L'ambasciatore di Cuba a Londra si dimette: «Castro è un despota »

L'ambasciatore di Cuba a Londra si dimette: «Castro è un despota » Forse chiederà asilo politico L'ambasciatore di Cuba a Londra si dimette: «Castro è un despota » Il diplomatico dichiara: «Sono addolorato dalla mia decisione ma non posso servire un governo che ha soppresso ogni libertà » - E' il terzo rappresentante cubano in Gran Bretagna che rinuncia al suo incarico (Dal nostro corrispondente) Londra, 2S agosto. Per la terza volta dall'avvento di Castro al potere, un diplomatico cubano a Londra ha r-.ssegnato le dimissioni in segno di protesta contro il regime del dittatore. Il dimissionario è l'ambasciatore Luis Ricardo Alfonso Fernandez, che si distinse tra i partigiani contro Batista prima del '59, e fu successivamente ambasciatore cubano in Perù, Norvegia e Svezia. Fernandez, a Londra dal '63, ha inviato ieri al Times copia di una lettera indirizzata al presidente di Cuba, Dorticos, in cui illustra i motivi della sua decisione. Nel '60, un anno soltanto dopo la rivoluzione, si era dimesso l'ambasciatore Sergio Rojas Santamarina: egli è ora a capo di uno dei gruppi di esiliati cubani residenti a Miami. Nel 1964 si era dimesso il console generale Julio Castil lo, il quale ha ottenuto asilo politico negli Stati Uniti. Nella lettera al presidente Dorticos, l'ambasciatore Fernandez accusa Castro di totalitarismo e chiede una lunga serie di riforme, tra cui la sostituzione delle cooperative contadine alle fattorie di Stato, l'adozione di una politica di neutralità garantita dalie Nazioni Unite, l'abolizione della pena di morte per i reati politici, e la cessazione degli aiuti «ai movimenti totalitaristi dell'America Latina » (cioè ai guerriglieri comunisti). «So che il nostro governo purtroppo considera illusoria ogni speranza di liberalizzazione — conclude Fernandez —, ma noi consideriamo illusoria la tesi secondo cui si può ottenere la libertà tramite un regime dittatoriale Mi è doppiamente spiacevole dover pubblicare la mia lettera di dimissioni all'estero. Ma questa è appunto una delle conseguenze dell'avere soppressa la libertà di pensiero ». Commentando le dimissioni dell'ambasciatore, il settimanale radicale Observer scrive che «molti altri cubani con incarichi di responsabilità e fedeli ai principi originali della rivoluzione ne condividono i sentimenti ». Lo scontento contro Castro starebbe rapidamente aumentando, senza però sfociare in aperta rivolta. I critici del dittatore manten¬ gono pei ora il silenzio, afferma il giornale, o per paura di danneggiare la loro carriera, o in attesa che i fermenti più liberali, già emersi in alcuni paesi comunisti, prendano il sopravvento. Ma il loro appoggio al governo sarebbe sempre minore. Altri giornali londinesi ricordano a questo proposito le recenti dimissioni dell'incaricato d'affari cubano a Tokio, Giacinto Alemani, che ha ieri chiesto asilo politico agli Stati Uniti. Alemani ha definito la posizione commerciale di Cuba nei confronti del Giappone « un monumentale inganno », e ha accusato Castro di avere ridotto la popolazione alla disperazione e alla fame. Un portavoce dell'ambasciata cubana a Londra ha confermato stamane la notizia delle dimissioni di Fernandez; non ha però voluto fare nes¬ sun commento. Non si sa se l'ex-ambasciatore tornerà in patria, così esponendosi forse a una rappresaglia, o se cercherà di restare in Inghilterra, o, ancora, di trasferirsi negli Stati Uniti. Nella sua lettera Fernandez dice soltanto: «Vi prego, signor Presidente, di accettare le mie dimissioni, anche se mi addolora il dovermi separare da alcuni compagni, vorrei dire fratelli, che, sebbene io pensi siano nel torto, continueranno a godere del mio affetto nei nostri rapporti personali». A Londra, dove l'ex-ambasciatore è molto conosciuto e stimato, la notizia delle sue dimissioni ha destato viva impressione. Fernandez si era laureato in legge all'università dell'Avana e aveva esercitato per qualche tempo la professione di giornalista. m. ci.