Gli azzurri dominano a Desio: vince Motta battendo in volata la Maglia gialla Gini ondi
Gli azzurri dominano a Desio: vince Motta battendo in volata la Maglia gialla Gini ondi A dieci giorni dai campionati mondiali di ciclismo a $• Sebastiano Gli azzurri dominano a Desio: vince Motta battendo in volata la Maglia gialla Gini ondi Nel gruppetto di testa anche Oreste Magni, Zilioli, Adorni e Passuello, classificatisi nell'ordine dietro ai primi due Mealli, a 4' 10", si è imposto nello "sprint" degli immediati inseguitori, tra i quali Balmamion e De Rosso - Ventiduesimo Dancelli, al quale il c. t. Magni aveva consigliato di non impegnarsi a fondo - Cribiori, febbricitante, costretto al ritiro (Dal nostro inviuto speciale) Dosio, 26 agosto. Queste ultime corse che precedono di pochi giorni i campionati mondiali di ciclismo sono tutte uguali, vengono disputate a medie molto alte, nonostante l'impegno richiesto dai tracciati, e registrano puntualmente il dominio degli atleti azzurri, selezionati da Magni per la gara di San Se Bastiano. I ragazzi scelti dal commissario tecnico sono lo gicamente i più forti e, come se ciò non bastasse, attraversano un brillante periodo di forma: sicuri del posto in squadra, potrebbero anche limitare la fatica senza gettarsi a capofitto nella mischia; ma si tratta di ragazzi di poco superiori ai vent'anni, che si sentono l'argento vivo addosso e, anche se non lo dicono ciascuno di loro smania di essere il migliore nel gioco sottile delle rivalità in famigliaCosì, in ogni corsa, la storia si ripete, alle prime battute viene di scena la mezza figura che scappa tra il disinteresse generale, poi, non appena si scaldano i muscoli, ecco un drappello di corridori uscire dal gruppo. Si scatena la battaglia, la pattuglia dei fuggitivi impone alla gara un ritmo elevatissimo. La corsa si sbriga a prendere una ben definita fisionomia ed il successo diventa presto questione da riolvere tra pochi contendenti. Alla fine, come in un monoono ritornello, la spunta un atleta della Molteni, uno del rio Motta-Dancelli-De Rosso, he sembra avere stipulato uno concertante abbonamento ai rionfi. Oggi, sul circuito di Desio — una strada a su e giù per e verdi colline della Brianza — la mezza figura di turno ell'imbastire il tentativo iniale è stato Adenti. Quindi, uando l'ambiente s'è movientato il giusto, ecco comarire alla ribalta Motta, Zioli, Gimondi, Passuello, Scanelli, Ottaviani, Enzo Moser, reste Magni, Fezzardi e Foroni che si scatenavano alnseguimento. Gli sguardi di utti erano puntati su Adorni — ed i motivi sono tanto noti a evitare la noia di ripeter. Vittorio contrattaccava suito, Gimondi rallentava un ttimo ed i due, in poche ceninaia di metri, si portavano ul gruppetto di Motta, che piombava poi su Arienti. S'era appena agli inizi, eppure la corsa già aveva trovato, grosso modo, la soluzione. I dodici all'avanguardia filavano velocissimi. Chi, alle loro spalle, avvertiva la responsabilità della caccia? Limitiamoci agli azzurri: Dancelli aveva ricevuto l'ordine perentorio di corricchiare senza dannarsi; De Rosso e Balmamion non potevano faticare con il rischio di mandare in fumo lo slancio di Motta e di Zilioli, rispettivi compagni di squadra; Taccone non è in forma; Cribiori lamentava i brividi di una febbre improvvisa; Mealli non trovava alleati alla sua buona voglia. Si apri un varco, tra i fuggitivi ed il gruppo si registrò un distacco di oltre tre minuti. Mealli ruppe gli indugi, animò un drappello che comprendeva, tra gli altri, Balmamion e De Rosso e questo drappello, a furia di pigiare sui pedali, ridusse il ritardo a 1 minuto e mezzo, così da indurre a ritenere che la loro controffensiva dovesse raggiungere lo scopo in non molti chilometri. Eravamo nella scia dei fuggitivi, notavamo qualche incertezza, lo slancio un po' era calato. Ma furono in tre a suonare la sveglia: Gimondi, Adorni e, in modo particolare, Zilioli. Italo spesso e volentieri si portava al comando, s'appiattiva sulla bicicletta, il contachilometri della nostra macchina sfiorava la lancetta de50 all'ora. Immediatamente se ne videro i risultati, gli inse guitori che s'erano portati a ridosso dei primi, persero terre no a vista d'occhio e vennero costretti dalle circostanze a considerare irrimediabilmente chiusa la partita. I primi. Da dodici, nel fervore della lotta, s'erano ri dotti a sei, via via avevano ceduto Fornoni, Arienti, Mo ser e Ottaviani, mentre Fez zardi e Scandelli avevano ri cevuto l'ordine di fermarsi per aiutare De Rosso nell'inseguimento. Sei: quattro titolari azzurri, Motta, Zilioli, Adorni e Gimondi, una riserva, Passuello, e Oreste Magni, il recente vincitore della Monaco-ZurigoPiù nessuna sorpresa fino al traguardo? Su una salitella scattò Motta, e Adorni con Magni restò dieci metri indietro, ma la reazione fu prontissima ed annullò il lieve distacco. Sei, quindi, in pista. C'era un'entrata con uno zig-zag appena accennato, chi sbucava n testa godeva d'un grosso privilegio, poiché il fondo dela pista — duro e pesante — non permetteva certo eccessive acrobazie. Motta e Adorni combatterono a gomito a gomito, Motta ebbe la meglio, s'affacciò al comando e, conoscendo il teatro della lotta, ebbe una brusca accelerazione che gli permise di conquistare dieci metri di vantaggio. Adorni s'allargò, quel tanto sufficiente per lasciar passare Gimondi, e, dietro alla Maglia gialla, fu lesto a piazzarsi Oreste Magni, giustamente reputato buon velocista. Gimondi curvò con prudenza, Motta, invece, mise a frutto la dote del coraggio. I dieci metri di vantaggio divennero quindici, venti, venticinque, il ragazzo brianzolo, come giunse sul rettilineo d'arrivo, diede ancora qualche pedalata rabbiosa, poi j fu padrone di voltarsi indietro, di smettere la fatica e di tcr- | minare a ruota libera, sventolando un braccio in alto, nel [suo gioioso segno di vittoria. I Secondo Gimondi, poi. nell'or- |dine, Magni, Zilioli, Adorni e Passuello. A 4'10" gli immediati inseguitori (7° Mealli, 9" Balmamion, 20° De Rosso). A 5'35" Zancanaro. A 9'55" gli altri, con Dancelli (freschissimo trionfatore dello sprint) e Taccone. Ritirato Cribiori. Nel prato il pubblico, che aveva superato gli sbarramenti, faceva festa a Motta. Gimondi parlava con Magni e gli diceva: «Mi scusi, signor Magni, se non ho vinto la volata... ». Due passi più in là, Adorni sorrideva con il piglio un po' ironico di chi si sta togliendo una soddisfazione. Era il modo più lieto e più indovinato di scriver la parola « fine » sulla burrasca d'una polemica. Gigi Boccacini i a o i o a, a e a e i n e o o . n l , o Motta esulta sul traguardo di Desio: lo seguono Gimondi, in seconda posizione, ed Oreste Magni (Telefoto)
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