«Ho inventato ogni cosa» afferma in carcere il presunto omicida della mondana di Novara

«Ho inventato ogni cosa» afferma in carcere il presunto omicida della mondana di Novara uovo colpo di scena per il delitto di via Rosselli «Ho inventato ogni cosa» afferma in carcere il presunto omicida della mondana di Novara La donna fu uccisa nel '61 - Un meccanico di Cerano, ritenuto colpevole, fu assolto e poi condannato a 22 anni - Alla vigilia del terzo processo un giovane novarese, Gianni Vecchio, confessò di essere l'autore dell'assassinio - Ora, dopo quattro mesi, ritratta tutto - Il suo difensore ha chiesto la perizia psichiatrica (Dal nostro corrispondente) ) Novara, 31 agosto. Nuovo colpo di scena per il | delitto di via Rosselli, avvenuto quattro anni or sono.Gianni Vcccliio, il garagista': trentaduenne che nell'aprile j scorso si era confessato autore del crimine, ha ritrattato ogni cosa, dicendo che il suo racconto è puro frutto di fantasia. Il suo legale, l'avv. Giulio Cesare Allegra, ha pertanto chiesto la perizia psichiatrica. Anche il primo giovane arrestato per il delitto, il meccanico di Cerano, Carlo Bricco, aveva confessato e poi ritrattato. Assolto nel processo di primo grado, era poi stato condannato a ventidue anni in quello d'appello. La sentenza veniva annullata dalla Cassazione e, nell'aprile scorso, si sarebbe dovuto celebrare il terzo processo a Genova, quando- saltò fuori la confessione del Vecchio. Il delitto di via Rosselli venne scoperto il iti luglio 1961. In un appartamentino all'ultimo piano dell'edificio contrassegnato con il numero 9, era stata uccisa, sei giorni prima, Enrichetta Vietti, detta «Tina », una mondana di quarantadue anni. Le indagini portarono, un mese dopo, al fermo del Bricco, un giovane che frequentava l'ambiente delle mondane. Messo alle strette, il giovane di Cerano fluì con il rendere una prima confessione, che ribadì e ritrattò più volte davanti ai funzionari di polizia. In carcere poi si proclamò sempre innocente. Al processo in Assise, il 27 agosto 1962, quando già U P.M. aveva chiesto la condanna all'ergastolo, si ebbe un clamoroso colpo di scena. Durante l'arringa difensiva l'avv. Di Tierl provò che la vittima era stata utsta, ancora viva, alle 23 del 20 luglio, da due testimoni, ora in cui il Bricco era in viaggio verso il Meridione. Assolto con formula piena e scarcerato, il meccanico di Cerano ricomparve davanti ai giudici nel febbraio 1963, per processo di appello. Questa volta i giudici lo condannarono a ventidue anni. Non era però detta l'ultima parola, in quanto la Cassazione, annullata la sentenza per difetto di motivazione, rinviava il Bricco davanti alla Corte d'Assise di Genova. Il 23 aprile scorso, alla vigilia del processo, la questura di Novara raccoglieva la confessione del Vecchio ed i giudici genovesi sospendevano il giudìzio. ncbccnnPrrgQuella di Gianni Vecchio era t!!llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll stata una confessione spontanea, corredata da minuziosi particolari, tanto da non lasciare dubbi neppure nei piùscettici. La confessione l'aveva ripetuta nel corso di un lungo interrogatorio protrattosi in due riprese per un'intera giornata al procuratore della Repubblica e, a distanza di qualche mese, al giudice istruttore. Ora, dal carcere, attraverso il suo legale, il Vecchio ha fatto sapere di essersi inventato ogni cosa. Nel richiedere la perizia psichiatrica, l'avv. Allegra ha messo in rilievo alcune'discordanze fra la realtà dei fatti e la confessione del garagista. Ai magistrati che gli chiedevano se per caso i particolari del crimine non li avesse appresi dai giornali o seguendo il processo, il Vecchio disse che dopo il delitto andò in villeggiatura, e non ebbe modo di leggere i giornali e eh", sentendosi colpevole, non ebbe poi la forza di assistere al processo contro Carlo Bricco, che sapeva innocente. Pare invece die il Vecchio non abbia per so una sola udienza dei prò cessi sia di primo grado che d'appello. Un altro elemento a favore del Vecchio sarebbe rappresentato dal fatto che i due testi moni che per ultimi videro la notte del delitto la Vietti, accompagnata a un giovane, conoscevano assai bene il Vecchio, che era solito giocare a bigliardo nel bar da loro treciuentato. Il giovane che era con la mondana, i testi lo definiscono « alto e robusto ». E non si trattava del Vecchio. Poche ore dopo, il delitto. Il giudice istruttore prenderà In esame la richiesta di perizia psichiatrica nei prossimi giorni. p. b. Carlo Bricco, poi riconosciuto innocente, all'epoca della condanna a Novara. Seduta è la teste Jolanda Mazzocchi Gianni Vecchio, ha ritrattato la sua confessione Enrichetta Vietti, uccisa a Novara nel luglio 1961

Persone citate: Carlo Bricco, Enrichetta Vietti, Gianni Vecchio, Giulio Cesare Allegra, Jolanda Mazzocchi Gianni Vecchio, Vietti