Sulla Riviera Ligure almeno per una settimana la gente modesta siede accanto a quella ricca

Sulla Riviera Ligure almeno per una settimana la gente modesta siede accanto a quella ricca Sulla Riviera Ligure almeno per una settimana la gente modesta siede accanto a quella ricca Alla spiaggia, al ristorante, al caffè non c'è differenza fra l'industriale e l'impiegato comunale - Circa 250 mila ospiti (italiani e stranieri) fra Genova e Ventimiglia - Si allarga la schiera dei villeggianti che cercano riposo e distensione con gite in barca (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 13 agosto. Arrivano i gitanti dall'Inghilterra, dalla vicina Francia, anche dalla Spagna: su 6000 automobili che entrano nelle ventiquattro ore da ponte San Lodovico, il nuovo valico di confine, almeno 1500 sono di stranieri che passeranno in Riviera più di un giorno, aggiungendosi alla gran marea della festa popolare di Ferragosto, un tempo tipicamente nostrana (il 67 per cento dei turisti stranieri in Italia, che furono 21, milioni nel 1961,, arriva in automobile, e quasi un decimo passa per la costa ligure). Ci sono poi i gitanti del Piemonte e della Lombardia. Salutano gridando dai finestrini degli autopullman, che hanno numeri di carta incollati ai vetri, emblemi di cooperative e di circoli aziendali. Scendono tutti in folla, si fotografano vociando sulla scalinata del Casinò, sulla passeggiata con le palme, sulla banchina del porto; il fondale dei ritratti à un gran motoscafo, imo di quegli appartamenti galleggianti che sembrano fatti di terrazze, con i marinai in maglietta bianca che servono il drink ghiacciato al padrone e a due belle donne, stese sui cuscini azzurri della terrazza più alta. I gitanti commentano, ridono, si domandano l'un l'altro quale sia mai il costo di tanto lusso. Incontro fra i personaggi popolareschi della grande rappresentazione internazionale di Ferragosto e le minoranze che quasi inavvertitamente ostentano le prove della ricchezza; due estremi, ma la bilancia pende dalla parte delle masse, che dominano quasi incontrastate lo spettacolo collettivo. Pochi i gruppetti con l fiaschi, i sacchi, i pacchi di carta colmi di cibarie; i più, quelli che vengono con l'utilitaria, magari col canotto di gomma sul tetto, sono ormai convcrtiti al pic-nic dignitoso sotto la tenda, disposti ad una parte di protagonisti e non più di spettatori. La lo¬ ro preponderanza numerica è schiacciante. Da Ventimiglia a Varazze i posti-letto accertati ufficialmente sono 130.853: soltanto qualche centinaio in alberghi di lusso o di prima categoria, il resto in alberghi di seconda e di terza, in pensioni e locande. Nella provincia di Savona, la più densamente popolata perche più ricca dì spiagge e più estesa sul mare, gli alberghi di prima categoria sono due, su 12.11, « esercizi » registrati dagli enti turistici. Gli abitanti provvisori di Ferragosto dormono sotto la tenda (più di 60 villaggi di tende, qualcuno con 500 ospiti), mangiano sulle spiagge, oppure vivono in duemila pensioni e pensioncine, in alcune centinaia di alberghi che negli ultimi anni hanno raggiunto un grado medio di conforto piuttosto elevato pur essendo classificati di categoria ecojiomica. Sulla spiaggia davanti al corso Imperatrice un colloquio col signor Danilo C, contabile in una piccola ditta com- merciale di Voghera, illumina il comportamento e le condizioni della massa piccolo-borghese in vacanza per Ferragosto in Riviera: « lo sono scapolo -"-'dice Danilo — e guadagno 110.000 lire al mese. Ho trovato a Bordighera una pensione ottima, a mezza collina, per tremila lire al giorno. Dieci giorni di vacanza, 30 mila lire, posso permettermelo ». E' soddisfatto della pensione? « Mi avevano detto che in Riviera tutto ò molto caro, più caro che altrove. Ma con tremila lire al giorno io ho alla mattina un tè completo, abbondante; all'una un ottimo pasto, preceduto da melone e prosciutto; alla sera c'è spesso il dolce». Perché ha scelto la Riviera in pieno agosto, nel tempo del massimo affollameli to? «Perché qui, pur con tan ta gente, si ha sempre uno sfogo; le colline dell'interno sono tranquille, i panorami stupendi. E poi i paesi della Riviera son fatti in 7nodo che ci si sente tutti a casa, non c'è differenza fra gente modesta e ricchi, tutti assieme». L'annotazione tocca una del le attrattive più sicure della .Riviera, che andrebbe tutelata rigidamente: la disposizione antica dei nuclei abitati, posti lungo il mare con file di case a corona delle spiagge, facilita gli incontri di folle e di