Il breve amore d'un soldato francese nella tragica ritirata di Dunkerque

Il breve amore d'un soldato francese nella tragica ritirata di Dunkerque S «J SCHERMO Il breve amore d'un soldato francese nella tragica ritirata di Dunkerque «La donna che non sapeva amare»: inesatta biografia di Jean Harlow - «Accadde un'estate»: due bimbi riportano a casa la madre fuggita con un musicista - «Un dollaro bucato»: western italo-francese (Vittoria) — Non è soltanto la ritirata di Dunkerque vista con gli occhi dei soldati francesi che Henri Verneuil, sulla traccia di un romanzo di Robert Merle, descrive in Weekend a Zuydcoote, ma l'insensata crudeltà dì una carneficina cne coinvolse, con gli in- Blesi che ancora si battevano per la patria e per la libertà, degli sbandati che, almeno in quel momento, avevano perdute l'una e l'altra. A costoro appartiene un sottufficiale, Juien Maillat, uno dei pochi ad avere una coscienza e un proposito: imbarcarsi per riprendere la battaglia oltre la Manica. E sembra anche riuscirvi, ma la nave che lo ha raccolto è bombardata, Incendiata, colata a picco. A stento, Julien riguadagna a spiaggia di Zuydcoote, continuamente sconvolta dalle incursioni degli aerei tedeschi, e sulla quale ritrova alcuni amici: 11 cappellano, con cui discute di Dio; un piccolo borghese che sogna soltanto di ritornare accanto alla moglie; un traffichino in cui già si intravede un futuro borsanerista e, forse, collaborazionista; un contadino che si tiene stretto al suo mitragliatore con il quale abbatterà due spie tedesche travestite da monache. Questi ed altri sono tanti episodi che, se diluiscono o frantumano la vicenda, le danno però un senso e una sostanza. Ma non quello principale, che è anche il più debole e immotivato: il breve incontro di Julien con una strana ragazza che egli strappa alla violenza di due bruti. E tuttavia la vicenda d'amore acquisterà, alla fine, un suo significato con l'assurda morte di Julien sulla spiaggia ormai deserta. Ristretto a un sabato e a una domenica del giugno 1940 e nella devastata cittadina di Zuydcoote, il film, ora commosso ora soltanto abile, prende respiro nelle imponenti e impressionanti scene di massa (i bombardamenti, l'affondamento della nave, gli eserciti sulla spiaggia). Verneuil, pur confermandosi un regista commerciale, ne ha cavato uno spettacolo dignitoso e vigoroso che la fotografia a colori di Decae, la musica di Jarre, i dialoghi dello stesso Merle contribuiscono ad arricchire. Catherine Spaak, anche per colpa del suo evanescente personaggio, è poco più di un'apparizione, ma Jean-Paul Belmondo sostiene con eccellente grinta quasi tutto il peso del film. * * (Ambrosio) — Con il titolo italiano La donna che non sapeva amare, il produttore Joseph E. Levine presenta un film che nell'etichetta ne ricorda puntualmente un altro, pure suo: L'uomo che non sapeva amare. L'affinità è dovuta, oltreché ad evidenti ragioni commerciali, al fatto che in entrambe le pellicole Carroll Baker è chiamata da Levine ad interpretare la figura di Jean Harlow: nel film odierno con il nome e cognome esatti, nell'altro sotto le mentite spoglie di Rina Marlowe. Va tuttavia detto che se nell'originale La donna ecc. s'intitolava proprio « Harlow », ciò non significa che il film sia un'esatta biografia cine matografica della famosa «platinum blonde», morta a 26 an ni, per una nefrite fulminan te, il 7 giugno 1937. Dicono le didascalie iniziali che la vicenda di questa «Harlow» risulta derivata da un best-seller di Irving Shulman che, attraverso rivelazioni esplosive, si è proposto di riaprire, col proposito di metter ne a nudo la vita e gli amori il dossier della star morta ventotto