Messa cantata con "spiritual,, e jazz presentata da un prete italo-francese

Messa cantata con "spiritual,, e jazz presentata da un prete italo-francese AL SESTO FESTIVAL CHE SI SVOLGE A JUALM-LES-PIIMS Messa cantata con "spiritual,, e jazz presentata da un prete italo-francese E' don Guy De Fatto, parroco di Nostra Signora della Pineta - Dice: « Che c'è di meglio dei canti negri per farci sentire vicini a Dio? » Folla enorme (oltre 5000 persone) al rito-spettacolo: al termine applausi e coro del pubblico con la cantante negra Marion Williams DAL NOSTRO INVIA TO Juan-Ies-Pins, lunedì mattina, Piovigginava ieri mattina quando siamo andati a cercare padre De Fatto nel presbiterio di Nostra Signora della Pineta. E' lui l'organizzatore del concerto spirituale e della Messa jazz che nel quadro del VI Festival rappresentavano la. più attesa novità e che si sono svolti ieri pomeriggio. Maglione e pantaloni neri, lo abbiamo trovato che faceva le prove coi suoi musicisti: è piccolo, bruno, con occhi scuri vivaci, ha quarant'anni e ne dimostra dieci di meno. Figlio d'un na¬ poletano e d'una córsa, Guy De Fatto era fino a dieci anni fa contrabbassista nell'orchestra di Claude Luter e Claude Bolling, poi ha sentito la chiamata di Dio — ci 7ia detto — ed è andato in seminario. Ha studiato per dieci anni al Prado (istituto di preti secolari) e ha preso la Messa soltanto sei mesi fa. E' curato nella chiesa della Pineta ed era l'uomo competente e adatto per questa originale impresa. «Che cosa di meglio che i canti spirituali negri per farci sentire vicini a Dio? In nessun'altra musica Dio appare così vivo e vero e dobbiamo cercare tutte le vie che con- ducono a lui », dice padre Guy. E così nella pineta ormai nuovamente bruciata dal sole, nel tramonto estivo, tra il profumo dei pini e lo sciabordio del mare, una folla enorme, attenta e silenziosa (il prete aveva chiesto in quattro lingue di partecipare col cuore e di non applaudire poiché si trattava d'un rito religioso e non di «no spettaoplo), ha ascoltato i canti della grossa e appassionata Marion Williams, dalla voce multitonale, magnetica e possente, dolce e tragica, che passa dalla chiarezza cristallina del soprano lirico allo scuro canto del violoncello e fa presa nel profondo: « Somebody bigger than you and I» «Qualcuno più grande di te e di me), « Yes, Jesus loves me » (Sì, Gesù mi ama), «He washes you whiter than snow» (Ti lava più bianco della neve). Le invocazioni tragiche e ardenti, le parole di fede e speranza, quel calore che solo i negri sanno dare alle loro canzoni spirituali, poi la Messa, con celebrazione di cinque giovani padri dell'oratorio che cantavano in francese sui testi della Messa per l'unità delle Chiese. Marion e il suo *Jubilation » hanno nei punti salienti interpretato sei brani fra i più noti e commoventi del repertorio negro, intonatissimi alla cerimonia: « Come on, children, let's sing » fVe?iite, ragazzi, cantiamo), « Hallelujah, Amen », « O Lamb of God, come (Agnello di Dio. vieni), « Great is the Lord» (Dio è grande), « Nobody knows the trouble I feel » (Nessuno sa quale sia il mio tormento) e infine, terminata la Messa, il notissimo brano « When the Saints go marching in », c/ie il pubblico, ad una voce, finalmente libero di applaudire. Ita cantato con Marion Williams ritmicamente, battendo le mani in una vera e propria esaltazione collettiva. La folla era enorme e riempiva non solo il recinto del Festival (nel quale stanno cinquemila persone) ma tutti i viali della pineta. E' fuori dubbio che una simile esperienza abbastanza coraggiosa esigesse un ambiente e un pubblico adatti. Non è certo pensabile, come del resto ci aveva detto pa¬ dre De Fatto, inserire il jazz nelle Messe domenicali di ogni chiesa, ma nella rapida evoluzione dei tempi anche questi canti religiosi così ritmati e simili ai canti folcloristici di molti Paesi potranno inserirsi nelle masse poiché essi rispondono alla sensibilità delle generazioni giovani di qualunque confessione. Marta -Rossi

Persone citate: Claude Bolling, Claude Luter, Gesù, Guy De Fatto, Lamb, Marion Williams