individui, annulla gli isolamenti esclusivi che intimidiscono le folle. A un caffè sul lungomare di Arma di Taggia ecco una famiglia di ferrovieri di Liverpool, un dentista torinese, un negoziante orafo di Valenza con moglie e tre ra gozzi, un magistrato di Pavia con madre, padre, sorella e due nipoti, un garagista di Biella. Con 200 lire una bibita al chiaro di luna e al fresco; molti caffè-salotto della Riviera, con buone orchestrine o qualche ottimo solista (si diffonde la voga, venuta dal la Francia, degli studenti-artisti che suonano la chitarra o il pianoforte nelle sere d'estate per pagarsi le vacanze) non fanno pagare più di 300 lire la consumazione normale, 500 lire la bibita alcoolica con misture esotiche. Non è poco, ma la famiglia dal piccolo bilancio può passare la sua serata a fianco del grande industriale o finanziere, senza più avere il sospetto d'essersi avventurata in una riserva senza permesso, a osservare gli svaghi o gli ozi altrui. Stiamo diventando più civili, almeno nel rapporto umano e sociale dei ,"ighi di vacanza; il monologo della ricchezza, che caratterizzò gli anni del «miracolo», diventa un dialogo più modesto, ma non più irritante. Ci l'i tempo delle automobili per ricchi, dei condomini lussuosi per arricchiti, dei portìcciuoli popolati da yachts sempre più grandi, potenti e costosi. Oggi il protagonista è "uomo comune, con la sua automobile comune e il barellino di plastica, o soltanto col suo pigro sostare sotto l'ombrellone leggendo un settimana!" illustrato. Non tutti gli v ''-'"ni, è vero, pos¬ sm sono permettersi le vacanze; ma su 12 milioni che in tutto l'anno si allontanano da casa per almeno una settimana, in cerca di svago e di riposo, la percentuale delle famiglie comuni aumenta, mentre il costume delle vacanze si uniforma Cerchiamo altri campioni sulla spiaggia di Diano Marina: sotto ombrelloni vicini la signora Marta C. proprietaria di un negozio di abbigliamento a Lucca, il commerciante imperiese Ernesto D., la famiglia dell'ingegner Ugo C, buon industriale milanese di vecchia tradizione, con casa in via Senato, quattro impiegati comu noli ancora milanesi, con trera gozzi. La famiglia dell'ingegner Ugo C, abituata in altri tempi a più splendide vacanze, si trova in felice armonia con quelle degli impiegati comunali; afflt tana in comune una barca da pesca, i ragazzi si divertono su un «Flying Junior», leggera barca a vela di materia pia stica. Si trovano a migliaia o decine di migliaia i gruppi di questo tipo. Hanno un modulo di vita quotidiana costante: la mattina in spiaggia per il bagno con qualche tentativo di pesca, il pomeriggio in gita sulle colline o lungo la Riviera (il traffico densissimo non li scoraggia), la sera a un caffè all'aperto. I giovani e giovanissimi hanno infiniti night clubs, cantine con giradischi, piccole « balère » di campagna dove con poche centinaia di lire si arriva all'alba. Scarsi, o nulli, i rapporti diretti con gli stranieri, che hanno abitudini diverse, arrivando alla spiaggia molto più presto e passando al sole l'intera giornata, fino al tramonto. Si va allargando la schiera degli italiani che cercano sfogo nel mare, disdegnando la vita di spiaggia per la felicità della vita su un battello qualsiasi, un tempo considerata felicità di privilegiati. La confusione di questi giorni è grande, come la difficoltà di rilevamenti statistici attendibili che non cadano nell'invenzione grottesca. Si ripete die il Ferragosto 1065 è più brillante, turisticamente, di quello 1961,; i timori di un ristagno, seguiti alle diminuzioni di arrivi dall'estero accentuate nel '63-'61,, sembrano fugati anche se in luglio molte stazioni della Riviera hanno lamentato una scarsa vivacità. Alcuni dati certi: la maggior parte dei posti ancora disponibili si trova negli alberghi più costosi, a conferma del fenomeno di livellamento di cui si è detto e che ha le sue ultime eccezioni in alcuni angoli della Riviera di Levante, come Paraggi e Portofino. Calcolando gli italiani e stranieri presenti in alberghi, pensioni, camere affittate e case private di parenti o amici, si arriva a un totale di circa 250 mila persone accertate fra Genova e Ventimiglia; nessuno può avere, però, un'idea della realtà nascosta nelle stanze dove dormono cinque persone, delle popolazioni che vivono sotto la tenda in campeggi non controllati, dei gitanti che passano la notte in automobile, per il Ferragosto immancabilmente avventuroso. Mario Fazio

Persone citate: Danilo C, Ernesto D., Flying Junior, Mario Fazio, Marta C., Scarsi