«Desideri nel sole»: l'ultima vacanza di un giovane che andrà in guerra

«Desideri nel sole»: l'ultima vacanza di un giovane che andrà in guerra SULLO SCHERMO «Desideri nel sole»: l'ultima vacanza di un giovane che andrà in guerra «Il giorno dopo»: conseguenze dello sbarco in Normandia (Romano) — Raramente un film ebbe vita più travagliata di Desideri nel sole («Adieu Philippinc ») che, per tacere delle beghe tra produttore e regista, potè essere presentato al pubblicò francese soltanto nell'autunno del '63, oltre due anni dalla fine delle riprese. Nessuna meraviglia che esso giunga in ritardo anche allo spettatore italiano. Opera prima dell'aiIora trentaquattrenne Jacques Rozier, essa è stata portata alle stelle da una parte della critica francese, mentre l'altra l'ha demolita senza pietà. 11 chiasso, e se n'è fatto, non sembra tuttavia proporzionato al valore intrinseco del film. Chi l'ha esaltato come il capolavoro della nouvelle vague, ha dimenticato Godard e Truf faut; chi non gli ha risparmiato i colpi, non s'è accorto della spontaneità e della freschezza di un promettente esordio. Se infatti «Adieu Philippine » ha, tra molti difotti di inesperienza e di presunzione, un merito, è di essere il film di un giovane sui giovani e per i giovani. Il protagonista, Michel, ha poco più di vent'anni, la sua storia è quella di chi sta per andare soldato; è quindi anche la storia di un addio alla giovinezza. Ed è una storia semplice come i suoi personaggi: ecco Michel al suo modesto lavoro alla televisione, in macchina con gli amici a tavola con i familiari, a spas so con due ragazze che ha conosciuto contemporaneamente, e ancora al lavoro con un registucolo di filmetti pubblicitari (Vittorio Caprioli). Poi una brusca svolta: Michel è stanco, la chiamata di leva è vicina, pianta tutto c va in vacanza in Corsica. Le due ragazze lo raggiungono, lui amoreggia con l'una, poi con l'altra. Malumore e gelosie. Ma sono vacanze felici, le nubi passeggere. Finché non giunge il richiamo, prima del previsto e per l'Algeria. Alla lunga scena degli addii tra Michel e le fanciulle seguono, folgoranti, pochi fotogrammi: un soldato cade in battaglia, una croce con il nome di Michel. Anche se di questo Anale non v'è traccia nella sceneggiatura (supponiamo che Rozier l'abbia aggiunto rifacendo il montaggio), esso è ab¬ bastanza illuminante e getta un'ombra di retrospettiva malinconia sulle scene gaie che l'hanno preceduto. Ci si ricorda allora che, all'inizio, una scritta avvertiva: Parigi I960; e si comprende l'attualità di un film che, come giustamente è stato detto, è al presente, girato come esso è fuori degli studi, fra la gente, con tre interpreti sconosciuti (JeanClaude Aimini, Yveline Cery, Stefania Sabatini) che hanno i volti dei giovani d'oggi. Sconcertante nelle sue improvvisazioni, irritante nelle sue lungaggini, si sente tuttavia nel film il polso di un regista che sa già il fatto suo. Lo conferma il cortometraggio Paparazzi che l'accompagna, in cui Rozier ha colto con acutezza alcuni momenti della guerra fra Brigitte Bardot e i fotografi durante le ripre se del Disprezzo di Godard aCapri. * * Glsfor) — Non fosse altro che per il sostenuto impianto produttivo, Il giorno dopo(« Up from the beach », di Robert Parrish) sovrasta notevolmente l'abituale produzione estiva. E' un cinemascope bianco e nero derivato da un romanzo di George Barr, Epitaffio per un nemico, e realizzato dalla stessa casa che due anni fa si impegnò a fondo con II giorno più lungo, di cui il film odierno ha in comune non solo l'argomento di fon- do ma anche, in parti diverse, taluno degli interpreti. Più che lo sbarco in Normandia qui però si descrivono certi marginali effetti di esso: le conseguenze, per esempio, della presenza di alcuni nuclei di civili, impossibili a trasferire, nei riguardi degli alleati appena sbarcati. Una ventina di francesi, uomini e donne, per lo più avanti negli anni, sono affidati a due militari americani per essere imbarcati per l'Inghilterra, dato che il villaggio di quei malcapitati è obbiettivo di guerra ancora in mano ai nazisti, cui gli anglo-americani debbono strapparlo. Il trasferimento oltrc Manica di questi profu . ghi è impossibile: così essi so-ìno costretti a vagare Indifesi e spauriti in zona d'operazio-1ni in attesa che la liberazione Idel loro villaggio diventi l'au-lspicata realtà. Film corale, e tuttavia affi- jdato a più d'un interprete di! rilievo, Il giorno dopo è stato ! diretto da Robert Parrish ba- : dando più agli effetti spetta-colari che non allo studio par-ticolareggiato dei caratteri,nessuno dei quali è veramente approfondito. Ma appunto per- che gli attori sono bravi l'in-teresse si mantiene vivo an-|che nei momenti narrativa-monte stanchi e convenzionali. Citiamo: Cliff Robertson, Red Buttons. Francoise Rosay, Ma- rius Goring. Irina Demick, Broderick Crawford. vice

Luoghi citati: Algeria, Inghilterra, Normandia, Parigi