Pietro Isnardi si impicca nella cella del carcere salvato con tracheotomia e massaggio al cuore

Pietro Isnardi si impicca nella cella del carcere salvato con tracheotomia e massaggio al cuore Autore di sette rapine, violenze, furti e sospettato di omicidio Pietro Isnardi si impicca nella cella del carcere salvato con tracheotomia e massaggio al cuore Si trovava sotto vigilanza speciale - Ha strappato il lenzuolo, ne ha fatto una corda e si è impiccato alla porta poco prima di essere sottoposto a confronto con una donna aggredita - Drammatico intervento chirurgico; è ancora grave - La notizia alla madre che dice piangendo: « Ma se ha fatto tutte quelle rapine, è malato; lo conosco, non avrebbe ucciso una mosca » Riconosciuto nella foto dalla ragazza seviziata a Vinovo Pietro Isnardi si è impiccato ieri mattina in carcere, è stato salvato da una guardia e immediatamente operato. E' ancora gravissimo, non ha ripreso conoscenza. Catturato lunedi notte subito dopo due rapine, nei giorni seguenti gli sono crollate addosso accuse di altre cinque aggressioni, furti d'auto. sequestro di persona, violenza carnale e minacce a mano armata. Peggio : si sono- addensati su di lui i sospetti dell'uccisione di un giovane e del ferimento di una ragazza. Isnardi non ha resistito: vinto forse dal rimorso o dalla disperazione o dalla paura ha cercato ieri di togliersi la vita. Ecco il tentativo di suicidio. Pietro Isnardi è in una cella d'isolamento delle Nuove. Passa la guardia a dare la sveglia e lo vede disteso sulla brandina. Mancano pochi minuti alle 7. Fra un paio d'ore dovrebbearrivare i carabinieri con una giovane di Pinerolo, Tina Acunzo, la quale afferma di essere stata rapinata da lui il 1" agosto. L'Acunzo arriverà anche con un'altra pesante accusa: quella notte Isnardi era sulla «600 » rubata poco prima a una ooppia di Chieri (aggressione Con il coltello, tentativo di rapire la ragazza). Ore 7,15. La guardia porta la colazione. Passa mezz'ora dopo, ritira la scodella vuota, vede 11 prigioniero seduto sul lettino che legge un libro. Alle 9 la guardia viene a prendere Isnar di per - accompagnarlo nella stanza dove avverrà il confron to con la Acunzo. La porta fa resistenza, attraverso lo spioncino non si vede il prigioniero. « Isnardi », grida la guardia, e spinge decisamente l'uscio, riesce a scostarlo di quel poco da poter passare. Isnardi è Impiccato con il lenzuolo che aveva strappato a strisce attorcigliate e annodate. Aveva attaccato un capo di questa fune a una sporgenza dello stipite e aveva fatto stringere il nodo scorsoio gettandosi ripetutamente a terra, lino a che le forze lo avevano abbandonato. Cosi lo trova la guardia: quasi inginocchiato contro il cardine della porta, paonazzo, rantolante. Lo libera e lo adagia sulla branda, dà l'allarme. Accorrono altre guardie, il direttore. Portano l'Isnardi al Centro clinico del carcere e il dott. Osegiia fa chianare un otorino e un cardiologo: sta an cora praticando la respirazione artificiale al giovane asfissiato, quando arrivano gli specialisti L'otorino interviene con la tracheotomia, il cardiologo con il massaggio al cuore. Dopo un'ora Isnardi viene trasferito all'infermeria del carcere, assicurato al letto, perché si agita, vuole morire. Due infermieri non lo perdono di vista, è ancora gravissimo. La madre tia appreso la notizia, a Moncalieri, da « Stampa Sera ». « Per forza, Pietro ù malato * ha gridato, ed ò scoppiata a piangerò in mezzo alla strada. Abbiamo già detto di Lodovica