Tutti i migliori sconfitti in volata dal giovane (e furbo) campione d'Italia

Tutti i migliori sconfitti in volata dal giovane (e furbo) campione d'Italia Sprint a tredici: al secondo posto De Bosso, al teno Taccone, al parlo Zilioli Tutti i migliori sconfitti in volata dal giovane (e furbo) campione d'Italia La corsa, bella e combattuta sino alla Bocchetta, si è un po' spenta nella fase finale - Buona prova di Zilioli e di Balmamion, anche se in non perfette condizioni fìsiche - Bitossi, Cribiori e Portalupi protagonisti di una lunga fuga nel tratto più duro della competizione - Preziosi non si è presentato alla partenza - I giovani Bodrero, Boni, Bongioni e Passuello nella pattuglia di testa DAL NOSTRO INVIATO Pontedeeimo, lun. mattina. Anche a Pontedeeimo ha vinto Dancelii, questo, per il ragazzo di Brescia è Vanno buono, dall'inizio della stagione sino ad oggi il vispo giovanotto ha conquistato otto successi ed il titolo di campione d'Italia. Ieri, alla fine del Giro dell'Appennino, Fiorenzo Magni, che dalla corsa ligure doveva trarre lumi per formare la squadra azzurra che andrà ai * mondiali» di San Sebastiano, era raggiante e, ad entusiasmarlo, non era stato tanto il comportamento di molti dei possibili titolari, che, anzi, un po' avevano deluso nel finale, no, ad entusiasmarlo erano stati lo slancio e la felice « i;erve » di Dancelii, che è atleta capace di battersi e di emergere in qualsiasi occasione. Non importa se la gara sia tirata oppure no, non importa se il suo chilometraggio impegni o non impegni al massimo sforzo. Dancelii resta sempre lucido e, se una volta poteva cader vittima d'un carattere esuberante, che magari 10 induceva all'errore di gettarsi a capofitto nell'avventura con brio persino eccessivo, adesso invece ha capito la lezione, adesso ha imparato che proprio non vai la pena di sprecar energie fuor di tempo. L'esperienza, in un certo senso, gli ha messo le briglie: ed il corridore è libero di trarre copiosi frutti 'dalia sua classe genuina. Dicevamo che poco importa se la gara è dura e tirata, anzi per Dancelii va ancor meglio, la lotta è un clima che bene gli si addice. 11 caso di ieri, del Giro dell'Appennino. Perche i settanta concorrenti (oltre alle assenze già scontate di Gimondi, di Adorni e di Motta, mancava anche. Preziosi, vanamente atteso sino all'ultimo momento, mentre a Galbo non era stato concesso di partire) non appena venne abbassata la bandierina del via, subito si buttarono a testa bassa nella mischia, la vigile presenza di Magni, evidentemente, serviva di potente stimolo per chi aveva intenzione di sbrigarsi a mettersi in mostra. Il commissario tecnico sbirciava attento e, ad esser sinceri, era il primo a stupirsi di tanta generosità. Ne aveva buon motivo, al raduno era stato tirato da parte da almeno quindici azzurrabili, e ciascuno, in gran segreto, gli aveva rivelato di non sentirsi troppo bene, chi aveva passato la notte in bianco, chi aveva patito di stomaco, chi aveva sofferto di mal di testa, e ce n'era stato persino uno — Io sfortunato Balmamion — che s'era riscoperto quell'incomodo inquilino chiamato tenia. Una serie di sospiri, tante braccia allargate in. un gesto di rassegnazione. E Magni, scuotendo il capo, s'era disposto ad assistere ad una gara tranquilla, interessante solo per metà. Gli toccava invece di veder fuoco e fiamme, la 1' di veder fuoco e fiamme, la ' strada s'arrampicava verso il Passo dei Giovi ed era un continuo fiorire e rifiorire di tentativi di fuga, il plotone s'agitava in cento scatti e tutti si davano da fare, proprio come se tutti avessero chissà quale appuntamento con la gloria. Fu lo scoppiettare allegro e pittoresco dei fuochi d'artificio, che magari durano poco ma che pure illuminano il cielo dì luce intensa. Scappò Balmamion. con la risoluzione dipinta in volto, con Massignan, Neri e Cornalea a ruota. Si unirono Armani. Ottaviani, Sartore, Enzo Moser, Doglia e Guernieri, poi dal plotone schizzò in avanti Bitossi che acciuffò ì fuggitivi, superandoli di forza. Il toscano tenne duro a denti stretti, gli risposero per le rime Balmamion, Massignan, Ottaviani e Neri, quindi anche Zilioli, Dancelii, De Rosso. Battistini, Passuello e De Prà giunsero a rinfoltire la pattuglia d'avanguardia. S'era al Passo, ormai. Primo Bitossi, gli altri a ridosso. Ma l'atmosfera, ormai, sapeva di batta¬ glia, ancora