Moro visita le salme dei due carabinieri Forse già identificati i terroristi assassini

Moro visita le salme dei due carabinieri Forse già identificati i terroristi assassini L'attentato a raffiche di mitra in Alto Adige Moro visita le salme dei due carabinieri Forse già identificati i terroristi assassini L'altra sera alle 21 una ragazza passa accanto alla caserma di Sesto Pusteria e vede alcuni giovani nascosti fra i cespugli - Crede che vogliano fare uno scherzo e lancia loro qualche sasso - Uno di essi, con tuta mimetica, le ordina rabbioso in lingua tedesca di andarsene - Subito dopo le raffiche che uccidono i due militari - Si stanno cercando quattro altoatesini residenti in Austria - Il Vescovo di Bolzano e Bressanone esprime lo sdegno e il dolore dei due gruppi etnici per il delitto neonazista, riconoscendo l'opera di civiltà svolta dai carabinieri nella regione (Dal nostro inviato speciale) Bolzano, 27 agosto. I carabinieri e la polizia hanno spiegato tutte le forze in Alto Adige: ogni bo sco, ogni baita, ogni pas saggio obbligato è sotto controllo. Cercare gli assassini dei due carabinieri Ariu e De Gennaro, in una regione vasta e colma di anfrat ti come l'Alto Adige, è cercare l'ago nel pagliaio, però una traccia importante è stata scoperta. Una ragazza di Sesto Pusteria, Elisabetta Innerkofler, diciottenne, commessa nella tabaccheria del paese, abitante in una casa non lontana dalla caserma, è stata quest'oggi interrogata dai carabinieri molto a lungo Sommariamente il suo racconto può essere così ricostruito. Ieri sera un po' pri ma delle nove la ragazza stava rincasando con il fratello Stefano, di 16 anni, allorché scorse alcuni giovani distesi sull'erba, zitti zitti, acquattati nel prato recintato che circonda la stazione dei carabinieri. Erano quattro o cinque. H loro atteggiamento parve sospetto. La ragazza immaginò che stessero tramando qualche burla di pessimo gusto a qualche coetanea del paese. Per spaventare gli sconosciuti, lanciò sassi nella loro direzione. Uno di quei giovani si alzò infuriato e, in lingua tedesca, la rimproverò, le impose di stare zitta, di non seccare, di andarsene per i fatti suoi, se non voleva dispiaceri. « Guardando meglio — racconta la ragazza — vidi che quegli sconosciuti indossavano tute mimetiche e portavano una maschera in volto... Me ne andai a casa. Pochi minuti dopo udii raffiche di mitra...». Finora non ci è dato sapere a che cosa abbia approdato l'indagine, ma i carabinieri non nascondono questa sera la speranza di essere sulla buona strada. Le salme dei due carabinieri assassinati nella piccola caserma di Sesto Pusteria hanno ricevuto quest'oggi, nel tardo pomeriggio, l'omaggio del presidente del Consiglio, on. Aldo Moro. Al termine della visita egli ha fatto alcune dichiarazioni. « Sono venuto a rendere commosso omaggio — ha detto Moro — a nome del governo e mio personale alle vittime di una violenza proditoria e crudele, che non può non essere condannata con profonda esecrazione da ogni uomo civile e da ogni democratico. E' un altro tributo di sacrificio e di sangue offerto dall'Arma dei carabinieri nell'adempimento fedele del suo compito di fronte alla nazione. Questo — ha proseguito il Presidente del Consiglio — è un momento di dolore e di solidarietà non adatto a valutazioni politiche. Mi limiterò così a dire perciò che l'Italia continuerà nella sua politica rivolta a tutelare fermamente gli interessi della nazione e ad assicurare, nella pacifica convivenza e in condizione di piena dignità, il giusto sviluppo ai gruppi linguistici nella provincia di Bolzano ». Hanno anche visitato le salme dei due militi le autorità della provincia e della regione, il comandante dell'Arma gen. Di Lorenzo, il comandante del Corpo d'armata gen. Ciglieri, il sottosegretario all' Interno, on. Ceccherini, numerosi parlamentari, il questore di Bolzano, avv. Allitto. II vescovo di Bolzano e Bressanone ha inviato al colonnello comandante della Legione dei carabinieri di Bolzano, col. Edoardo Palombi, una lettera di commossa solidarietà: «La notizia dell'assassinio compiuto nella caserma di Sesto mi ha riempito di profondo dolore. Esprimo a lei e ai suoi dipendenti il mio sincero cordoglio e la prego di rendersene pure interprete presso i congiunti dei due poveri giovani così brutalmente strappati alla vita. Chiunque possa avere commesso il duplice crimine e qualunque sia il motivo che 10 ha ispirato, resta sempre un grave delitto, perché la violenza e la distruzione di vite umane non possono mai diventare strumento per una soluzione di contrasti e debbono perciò essere decisamente condannate. Non può sfuggire, signor colonnello, il senso di equilibrio e di rispetto al quale è ispirata la sua attività nel nostro paese e come lei abbia sempre saputo distinguere