La morte chiude l'inchiesta sulle accuse all'infermiere

La morte chiude l'inchiesta sulle accuse all'infermiere La morte chiude l'inchiesta sulle accuse all'infermiere Era accusato di contegno ignobile verso un ragazzo - Si è ucciso dicendo: «Non posso sopportare una vergogna simile» Ha scritto: «Volevo consolarlo, giuro che non l'ho toccato» Nell'ultima edizione di domenica abbiamo pubblicato la notizia di un ragazzo cho era fuggito dall'ospedale e aveva accusalo un infermiere di averlo insidiato. Poche ore dopo l'infermiere si è ucciso. Ecco che cosa ha accertato la polizia di barriera Milano su questo grave episodio. Sabato a mezzogiorno Silvano Ferrando, 11 anni, via Sospetto 161 viene accompagnato dalla madre al Martini per essere operalo d'appendicite. Lo ricoverano nel reparto del sesto piano, nella camera con lui vi sono tre uomini. La madre sta con Silvano fino alle 15 poi rincasa perché deve badare ad alili due figli. Alle 21,15 la signora Ferrando riceve una telefonata del tiglio che le dice di essero in pericolo. 11 signor Ferrando va al Martini, vi arriva alle 22,15 e apprende che Silvano è scappato, in pigiama e scalzo. Torna a casa e trova il figlio in lacrime. Assieme vanno al commissariato, ed ecco il racconto del ragazzo: «Verso le 20,30 e venuto l'infermiere e ha fatto spegnere la radio a pile di uno dei ricoverali, perché disturbava gli altri malati. Mi ha chiesto come stavo e ha detto: "So hai paura e non hai sonno, vieni con me" e mi ha portato nella sala di medicazione ». Jl ragazzo racconta ancora che l'infermiere lo ha fatto stendere sulla lettiga, lo ha palpeggiato come se fosse un medico e: « mi ha baciato e voleva che lo baciassi ». Silvano è scappato e ha telefonato alla madre, poi è ritornato nel suo letto. L'infermiere è ripassalo dopo poco e ha ancora chiamato il ragazzo nella sala di medicazione, ma Salvano era sulla difensiva e l'infermiere gli ha detto: « Allora ti operano domattina. Vai a letto o non avere paura». Uscito dalla sala, il ragazzo ha inlilato le scale ed è corso a casa. Questa la denuncia. Subito la polizia convoca l'infermiere: Francesco Scaglia, 37 anni, corso Monte Grappa 70, sposato e padre di una bimba di otto anni, ma separato dalla fnmiglia. Da 15 anni lavora al Martini, sul suo conto non ci sono mai state lamentele. Racconta alla polizia: « 11 ragazzo aveva paura e ho voluto fargli coraggio. E' venuto da me, mila sala di medicazione, l'ho fatto coricare sulla lettiga e gli ho tastato la parte appendicolare. Poi gli ho detto: "Adesso baciami come mi baceresti davanti a tua madre e ai tuoi amici". Non voleva più stare con me e gli ho detto di andare a dormire tranquillo». Domenica alle 10,15 il Ferrando va all'ospedale benché non sia di servizio. « Non 6 vero niente, ma sono rovinato » dice ai colleghi e alle suore che incontra. Va nell'ufficio del dott. Milanese e si sfoga: «Non posso sopportare una vergogna del genere, ma non ho fatto nulla di male ». Il medico cerca di fargli coraggio: «Ci sarà l'inchiesta, se lei può provare la sua innocenza... ». Poi il dott. Milanese si china sulla scrivania per firmare alcune ricette, quando rialza il capo non vede più il Ferrando, che stava accanto alla finestra, a sinistra e dietro le spalle del medico. E scorge due mani afferrate al davanzale: quasi subito lasciano la presa. Si sente un urlo, un tonfo. Il Ferrando ha lasciato sul davanzale una lettera indirizzata ai genitori: «VI domando perdono di quello che faccio, ma non posso sopportare quello che diranno. Vi giuro su quello elicilo più caro che quello che dicono di me non è vero. Quel bambino non voleva stare all'ospedale e la mamma lo sapeva e lo voleva portare via già quella sera. E' stata una scusa per scappare. Io ho cercato solo di consolarlo, ma vi giuro che non l'ho toccato ».

Persone citate: Ferrando, Francesco Scaglia, Milanese, Salvano, Silvano Ferrando

Luoghi citati: Milano