Bitossi, giù per la discesa, si proiettò all'attacco, in compagnia di Bodrero, Taccone, Chiappano, Zancanaro, Bingeli, Ottaviani e De Prà. Gran mulinar di pedali, la sagra del rischio ad ogni curva. Presto, però, furono di nuovo tutti insieme. SI costeggiava l'autostrada, i ciclisti filavano a ciuaranta all'ora, di tanto in tanto qualcuno aumentava il ritmo, senza sortir però risultati pratici. A Serravalle venne alla ribalta Bailetti, subito acciuffato da Portalupi e da Ottaviani, quindi uscì dal gruppo Doglia e poi uscirono Vigna, Paolinelli, Ronchini, Cribiori, Talamona, Masarati e, così per cambiare, l'irrequieto Bitossi. Gli undici trovavano il metodo per raggiungere l'accordo, il loro vantaggio, a poco a poco, prese a salire, fino stabilizzarsi, intorno al centesimo chilometro, sui 3 minuti 40''. Qui cominciava la rampa della Bocchetta, una rampa terribile, a tratti dalla pendenza addirittura vertiginosa. Vigna diede uno sguardo e ne ebbe abbastanza, Vigna cioè scese di sella e si ritirò. E la vicenda della pattuglia di testa ebbe a tingersi di colori tristi, Bitossi e Cribiori intendevano metter a profitto la difficoltà della scalata e solo Portalupi fu bravo da resistergli. Bitossi e Cribiori, all'apparenza, erano sciolti e potenti nella loro azione, battagliavano addirittura tra di loro, ora infliggendosi, ora recuperando distacchi lievi, di pochi metri. All'apparenza erano sciolti e potenti. In sostanza, invece, la fatica, con la violenta mazzata del caldo, faceva sentire il suo peso e, alla resa dei conti, gli inseguitori erano motto più in gamba. Zilioli e Balmamion, in particolare, si scoprivano in momento di vena eccellente, i due piemontesi guidavano la caccia con notevole energia. Davanti a Italo ed a Franco, il vantaggio dei tre fuggitivi calava a vista d'occhio, ed intanto, nella loro scia, i ranghi s'impoverivano di uomini, prova ne sia die, superato il colle e compiuta la discesa, vale a dire cioè all'inizio della salita della Castagnola, soltanto quattordici atleti transitavano a 55" dai primi tre e i quattordici erano, naturalmente, Zilioli e Balmamion, poi De Rosso e Dancelii, poi Passuello, Bindelli, Mealli, Battistini, Boni, Massignan, Taccone, Masarati, Schiavon e Poggiali. Il meglio, insomma. Restavano da percorrere all'incirca settanta chilometri, se gli umori si fossero mantenuti al battagliero chissà che lotta sarebbe capitata. Invece i « grandi » firmarono una specie di armistizio, forse fu colpa esclusiva dei numerosi sforzi, forse fu colpa merosi sforzi, forse fu ce di un sostanziale equilibrio di valori tra i maggiori protagonisti. Più non vi furono colpi violenti o azioni a fondo le due volte che salimmo e scendemmo la Castagnola. Ancora una salitella, i Giovi, che dalla parte di Busalia, son poco più duri di un cavalcavia. Si provò De Rosso, si provò Zilioli. Niente da fare, il gruppetto degli assi rimase legato a corda doppia. In cima, ZiJioii guidava la fila, e, nella sua scia, venivano Dancelii, Taccone, De Rosso, Balmamion, Passuello, e Masarati. Indietro di di trenta metri c'era Bongioni, a cinquanta metri inseguiva Schiavon, quindi venivano Boni, Bodrero, Binggeli, Cribiori e Mealli, mentre Bitossi, d'improvviso, aveva ceduto ed il suo distacco era più marcalo. Dodici chilometri al traguardo, discesa a precipizio verso il mare. Qualche offensiva all'insegna del disperato coraggio? No, nulla, soltanto i primi ritardatari rischiavano e si por¬ tavano sul drappello al comando. Allora, soluzione in volata, su uno stretto e tortuoso cammino. Agli ottocento metri De Rosso guardò Dancelli e, senza, pronunciar verbo, i due s'intesero a meravìglia. De Rosso scattò come una furia, con Dancelii a ruota. Taccone patì uno sbandamento ai duecento metri, Cribiori (forse) fu un tantino disturbato da uno spettatore. Era arduo, comunque, opporsi alla coppia della « casa» di Arcore. De Rosso continuava a spingere,. Dancelii adoperava la sua abilità nel fargli da ombra. Un giochetto, parve, un giochetto riuscito, quando il campione d'Italia, a cinquanta metri dallo striscione, « saltò » it compagno di squadra e vinse alla brava. Secondo De Rosso, terzo Taccone, quarto Zilioli. Un tuffo nella folla, il ser- La volata conclusiva: Dancelii batte nettamente De Rosso, Taccone e Zilioli (Tclefoto a « Stampa Sera»)

Luoghi citati: Arcore, Brescia, Italia, Serravalle