I valdesi riuniti oggi a Torre Pellice eleggono i nuovi capi della loro chiesa

I valdesi riuniti oggi a Torre Pellice eleggono i nuovi capi della loro chiesa I valdesi riuniti oggi a Torre Pellice eleggono i nuovi capi della loro chiesa Singolare importanza del Sinodo di quest'anno - Dovrà rinnovare le cariche di Moderatore e di Vice Moderatore - Presenti delegati di altre Chiese protestanti (Dal nostro inviato speciale) Torre Pellice, 21 agosto. I rappresentanti dei 35 mila Valdesi sparsi in Italia, in Svizzera e nelle due Americhe si riuniscono domani a Torre Pellice per il Sinodo, l'annuale incontro in cui si consacrano i nuovi pastori, si discutono i temi spirituali ed evangelici che formano la vita di questa Chiesa, si eleggono i membri della «Tavola», cioè il governo della comunità religiosa valdese, composto di 7 membri, pastori e laici. Il Sinodo di quest'anno assume una particolare importanza perché esso dovrà rinnovare sìa la carica di Moderatore che quella del Vice Moderatore, che hanno compiuto il settennato della loro attività, e secondo le norme della loro Chiesa devono essere sostituiti. La manifestazione si apre alle 15,30 nel tempio di Torre Pellice, con un « culto » nel corso del quale verranno consacrati tre nuovi pastori: Re nato Coisson, Salvatore Rie Ciardi e Jean Frangois Rebeaud, due italiani e uno svizzero; Subito dopo 1 membri del Sinodo, in tutto centosessanta persone fra pastori e laici eletti dalle varie comunità locali e da assemblee regionali (l'Italia valdese è divisa in sei « regioni») si riuniranno nell'aula sinodale della «Casa valdese», accanto al tempio. Qui per cinque giorni, fino a venerdì, si svolgeranno i dibattiti che si inizieranno con la lettura di una relazione preparata dalla «commissione d'esame» sull'attività dei membri della « Tavola ». I partecipanti al Sinodo hanno ricevuto negli scorsi giorni un'altra relazione, compilata dal Moderatore uscente dottor Ermanno Rostan; essi avranno quindi modo di giudicare l'operato del governo della loro Chiesa, secondo un proeedimento di natura assolutamente democratica. I Valdesi si gloriano di essere la prima Chiesa « riformata» nella storia del Cristianesimo; la data d'inizio della loro opera evangelica nel mondo è fissata nell'anno in cui Pietro Valdo, un ricco mercante di Lione che dopo una profonda crisi religiosa aveva cominciato a predicare un nuovo modo di concepire la testimonianza del Vangelo fra gli uomini più austera e «personale» nei rapporti con la Divinità — fu scomunicato come eretico dal Concilio di Verona: il 1184. Nel 1532, al Sinodo di Chan foran, decisero di aderire alla Riforma e si dettero un'orga nizzazione di vita ecclesiastica simile alle altre Chiese protestanti, mantenendola inalterata fino ad oggi,, fra persecu¬ zioni, lotte, tristissimi esodi dalle loro terre, finché nel 1848 furono finalmente riconosciuti cittadini con gli stessi diritti di tutti gli altri sudditi del Regno di Sardegna; ma soltanto un secolo dopo, con la Costituzione repubblicana, è stata riconosciuta loro una completa libertà religiosa. Essi restano, in ogni modo, una Chiesa « di minoranza » in un Paese a grande maggioranza cattolica; ciò rende spesso delicata e diffìcile la loro opera di evangelizzazione. Negli ultimi anni essi si sono dedicati a imprese di carattere sociale di grande peso per una comunità che vive principalmente delle offerte dei suoi membri: hanno aperto un « servizio sociale » a Riesi, in Sicilia, una scuola elementare per i bambini del «cortile Cascino » di Palermo (una delle oasi di più avvilente miseria nel nostro Paese), altri istituti scolastici a Napoli, Fo rano Sabino e altrove. Queste opere si sono affiancate ai tre ospedali valdesi di Torino Torre Pellice e Pomaretto, alle quattro case per i vecchi, a tre collegi studenteschi, a un ospedale per incurabili, a quattro orfanotrofi. Tutto ciò costituisce la ma teria che verrà discussa al Sinodo che ai apre domani. Ma la Chiesa valdese non ha sol¬ tanto i problemi di assistenza sociale e di educazione dei giovani. Essa deve, come ci ha detto il Moderatore dottor Rostan, « tener conto della realtà sociale e spirituale del mondo in continuo mutamento, e attualizzare il messaggio del Vangelo per gli uomini del nostro tempo », senza indulge re alle ideologie del momen to, senza fare « politica » nel senso più ristretto del termine, ma conservando inalterato il suo spirito evangelico. Inoltre, deve considerare i fermenti che sì agitano in tutta la Cristianità, e di cui è evidente esempio quanto avviene nella Chiesa cattolica impe gnata nel Concilio Vaticano II; « Da questo Concilio — ha detto il dottor Rostan — i Valde si attendono una parola chia ra in tema di libertà religio sa e di matrimoni misti ». Al Sinodo, che si conclude rà venerdì con l'elezione de membri uscenti della Tavola valdese (tre su sette) prendo no parte anche delegati di al tre Chiese protestanti: il Moderatore dei presbiteriani in glesi rev. Healy; il vicepresi dente delle Chiese protestanti svizzere pastore Lavanchy; pastore Tirel della Chiesa ri formata di Francia e il dottor Jungbluth della Società Gusta vo Adolfo della Germania. g. d. c