Isnardi, 59 anni, quasi sorda. Il marito, che era muratore, si è ucciso per i dispiaceri avuti dal figlio. Pietro ha 28 anni e ne ha passato dieci in prigione, per violenza carnale e per furto. La madre è andata a trovarlo tutte le volte che poteva, al carcere di Torino e di Casale, a quello di Alessandria e di Moncalieri. Gli portava biancheria, frutta e sigarette. Lui le diceva: «Quando uscirò, mi metterò a posto. Lavorerò. Tu starai tranquilla». Lei ascoltava con l'apparecchio per i sordi e gli credeva. Lodovica Isnardi vive lavando i piatti per cinque, sei ore il giorno a 300 lire all'ora. Ci dice: « Pietro è nato in questa casa, in questa stanza. Ma non voglio più vederlo ». Subito però sembra avere paura di quello che ha detto e aggiunge'precipitosamente: « Il 'mio bimbo è malato per aver ' tatto quelle cose. Ha sempre" avuto ; paura di uccidere una mosca. E' molto affettuoso con me, pieno di attenzioni. Voleva sempre farmi lui il caffè ». E' scossa dai singhiozzi: « Non lo vedrò mai più ». Il 16 giugno è andata ad aspettarlo all'uscita del carcere ed è rincasato al suo braccio « Stava molto con me — ci dice. — Ma la sera io andavo ì dormire presto e lui usciva. Era stato troppo tempo chiuso... ». Usciva con un lungo coltello e pieno di violenza. Alcune delle sue notti sono state ricostruite Quella del 21 luglio è nei boschi di Vinovo. rapisce Maria Bellenghi al suo accompagna tore e la riporta indietro dopo due ore. Quella del 31 luglio nella campagna di Chieri, tenta di rapire una ragazza, ruba l'auto a un giovane, raggiunge Pinerolo e rapina Tina Acunzo. Quella del 1" agosto ruba una macchina a Torino, ritorna Pinerolo e in mezz'ora rapina due donne, Rosa Ru e Anto nietia Martuscolll. La notte del 16 agosto tapina una coppia a Grugliasco, gli porta via In « Giulietta ». corre a Pinerolo per rapinare qualche ragazza ma non gli riesce, torna a Torino, depreda una donna in cor so Inghilterra, va in corso Mas simo d'Azeglio e sta per ritentare il colpo quando è scoperto dai carabinieri. Non si sa come lui passato tutte le altre notti. Non si sa come lia passato la sera del 20 giugno, quando fu ucciso in ri va al Po Sabino Alvigi e fu ferita Maria Labate. Per questo delitto forti sospetti si sono puntati nei giorni scorsi su Pie tro Isnardi. L'altro ieri i cara-1 binieri gli hanno chiesto come aveva trascorso domenica 20 giugno. Non ha avuto un buon alibi da offrire. E" ritornato ntcdndvc nella sua cella d'isolamento dì tre metri per quattro sapendo che si sospettava dì lui per il delitto di Moncalieri. Aveva i nervi a pezzi. Da tre giorni vedeva ricomparirgli davanti le vittimo delle sue « notti brave », che lo avevano riconosciuto dall? fotografie dei giornali. Ora le notti in carcero erano popolate di fantasmi e di disperazione. E' l'inutile rimpianto per una vita sbagliata. Il ricordo del padre che si ucciso sotto un treno e quello della madre, logorata dai dispiaceri e dalla fatica, che lava i piatti nelle trattorie, sorda, povera donna. Ventotto anni di cui dieci passati in prigione: quanti altri anni di carcero? E gli sarebbero cadute addosso altre accuse? Dopo una notte tormentata, ieri mattina Pietro Isnardi ha lasciato che passasse la guardia con la colazione, poi ha cominciato a ridurre il lenzuolo in strisce o le ha attorcigliate, legate, no ha fatto una fune. Pietro Isnardi è gravissimo - La madre: « Non lo vedrò più » Maria Bellenghi, la ragazza rapita a Vinovo, lo ha riconosciuto dai giornali (Telefoto da Venezia)