I più interessanti francobolli degli antichi Stati italiani

I più interessanti francobolli degli antichi Stati italiani RISPOSTE Al LETTORI I più interessanti francobolli degli antichi Stati italiani I due valori da mezzo tornese emessi in Napoli durante ia dittatura di Garibaldi, detti « Trinacria » e « Croce » Nacquero da un francobollo borbonico modificato dalle Poste sarde - Servirono per la spedizione dei giornali Vorrei sapere oliali sono i francobolli pia interessanti, per stranezza della loro storia o per rarità o per curiosità del loro uso, fra tutti quelli degli antichi Stati italiani. In particolare, vorrei conoscere la storia dei cosiddetti « Trinacria » e « Croce » delle Provincie Napoletane. (Segue la firma) Il 21 ottobre 1860 un plebiscito dei cittadini delle Provincie Napoletane deliberava, ad enorme maggioranza. « l'annessione alla monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele II ». La decisione confermava i sentimenti del popolo, che il 7 settembre aveva accolto in Napoli con grandi manifestazioni di gioia Giuseppe Garibaldi, considerato il liberatore dalla oppressione borbonica. Tra moltissima gente felice del cambiamento, vi erano i nostalgici del passato regime di Ferdinando II e qualcuno che già aveva motivo di lagnarsi; tra questi i direttori dei periodici pubblicati in Napoli, che sì rivolsero al nuovo governo per ottenere una riduzione delle tariffe postali. Essi richiedevano la parità con i loro colleghi del Regno Sardo, dove le stampe periodiche fruivano della tariffa di un centesimo sino al peso di 20 grammi e l'affrancamento avveniva con l'apposizione del bollo «Periodici franchi » oppure « Stampati franchi - centesimi uno ». Nel Regno di Napoli erano in corso dal 1" gennaio 1858 sette francobolli, dal Vi al 50 grana, con identico soggetto: stemma borbonico costituito da cavallo sfrenato, Trinacria e gigli dinastici, e tutti di un medesimo colore, che nel corso delle molteplici tirature ebbe varie sfumature dal rosa 111laceo al carminio cupo. Nel periodo borbonico i giornali dovevano essere affrancati con il Vi grano, pari a 2 centesimi. Le Poste sarde furono pronte ad accogliere la richiesta dei rappresentanti della stampa e siccome era in preparazione per il 1" gennaio 1861 un francobollo da 1 centesimo che avrebbe dovuto sostituire i bolli sino ad allora adoperati, decisero l'emissione di un francobollo per gli stampati anche nelle Provincie Napoletane. Sussisteva però una difficoltà, e cioè la diversità della moneta allora in corso nei territori già borbonici, che era il ducato diviso in 100 grana. Il grano (parificato a 4 centesimi) a sua volta si divideva in due tornesi (1 tornese = 2 centesimi). Sinché non fosse stata posta fuori corso la moneta borbonica — il che avvenne soltanto dopo la metà del 1861 — era pertanto necessario che il nuovo francobollo avesse il suo valore secondo il vecchio sistema monetario. Vi era inoltre una seconda complicazione: :1 francobollo borbonico di minor valore facciale era il H grano (2 centesimi), mentre occorreva un francobollo da 1 centesimo. L'Amministrazione postale sarda trovò un sistema semplice e rapido per risolvere la situazione: sulla tavola che serviva per la stampa del V» grano la «G» (Grano) venne sostituita con una «T» (Tornese) per ottenere un francobollo da Vi tornese, pari ad un centesimo. Per guadagnare tempo si trascurò inizialmente il fatto che sul Vi grano figurassero gli emblemi della Casa regnante decaduta e quindi si ritoccò metà della tavola del li grano raschiando la «G) e punzonando al suo posto la « T ». Ciò avvenne sui cento esemplari della metà sinistra dell'intera tavola, che era composta di 200 riproduzioni, mentre gli altri cento conservarono il vecchio valore nel caso fosse ancora necessario stampare dei francobolli da M grano. Si provvide inoltre a mutare il colore del nuovo francobollo stampandolo in azzurro, il colore dei Savoia. Esso avrebbe cosi caratterizzato la nuova emissione, che 'el resto era provvisoria: dopo la stampa di un certo quantitativo di esemplari la tavola doveva infatti essere modificata con la raschiatura degli emblemi borbonici che sarebbero stati sostituiti dalla Croce di Savoia, con la stampa sempre in azzurro., Questo Vi tornese, che i filatelisti chiamano «Trinacria» per uno degli emblemi borbonici che in esso appare, venne emesso il 6 novembre. Esattamente un mese più tardi, e cioè il 6 dicembre, compariva il nuovo ■6 tornese che sostituiva il precedente; in così breve lasso di tempo duecento « Croci di Savoia » erano state infatti incise al posto dello stemma dei Borboni. Per avere sempre la possibilità di stampare francobolli da Vi grano, si lasciò ancora la vecchia « G » sulla metà di destra della tavola e pertanto anche il Vi tornese «Croce» (così esso è chiamato) venne stampato con la metà di sinistra, in fogli di cento esemplari. Aggiungiamo che sia la «Trinacria» sia la «Croce» furono stampate sulla carta con filigrana « gigli » che era servita in precedenza per i francobolli borbonici. Poiché i fogli erano di formato maggiore della mezza tavola da stampa, si conoscono alcuni rarissimi esemplari aventi' sulla sinistra l'interspazio tra le due metà della tavola ed Inoltre una piccola parte — circa un quinto — dell'adiacente francobollo dell'altra mezza tavola, quella conservante la «G» di grano. Questa porzione di francobollo è troppo piccola per comprendere anche la parte in cui figura il valore; se così non fosse avremmo degli esemplari in azzurro, con la Croce di Savoia, da 1/2 grano. , Esiste però una coppia nuova della « Croce », posizioni 1 e 2 con margine di foglio in alto, interspazio di gruppo e piccola parte di francobollo dell'altra mezza tavola sulla sinistra, che presenta un leggero decalco al verso e cioè l'impronta in azzurro di una «^ Croce » nella quale è ben visibile la «G» del valore. Tale impronta proviene dalla metà di destra della tavola, erroneamente inchiostrata durante la stampa e sulla quale fu appoggiato il foglio del 1/2 tornese «Croce». Questa varietà è una delle più classiche ed interessanti esistenti nel mondo. I due 1/2 tornese del 1860 sono tra i più interessanti francobolli degli antichi Stati italiani, sia per la loro storia e sia per la rarità, specialmente della « Trinacria v La rarità degli esemplari usati è dovuta a parecchie circostanze. Entrambi i 1/2 tornese vennero stampati in quantità limitate ed il loro uso fu di breve durata. Giulio Bolaffi Il Mi tornese « Croce » del dicembre 1860 a Napoli

Persone citate: Borboni, Giulio Bolaffi, Giuseppe Garibaldi, Savoia, Tornese, Vittorio Emanuele Ii

Luoghi citati: Napoli