anni fa. Tra il libro e la iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii minili! pellicola, tutt'altro che «esplosiva », crediamo però vi siano differenze sostanziali, la seconda, infatti, risulta più che altro una accurata e dispendiosa produzione commerciale, dove una splendida creatura bionda con ambizioni divistiche fa la sua carriera dalla gavetta alia gloria e alla repentina morte. Un film perciò di effetto, che Gordon Douglas ha diretto con buon mestiere sulla base di collaudati schemi narrativi (le «scene madri» care alle platee non difettano), ma dove della vita vera di Jean Harlow ci sembra non ci sia molto di più di quanto era assolutamente necessario perché si potesse sfoggiare quell'indimenticabile nome sui cartelloni. Tanto è vero che a parte la Harlow stessa, il suo secondo marito suicida (Paul Bern), il patrigno Bello, il pubZicitj/-man Landau e la madre, gli altri personaggi hanno tutti nomi posticci, cosi come fittizi sono i titoli dei film e le generalità dei partners con i quali si finge che la Harlow abbia lavorato nei medesimi. Notato questo brevemente, è giusto per il resto riconoscere le efficaci qualità spettacolari — se non biografiche — della pellicola, la straordinaria trasparenza della sua fotografia in technicolor-panavision dovuta a Joseph Ruttenberg, e la buona resa del principali interpreti: i quali, oltre alla Baker, sono Red Buttons, Martin Balsam, Angela Lansbury, Peter Lawford e Raf Vallone. * * (Doria) — Da un romanzo di Rumer Godden, Accadde un'estate (« The battle of the Villa Fiorita ») narra la guerra privata di due fratelli — un ragazzo e una bimba — che dall'Inghilterra piombano sul Garda a riprendersi la madre che aveva divorziato per un musicista italiano. E' una guerra vinta in partenza (tanto più che gli inglesini trovano un'alleata nella, figlia del compositore) cosi da rendere abbastanza superflui gli episodi ora umoristici ora patetici — e il finale è addirittura drammatico — che indurranno la pecorella smarrita a ritornare all'ovile. Ma il regista Delmer Daves, specializzatosi in queste produzioni tra il riso e le lacrime che agitano grossi (e finti) problemi, conosce l'arte di commuovere e anche di divertire il pubblico, a una parte del quale il film, con la complicità dì tre piccoli e bravi attori, certamente non dispiacerà. Esso è stato girato a colori e, per gli esterni, in Italia; ed ha come protagonisti una Maureen O'Hara asciugata ma non piegata dagli anni un Rossano Brazzi costretto a ripetere il suo eterno ruolo di amante latino. * * (Ideal) — Riappare nel western (fatto in casa) Vn dollaro bucato l'attore Montgomery Wood, « lanciato » mesi fa da « Una pistola per Ringo » e peraltro già da tempo noto, col nome vero di Giu- liano Gemma, al nostro pubblico, che tra l'altro l'aveva visto accanto a Michèle Mercier in «Angelica alla Corte del Re », dov'era, poverino, ammazzato nella prima parte della storia. Realizzato da una comproduzione italo-francese con la regia d'un non meglio identificato Kelvin Jakson Page, il film odierno, a colori, racconta di un giovane che dopo avere per errore ucciso il fratello, ad altro non anela che di vendicarne la tragica morte. Riesce in questa sua missione dopo molte avventure ambientate nello sconvolto Sud degli anni posteriori alla guerra di secessione. Per la cronaca il « dollaro bucato » è quello che, colpito da un proiettile, ha fatto, in una sparatoria da provvidenziale minuscolo scudo al cuore del nostro eroe, salvandolo. Il film è nella lìnea dei precedenti d'ugual calibro, quindi popolarescamente efficace e con discreti interpreti. vice

Luoghi citati: Dunkerque, Inghilterra, Italia, Michèle