Forse all'origine della strage di Piacenza vi è il rancore per la creazione della «riserva»

Forse all'origine della strage di Piacenza vi è il rancore per la creazione della «riserva» Agricoltori e cacciatori si erano sempre opposti Forse all'origine della strage di Piacenza vi è il rancore per la creazione della «riserva» Le «palette» del divieto erano state abbattute per protesta - Il magistrato nella sua indagine non trascura questo particolare - I due guardacaccia sostengono che risposero ai colpi sparati contro di loro dalle vittime - Il fatto non è ancora stato accertato - Un altro protagonista della tragedia (il quarto bracconiere ferito) non è in grado di parlar* (Dal nostro Inviato speciale) Piacenza, 26 agosto. La sparatoria nella riserva Mad07i7ia del Monte è avvenuta tre notti fa, e la gente sembra avere già dimenticato. Comu7ique, non vuole parlarne. Oggi, in questi paesi della Val Tid07ie. ci SO710 soltanto i 7nanifestini mortuari attaccati ai muri delle case die ricordano la tragedia. C'è scritto sui manifestini: « Tragica fatalità ha stro7icato le giovani esistenze di Passerini Angelo di anni 31,. Bersani Savino di anni 29, Bertaccini Silvio di anni 21 ». E' stato soltanto per una « tragica fatalità»? Al magistrato non basta questa semplice affermazio7ie e arresta i guardacaccia Carlo Batteri e Filippo Buzzi per l'articolo 575 del Codice Penale, che dice: <Chiu7ique cagioni la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore agli anni 21 ». E ordina ai carabinieri di C07iti7iuare le indagini per accertare se il trìplice omicidio è stata roton¬ ! torio a colposo, oppure se si è trattato di eccesso di legittima difesa. Finora si hanno soltanto le dichiarazioni dei guardacaccia, i quali affermano di avere fatto fuoco perché i bracconieri avevano sparato contro di loro. Potrebbe smentirli Gaetano Bersani, il ferito, ma ha la lingua trapassata dal proiettile e non può parlare. Il magistrato è andato da lui per fargli scrivere una dichiarazi07ie, ma Bersoni appena lo ha visto ha fatto segno con la mano: via, via. Si ritiene che lunedi notte vi fosse un quinto bracconiere nel gruppo: anch'egli potrebbe smentire i guardacaccia. Ma — <ieco7ido i carabinieri di Pianello — difficilmente egli salterà fuori, perché verrebbe accusato di avere nascosto le armi delle vittime. Subito dopo la sparatoria qualcuno (dicono il fratello di linei delle vittime) si è anzitutto preoccupato di seppellire i fucili Ì7i una vigna lontana 700 metri. E' stato uno sbaglio. 1 carabinieri hanno trovato cartucce (alcune esplose) nelle tasche dei morti: è lei prova che quella notte erano fuori per la caccia di frodo. Poi hanno trovato i fucili e si sono chiesti: c possibile die in un 7nomento così drammatico qualcuno si sia preoccupato di nascondere le armi solo per cancellare le tracce del bracconaggio e per evitare una contravvenzione? o la preoccupazione non è stata un'altra: fare scomparire con le armi anche la prova che i bracconieri avevano fatto fuoco contro i guardacaccia? E' stato uno sbaglio che diventa ora un buon argomento per la difesa degli arrestati. Ma questi dovranno spiegare un'altra circostanza, che è nettamente in loro sfavore. Affermano di avere sparato cinque colpi per difendersi, poi di non avere sentito nessu7i rumore e di essere andati a dormir e.Ora appare incredibile c/iequattro persone colpite da pailettoni cadano senza un gemito. Non c'era luna, era buio, non si vedeva. Ma c'erano soltanto una settantina di metri dai guardacaccia ai bracconieri: da questa distanzammmmimimimimmmimmimimmmmi non soltanto si sentono lamenti, ma si sente anche il rumore di quattro corpi che \cr oliano a terra . Ora i carabinieri, che il ma- gistrato ha incaricato delle indagini, lavorano su questo punto e si chiedono: le cose sono andate veramente come sostengono i guardacaccia? Allora, perchè Botteri e Buzzi dopo la sparatoria non sono immmimmmmmtiiimmimiiimimimiiim venuti da noi a dirci: t Guardate, abbiamo avuto uno scambio di fucilate con dei bracconieri, forse qualcuno è stato colpito»? L'istruttoria per questo caso sarà lunga. Ci sono troppe do-\ monde ancora, senza risposta. Occorrono perizie balistiche e misurazioni. Bisogna anche mettere bene a fuoco l'ambiente in cui è maturata la tragedia. Si è detto ohe tra guardacaccia e bracconieri c'era vecchia ruggine. Soprattutto tra le guardie e i fratelli Bersani. Era stato il padre di questi — il vecchio Angiolina Bersani, paralizzato — a firmare il contratto di cessione del proprio terreno al consorzio della riserva. Subito i figli erano sembrati d'accordo, ma presto si erano pentiti. Avevano protestato e alla loro protesta si erano uniti altri agricoltori. « E' una riserva nata male » ci dicono ora i contadini della zona. « Palette » c7ie avvisano il divieto di caccia sono state abbattute e per rimetterle su è stato necessario l'intervento dei carabinieri. Un cacciatore socio della riserva è stato inseguito con un forcone da uno dei proprietari del terreno. Ci sono stati esposti alle autorità e la questione è giunta al Consiglio di Stato. Il ricorso degli agricoltori sarebbe stato accolto con parere favorevole e trasmesso al Ministero dell'Agricoltura, che in questi giorni avrebbe decretato di ridurre l'area della riserva. Una riserva nata male. A7idata avanti tra contt?iui rancori e dispetti. Da una parte parecchi agricoltori, dall'altra parte i « riservisti », ma questi stavano lontani, si vedevano di tanto in tanto per una battuta di caccia che rendeva furiosi i cacciatori del posto, i quali non potevano cacciare sul loro terreni. Il rancore per i « riservisti » si è trasferito sul guardacaccia. Si è creata un'atmosfera di tensione. L'altra notte vi è stata una sparatoria con tre morti e un ferito. « Tragica fatalità » dicono i ma7iifestin% mortuari sui muri di questi paesi. Luciano Curino Carlo Botteri, a destra, il guardacaccia che ha sparato. E' davanti al carcere di Piacenza (Tel. Ansa)

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