Appello di re Costantino alla Camera «Si trovi una soluzione gradita alla Corte » di Alberto Ronchey

Appello di re Costantino alla Camera «Si trovi una soluzione gradita alla Corte »Il Consiglio dello Corona è durato fino a notte Appello di re Costantino alla Camera «Si trovi una soluzione gradita alla Corte » La riunione ad Atene sotto la protezione della polizia - Il re ha respinto ancora una volta le proposte di nuove elezioni, di un governo d'affari, e di un reincarico a Papandreu - Forse Stefanopulos tenterà di nuovo di formare il ministero (Dal nostro inviato speciale) Atene, 1 settembre. Un berretto frigio è apparso sui muri di Atene ; sul fondo rosso spicca una «D», sigla di « Demokratia », che in lingua greca equivale a repubblica. E' il simbolo di un nuovo giornale, pubblicato per la prima volta oggi, mentre il consiglio della Corona si riuniva sotto la presidenza di re Costantino per affrontare la più grave crisi della monarchia greca dai tempi di Eleuterio Venizelos. Nuovi comizi si svolgevano nelle stesse ore al Pireo e ai propilei dell'Università per chiedere che il re concedesse le elezioni. Il Consiglio della Corona s'è riunito alla reggia di Atene, protetta da numerosi reparti di gendarmi, al le 6,30 del pomeriggio e ha discusso fino a notte tarda. Fra i quindici ex premiers invitati, solo undici erano presenti. Mancava, fra gli altri, sebbene fosse stato invitato, Costantino Kara manlis, che dopo il rove sciamento del suo regime dispotico-amministrativo s'è rifugiato all'estero. Fra leaders dei partiti, è stato escluso all'ultima ora Pas salidis, che avrebbe dovuto rappresentare la sinistra riconosciuta legalmente nel l'Eda. Re Costantino sedeva fra Tsirimocos, primo consiglie re della reggia, come pre mier in carica, e Giorgio Papandreu. Tutti gli altri ospiti avevano preso posto ai due lati d'un lungo tavo 10 rettangolare. Il re ha pre so la parola per primo, prò nunciando un breve discor so, che ha suonato come un ultimatum. Dal testo del documento, diffuso nella sua versione integrale più tardi si ricava la conclusione che 11 re, escludendo in via pre giudiziale e tassativa le eie zioni anticipate rispetto alla scadenza della legislatura parlamentare, ha invitato i convenuti a suggerire una soluzione di suo gradimento. In altri termini ha voluto riversare sui parlamen tari la responsabilità della crisi, chiedere un avallo agli ulteriori tentativi che si accinge a compiere per scin dere l'Unione di centro e formare un altro governo (si parla d'una nuova inve stitura a Stefanopulos) seb bene già per tre volte egli abbia fallito su questa via dopo la destituzione di Pa pandreu. La breve dichiarazione del Re, che ha voluto vincolare la discussione al modo di attuare la sua volontà, è suadente nella forma e tuttavia quasi incredibile nella sostanza: «...Io credo — ha detto — che Vinteresse della nazione, nel ve ro senso di questa parola, imponga ad ogni legislatura del Parlamento di durare quanto prevedono le norme costituzionali... Un appello speciale rivolgo ai "leaders" parlamentari di fronte al popolo, affinché siano all'altezza della situa zione e diano al più presto possibile il governo che il Paese attende ». In pratica rifiuto di concedere le elezioni fino al 15 febbraio 1968, nessun compromesso con Papandreu sulla data delle elezioni. Re Costantino, assistito dagli esperti di Palazzo, de signati ormai collettivamen te in Grecia come la « lobby degli errori », insiste sulla politica dei « no » e chiede che il mondo politico risol va una crisi nata al Palazzo. Dopo aver destituito Pa pandreu con il colpo di for za del 15 luglio, egli ha ri sposto « no » alla rivendicazione del reincarico; ha opposto un altro « no » alla richiesta d'un governo d'affari, che secondo la Costi tuzione poteva amministra re il Paese senza convalida parlamentare promuovendo le elezioni nel termine di quarantacinque giorni; ha opposto ancora un « no» alla richiesta d'un governo d'affari « prolungato » col voto concorde dei maggiori partiti per promuovere le elezioni solo alla fine del l'anno. Dopo che la Corte heam ha spezzato la maggioranza espressa dalle elezioni del '64, dopo i tre « no » e dopo aver fallito dinanzi alla Ca> mera ; per quarantotto gior¬ ni con tre tentativi di governo „ (Novas, Stefanopulos, Tsirimocos), adesso il Re chiede pubblicamente ai « leaders » parlamentari che trovino essi una soluzione, ma nei limiti da lui stabiliti: ossia che eseguano la sua volontà. A questo punto, là scis- sione fra la Reggia e una gran parte del Paese è completa. La dinamica repubblicana già in atto non potrà che ricevere maggior forza. Secondo alcuni circoli vicini alla Corte, il Re si opporrebbe al governo elettorale' d'affari, ancorché « prolungato », per tre ragioni: le elezioni esprimerebbero ima clamorosa protesta antimonarchica, un ministero di ordinaria amministrazione non avrebbe autorità nella controversia di Cipro, non potrebbe essere disciolta l'associazione giovanile Lambrakis (estrema sinistra), che sebbene conti solo cinquantamila iscritti sembra aver assunto agli occhi del Re proporzioni minacciose. La Corte non sembra valutare il rischio, anche peggiore di quello elettorale, che comporta per la monarchia l'intransigenza verso Papandreu e l'offensiva prevista contro l'associazione Lambrakis (mentre già il leader parlamentare dell'Eda, che rappresenta ventidue deputati, viene escluso dal Consiglio della Corona). A notte tarda, quando la discussione del Consiglio è stata sospesa e rinviata a domani, Papandreu era furibondo. Ha riassunto in poche parole il fallimento di ogni compromesso sulla data delle elezioni: «Ho chiesto un governo d'affari — ha detto — e le elezioni in quarantacinque giorni». Egli ha ancora con sé 134 deputati, che con i ventidue dell'Eda costituiscono la maggioranza assoluta della Camera : centocinquantasei su trecento. Alberto Ronchey La regina Anna Maria di Grecia, a destra, a passeggio con la sorella Benedikte di Danimarca, a sinistra, che si è recata a visitarla a Corfù (Tel. Ass. Press)

Persone citate: Anna Maria, Costantino Kara, Eleuterio Venizelos, Giorgio Papandreu, Papandreu, Re Costantino

Luoghi citati: Atene, Cipro, Corfù, Danimarca, Grecia, Stefanopulos