tra pochi elementi irresponsabili e la quasi totalità della popolazione, che respinge decisamente la violenza. C'è da augurarsi che 11 tragico episodio di Sesto non significhi una diminuzione degli sforzi che da tempo si compiono per la pacifica soluzione della vertenza in atto, e che attendono una soddisfacente e sollecita conclusione ». Le salme dei due militi erano state composte nella cella mortuaria dell'ospedale di Bolzano: uno vicino all'altro, i corpi avvolti nel lenzuolo funebre, la faccia scoperta, con un'espressione di serena fierezza nei volti abbronzati, non tocchi dagli spari. Il carabiniere Palmerio Ariu, di 26 anni, nativo di Mogoro, in provincia di Cagliari, è stato colpito da sette proiettili. La raffica lo ha spezzato trasversalmente, dal petto all'inguine. Ariu era scapolo, la sua fidanzata abita a Ravenna : ■ si sarebbe sposato tra un paio d'anni perché la legge prescrive matrimoni tardivi ai carabinieri. Scapolo anche Luigi De Gennaro, colpito con quattro proiettili al petto. Era nativo di Trani, già pratico di marineria, quando entrò nell'Arma. Nei mesi passati aveva seguito un corso per conduttore di motoscafi, e ora stava per essere trasferito a Venezia, in un reparto nautico dei carabinieri. Era l'ultima sera del suo servizio in Alto Adige. Anzi, sarebbe già dovuto partire ieri, si trattenne per aspettare la decade, che si paga oggi. Con quei soldi, Luigi De Gennaro si sarebbe comprato un bel baule entro cui stipare le sue cose. De Gennaro non ha ritirato la sua ultima decade. Nella piccola caserma di Sesto Pusteria (Sexten, in tedesco) prestano servizio abitualmente cinque carabinieri, al comando d'un brigadiere, Andrea Squillace. Il brigadiere alloggia al piano superiore della caserma con la moglie e il figlio di pochi mesi. Altri due militi erano in licenza. Rimanevano dunque in caserma il De Gennaro, l'Ariu e un terzo, il carabiniere Gaetano Ruggeri. I tre si alternavano nel turno di cucina. Ogni giorno, due fuori per servizio e uno in caserma, a preparare i pranzi per gli altri. Ieri sera toccava al De Gennaro. Erano quasi le ore 21. Il carabiniere aveva messo a bollire sul fornello a gas la pentola con il minestrone. Nell'attesa che arrivasse al punto giusto di cottura, il carabiniere De Gennaro si era seduto accanto al fornello, con un settimanale squadernato sulle ginocchia. Sono stati raccolti sul prato attorno alla caserma trentatré bossoli. La prima scarica s'è abbattuta come una grandinata sui vetri della cucina. De Gennaro, colpito al petto, si è abbattuto in mezzo alla stanza rovesciando la sedia. Il carabiniere Ariu, che era nella stanza attigua, s'è precipi tato in cucina. Come è apparso nel riquadro della porta, un'altra raffica ha colpito anche lui, in pieno, uccidendolo sul colpo. Anche il terzo carabiniere, Gaetano Ruggeri, accorse. E' stato un attimo drammatico. Fuori crepitava ancora il mitra. Ruggero si è gettato carponi, cercando di soccorrere i compagni, ha chiamato al soccorso, ha dato l'allarme. Poi ha ca ricato il De Gennaro morente sulla macchina, portandolo fino all'ospedale di San Candido. De Gennaro vi è giunto cadavere. Il Ruggeri è stato colto da un forte cTioc, ma quest'oggi si è ripreso. Attualmente, in provincia di Bolzano sono quattro i latitanti più ricercati: Forer, Steger, Oberlechner e Oberleiter. Tutti quattro sono nativi della Valle Aurina, e questa valle non dista più di 20 chilometri dalla tranquilla valletta di Sesto Pusteria. Dunque, se proprio costoro fossero gli attentatori dei carabinieri di Sesto, è facile comprendere come essi temessero d'essere riconosciuti; di qui il credito che si dà alla testimonian za di Elisabetta Innerkofler, che avrebbe visto i quattro figuri indossare una maschera. Per tutta la giornata i carabinieri hanno orientato le loro ricerche sulle piste dei quattro di Valle Aurina già menzionati. Il fatto che la valle di Sesto sia sempre stata in disparte da ogni movimento terroristico, paga di convivere in buona amicizia con tutti, può avere suggerito agli attentatori di sceglierla a teatro di questa impresa davvero esecranda, al fine di seminare disordine, di inasprire i rapporti tra la popolazione. La risposta a questa provocazione è stata data dalla gente del paese, tutta di lingua tedesca, che mostra di essere sdegnata contro gli attentatori. Il sindaco e molti notabili di Sesto si sono recati in visita di condoglianze alla caserma e hanno recato fiori. Gigi Ghirotti La caserma di Sesto Pjisteria ieri durante il sopralluogo delle autorità. Il cerchio bianco delimita la finestra del pianterreno contro la quale i terroristi hanno sparato uccidendo i due giovani carabinieri (Tel. A.P.) mm Palmerio Ariu, a sinistra, e Luigi De Gennaro i due giovani carabinieri uccisi dai terroristi (Tel. A. P.)