Motta teme l'esclusione

Motta teme l'esclusione Ciclismo: si discute sulla formazione italiana ai « Motta teme l'esclusione Il corridore lombardo è rientrato dal Belgio - Anquetil è il suo favorito per il titolo a S. Sebastiano, ma ha molta fiducia nelle possibilità di Gimondi (Nostro servìzio particolare) Milano. 12 agosto. Gianni Motta ha fatto ritorno stamani a Milano con un aereo proveniente da Bruxelles, dopo aver partecipato in Belgio ed in Lussemburgo a quattro circuiti e a tre riunioni su pista. E' arrivato reggendo una borsa-valigia nella mano destra e sospingendo con la sinistra la bicicletta, priva della ruota anteriore, c Me l'hanno presa ieri a Lussemburgo come souvenir. Non ho potuto dir di no », — ha spiegato a Giorgio Albani, — il suo direttore sportivo, che era ad attenderlo con un fotografo e due cronisti. Sono finiti i tempi belli in cui Motta era considerato il numero uno del ciclismo ita liano. Ora lo scettro 6 passato nelle mani di Felice Gimondi, e Motta, sebbene si sforai di non farlo apparire, soffre sen tendosi abbandonato e dimenticato. «Che impressione le fa il vedersi trascurato? », gli è stato domandato. «Bella no di certo », ha borbottato il corridore, con lo stemma della Molteni cucito sul taschino della giacca grigia, il distintivo della Molteni all'occhiello della giac ca e la cravatta della Molteni al collo. «Ma è giusto che sia così — si è affrettato ad aggiungere: — Gimondi al Tour ha fatto cose eccezionali, ed io, che gli ho corso al fianco lo posso dire meglio d'ogni altro ». Motta ha indicato in Anquetil il suo favorito d'obbligo per i « mondiali ». Degli italiani, per lui quello che ha maggiori probabilità di successo è Dancelli, a meno che Gimondi non cammini come al Tour. «Felice è capace di scattare di prepotenza e di seminare tutti gli avversari lungo la strada », ha spiegato. «E Motta? », gli è stato domandato. Di sé Gianni Motta sembra non aver troppa liducia. « Sto bene di fisico e di forma — ha detto. — Proprio ieri in Lussemburgo Van Steenbergen mi ha fatto i complimenti perché vado forte, ma non so se Magni mi includerà nella squadra azzurra. Pur di partecipare ai « mondiali » sarei disposto a fare il gregario a qualunque compagno di squadra, ma la maglia dovrò conquistarmela sabato a Varese, e non sarà facile. La gente si è dimenticata di me, ma non miei avversari, che mi marcano sempre stretto. Comunque, farò il possibile per mettermi in luce ». Lunedì mattina Motta ripartirà per la Francia, dovendo gareggiare lunedì sera, mar tedi e mercoledì in pista. Giovedì, se Magni lo includerà nella squadra azzurra, raggiungerà i compagni ad Imola. « Altrimenti — ha concluso malin conicamente Motta — non mi rimarrà che ritirarmi a casa in buon ordine e meditare sul futuro. Una magra soddisfa zione, per un corridore di ven tidue anni... ». Giorgio Albani, direttore sportivo della Molteni, si è detto comunque sicuro che il pessimismo di Motta sarà smentito dai fatti. « Gianni non ha avuto fortuna ultimamente — ha detto — ma questo non giustifica che si parli di lui soltanto per mettere in dubbio la sua presenza nella squadra azzurra. L'anno scorso, all'epoca del Giro dell'Appennino, Zilioli non era certo a) massimo del rendimento, eppure Magni diede fiducia alla classe del corridore e lo chiamò a Sallanches. E fece bene, dato che il torinese fu tra i migliori. Non vedo perché ora Motta non meriti lo stesso trattamento ». Albani pensa inoltre che la vera forza della sua squadra risieda nell'affiatamento e nella reciproca dedizione fra il campione d'Italia Dancelli, Gianni Motta e De Rosso. Giorgio Bellani