L'evoluzione dallo scheletro dalle alghe marine all'uomo

L'evoluzione dallo scheletro dalle alghe marine all'uomo INFINITE MERAVIGLIE DELLA SATIRA L'evoluzione dallo scheletro dalle alghe marine all'uomo Microscopici vegetali sospesi sulle onde furono i primi esseri viventi che si coprirono di calcare - Duplice scopo, sostegno e corazzatura - Il rivestimento chitinoso degli Artropodi e la struttura interna dei Vertebrati - Ricchezza quasi illimitata di forme: spire, zanne, teche, conchiglie, trine - Il materiale costitutivo, calcio e silicio Sembra che l'invenzione dello scheletro vada attribuita ai vegetali. Sarebbero state le alghe marine i primi esseri viventi che si rivestirono di calcare per darsi un sostegno e per proteggersi dalla voracità degli animali erbivori. Ciò avvenne in epoche geologiche precedenti all'era paleozoica, in tempi cioè più remoti di cinquecento milioni di anni fa. I resti fossili degli animali e dei vegetali che vissero nelle acque di età tanto remote ci furono conservati eccezionalmente e tanto mal ridotti che il loro riconoscimento è solitamente problematico. Le rocce che li ebbero in consegna vennero rimaneggiate dai movimenti della crosta terrestre e i fossili contenuti risultarono distrutti o alterati. Tra le antichissime rocce metamorfosate si trovano dei banchi di marmo (carbonato di calcio). Gli specialisti sono d'accordo nel sostenere che il carbonato di calcio non può essere stato raccolto se non da organismi viventi; ed alcune strutture conservate negli antichi marmi li convincono ad attribuire il merito di tale accumulo ad alghe simili a quelle che in ere geologiche meno remote contribuirono alla costruzione delle imponenti scogliere dolomitiche delle nostre Alpi. Dal giorno in cui lo scheletro venne inventato, esso trovò innumerevoli applicazioni ed adattamenti. Le applicazioni principali sì riducono a due: difesa e sostegno. Alcuni esseri lo impiegarono soprattutto come difesa: tali i primitivi pesci corazzati (Placodermi) e le tartarughe, con la maggior parte dei molluschi. Altri lo valorizzarono soprattutto come sostegno. Tra di essi i Vertebrati, e cosi noi stessi: le nostre strutture ossee danno solidità al corpo e permettono ad esso di compiere sforzi. Inventato lo scheletro non ci fu che l'imbarazzo di scegliere le forme da conferirgli. La gamma dei fossili conservati ci convince che la fantasia degli esseri viventi non fu avara nell'invenzione di forme; dalle microscopiche spire dei Foraminiferi alle curve gigantesche delle zanne dei Mammut; dalle delicatissime teche delle Dia tomee ai rozzi gusci delle Tridacne; dalla grossolana incrostazione su alcune alghe ai finissimi fasci legnosi che sostengono altissime chiome degli alberi; dalla semplicità del tegumento di una Patella aderente allo scoglio, alla complessità dello scheletro umano, adatto ad un'infinita gamma di movimenti. In contrasto con la grande libertà di scelta tra le forme, si ebbe una grande limitazione dei materiali. La ricerca di materie prime era necessariamente vincolata al cantiere di lavoro al quale erano costretti: le acque del mare, dei laghi e dei fiumi; e, più limitatamente àncora, alle sostanze nelle stesse acque disciolte.' Il numero degli elementi sciolti nelle acque è considerevole; ma soio alcuni dei più abbondanti vennero presi in considerazione: e precisamente l'ossigeno, il calcio, l'azoto, il carbonio, il silicio, l'idrogeno, ed in misura inferiore il fosforo. Numerosi altri elementi entrano nella costituzione degli scheletri, ma solo come tracce. Tra gli elementi che abbondano sciolti nelle acque c'è lo zolfo, il cloro ed il sodio, che non vennero mai presi in considerazione dai costruttori. E così assistiamo ad una vera concorrenza per il possesso degli ioni necessari alla costruzione del carbonato di calcio, mentre in tante lagune di acque sovrasature sedimentano il solfato dì calcio ed il cloruro di sodio. Se gli elementi scelti per la costruzione sono pochi, non sono più numerosi i minerali in cui tali elementi vengono combinati prima di entrare nella costituzione della parte essenziale degli scheletri. . Il minerale principe in senso assoluto, sia per il numero degli esseri che se ne servirono, sia per la massa impiegata, è il carbonato dì calcio: quello stesso di cui sono fatte le rocce calcaree (rocce che provengono quasi unicamente dalla ricementazione avvenuta sul fondo del mare degli scheletri in seguito alla morte). Il secondo posto è detenuto dalla selce (biossido di silicio). Gli scheletri composti con questo minerale particolarmente stabile si conservarono quasi sempre allo stato fossile. Immense falangi di animali sono protette e sostenute da uno scheletro che li riveste esternamente, composto da chitina, resistentissima sostanza organica. Ma la fossilizzazione della chitina, quando non è impregnata di calcare, è rara. Anche il legno, altro complesso di composti organici, funge da scheletro di sostegno e spesso lasciò considerevoli resti fossili. Il fosfato di calcio si annovera tra 1 meno diffusi minerali costituenti scheletri. Ad esso però gli uomini danno grande importanza, poiché di esso sono essenzialmente composte le ossa dei Vertebrati superiori, quindi anche le loro. Una migliore conoscenza del meccanismo del suo assorbimento li potrebbe aiutare a superare la minaccia di malattie che spesso intaccano la funzionalità del loro scheletro. Di chitina invece è costituito lo scheletro esterno degli Artropodi. Di Belce sono, tra altri, le microscopiche teche miniaturate delle Diatomee (vegetali), le sfere dei Radiolari e le trine delle Spugne silicee (animali), tutti tanto abbondanti da costituire col loro accumularsi estesi banchi di roccia {rispettivamente dìatomitì, radiolariti, spongolitì). Di calcare sono gli scheletri delle alghe e dei coralli che in lontane ere geologiche costruirono sedimenti rocciosi vasti decine di. chilometri quadrati e potenti migliaia di metri. Pure di calcare sono i gusci, generalmente microscopici degli unicellulari Foraminiferi, 1 quali pullulano tanto numerosi nelle acque marine che i loro scheletri preparano immensi e potentissimi strati di roccia. Ancora di calcare sono le conchiglie dei Molluschi ed il rivestimento degli Echinodermi e di altri animali meno importanti per quel che riguarda la formazione delle rocce. Per finire, possiamo constatare come la tendenza a costruirsi uno scheletro di protezione abbia raggiunto persino le finissime particelle del polline e delle spore, che si proteggono con una sostanza organica tanto resistente da permettere loro di superare attacchi fisici e chimici e di raggiungere facilmente la fossilizzazione. Rocco Zambelli Museo di Scienze Naturali di Bergamo Stupendo esemplare di Ammonite dell'epoca mesozoica

Persone citate: Rocco Zambelli

Luoghi citati: Bergamo