In vendita a Praga il diario di Clementi il ministro fatto imputare da Stalin

In vendita a Praga il diario di Clementi il ministro fatto imputare da Stalin In vendita a Praga il diario di Clementi il ministro fatto imputare da Stalin Condannato a morte nel 1952 per « tradimento e spionaggio », Clementis venne riabilitato due anni fa - Quando Hitler invase la Cecoslovacchia, fuggì a Londra: il libro è la cronaca del suo esilio - I critici commentano: «Dobbiamo leggere queste pagine con grande vergogna» (Dal nostro corrispondente) Vienna, 19 agosto. Nelle vetrine di Praga è comparso in questi giorni il libro di memorie Cronache incompiute dell'ex ministro defili Esteri cecoslovacco Vlado Clementis, eliminato da Stalin nel 1952. Il volume, pubblicato lo scorso autunno dall'Editrice Statale di Bratislava, era stato fino ad ora posto in vendita « soltanto» in Slovacchia, patria dell'autore, dove nacque a Tisovice nel 1900 e centro di quel sordo movimento di opposizione ai « duri » di Praga che è guidato dal poeta nazionale Laco Novomeski, amico di Clementis. L'ex ministro degli Esteri fu condannato a morte assieme a Rudolf Slanski e a nove altri imputati (ad altri furono comminate pene all'ergastolo) al termine del processo svoltosi dal 20 al 27 novembre 1952 a Praga per « tradimento, deviazionismo ideologico, sionismo, spionaggio a favore delle potenze occidentali e titoismo ». Venne impiccato all'alba del 3 dicembre 1952. Il suo nome è stato riabilitato dopo il dodicesimo congresso cecoslovacco nel 1963. Ora la comparsa delle sue memorie anche a Praga va considerata come la piena riabilitazione e il riconoscimento che la sua condanna fu in giusta. Il libro dì Clementis fu scritto durante il periodo di internamento a Londra nel 1939 durante l'occupazione nazista della Cecoslovacchia. (I collaboratori di Hitler condannarono l'avvocato e giornalista comunista a morte in contumacia). Clementis divenne ministro degli Esteri del governo in esilio pronunciando una secca condanna contro il patto StalinHitler (condanna che influì sulla sua liquidazione nel 1952). Tornato in patria nel dopoguerra, Clementis ricopri cariche importanti, dopo che nel 1943 era stato « perdonato > da Mosca. Fu sottosegretario agii Esteri nel governo di Gottwald che aveva sostituito il primo ministro Fierlinger nel luglio 1946 (nelle elezioni politiche del 26 maggio i comunisti avevano ottenuto il 38 per cento dei voti e avevano formato un gabinetto di coalizione contro altri gruppi). Ministro degli Esteri era Jan Masarik che il 10 marzo 1948 si gettò dalla finestra del suo ufficio, un mese dopo il colpo di Stato che rese Gottwald padrone assoluto della Cecoslovacchia. Clementis fu il suo successore. Nel marzo 1950 fu improvvisamente destituito e 11 mesi dopo sotto l'imputazione di « gravi errori deviazionisti » avviato in tutta segretezza nel carcere di Pankrac. In quel momento si trovavano a Praga l'ex capo della polizia sovietica Beria, il maresciallo Koniev e l'ambasciatore Valerian, attuale titolare della missione sovietica di Parigi, che parteciparono attivamente alla grande epurazione operata nelle file del partito. Dal carcere Clementis scrisse nel 1951 al suo amico Novomeski: «Sono innocente, vi invito a non dubitare, malgrado tutto ciò che accade, della verità e delle giuste ragioni del socialismo. Non ho mai commesso le colpe ascrittemi e ammesse dinanzi al tribunale ». Novomeski venne condannato a sua volta all'ergastolo nel 1954 sotto l'accusa di nazionalismo borghese e radiato dalle file degli scrittori per « indegnità ». E' stato riabilitato soltanto tre anni fa. Egli si è proposto fin dall'inizio di ottenere la postuma riabilitazione pubblica di Clementis. Il volume uscito a Praga contiene una sua lunga prefazione. c Dobbiamo prendere questo libro in mano con un sentimento di grande vergogna » ha detto Radio Praga qualche giorno fa dando lettura di una breve recensione autorizzata. < L'autore dimostra attraverso queste pagine di diario una grande sensibilità, finezza e no¬ biltà di carattere e rispecchia serenamente e con profonda competenza un periodo della nostra storia in cui ha vissuto fuori della Cecoslovacchia ma che molti conoscono per averlo trascorso in paria». Laco Novomeski è riuscito ad avere piena soddisfazione per il suo grande amico. Bruno Tedeschi IlllllMIMIIMIIIIIIIMIIillllllllllllllllMIMIIIIlllll