente malessere per i giudizi che la stampa occidentale dedica agli eventi greci, in forma più o meno esplicita. « Re Costantino — si legge in un editoriale del New York Times — pensava evidentemente che avrebbe po tuto sbriciolare la piattaforma di Papandreu nell'U nione di Centro, ma un nucleo duro di lS.'f deputati su 170 è rimasto con l'ex. premier ». Un editoriale del Monde, molto commentato in Atene, s'è spinto anche oltre la constatazione degli errori di calcolo : « Ci ai può domandare se re Costanti no, male informato o mal consigliato, non operi con tro il proprio interesse. La monarchia, nel passato, s'è troppo identificata con la destra per non subire il con traccolpo d'una simile condotta. Re Costantino ha urtato frontalmente non solo la dignità dei suoi avversari del centro e della sini atra, ma anche una parte delle moltitudini conservatrici affezionate ai valori democratici ». Per molti segni, è già in atto una dinamica repub blicana. Si denuncia ogni giorno che vi è troppa po litica, troppo lobby, troppo busineas intorno alla reggia di Atene. S'è riaperta perfino la disputa storica sulle tradizióni dinastiche. Se le monarchie nord-europee so no di gran lunga diverse, perché costituiscono il frut to d'una lunga evoluzione dialettica, il regno fu im stdddlportato e montato in Gre- cia « come una casa prefab- bricata ». La Grecia s'era liberata da se stessa nella lotta contro i turchi, quando vi giunsero prima la Casa di Baviera e poi quella della Glucksburg. Tutti i grandi leaders del liberalismo ellenico si trovarono prima o poi in conflitto con la Corona. Il primo re Costantino, cognato del Kaiser, destituì due volte Eleuterio Venizelos, vincitore delle elezioni, precisamente come a luglio di quest'anno è stato destituito Papandreu. Tutto questo è accaduto in un paese nazionalista a causa della passata schiavitù, che adotta la sen¬ tenza : « Preridi la scarpa del tuo Paese, anche se è rotta ». Papandreu, il leader che resiste alla Corte, esercita uno charme per il fatto stesso di resistere. Non è un De Gaulle, né un Naghib o un Nasser, ma un vecchio moderato di stampo europeo, che al governo fu persino troppo duttile; e tuttavia è divenuto ostinato e irriducibile su una questione di principio. E' un leader al quale si riconosce cultura, eloquenza epigrammatica, capacità di descrivere una situazione in quattro parole. Egli appare un grand seigneur, che tut¬ tavia vive modestamente, come un avvocato di provincia ; un personaggio massiccio, ma incapace di ambire ad essere più che « un uomo del Parlamento ». Le nuove generazioni, come testimoniano i moti studenteschi, non. dimenticano che Papandreu ha riformato la scuola, concedendo istruzione gratuita e borse di studio. La sinistra non dimentica che seppe sconfiggere Karamanlis ponendo termine alla « lunga notte dell'Ere ». Nell'ultimo suo discorso contro il regime autoritario, due anni fa, citò Pericle rivolgendosi ai greci : « Per essere felici bisogna essere liberi, e per essere liberi bisogna essere coraggiosi ». Ora la sua battaglia con la reggia, vista dalla Grecia, ha un senso preciso. Non è un duello ingeneroso con un re di 25 anni, esperto nel yachting assai più che nella politica parlamentare, né vuole condurre ad un cesarismo; mantpdLicmcdnlpotrà suscitare quell'evolti zione dialettica della monarchia che è mancata finora, oppure porterà alla repubblica, se il re non saprà porsi al di sopra delle parti. Alberto Ronchey ndapJatnl

Luoghi citati: Atene, Grecia, Parigi