Nega il colonnello accusato di peculato

Nega il colonnello accusato di peculato Nega il colonnello accusato di peculato La vicenda di Napoli - L'alto ufficiale dei carabinieri ha 61 anni - E' anche imputato di sequestro di persona (Dal nostro corrispondente) Napoli, 12 agosto. La Procura Generale del Tribunale di Napoli ha disposto di procedere con l'istruzione formale contro il colonnello Michele Caruso, vice comandante della Legione dei carabinieri di Napoli, accusato di « sequestro di persona, peculato, con l'aggravante dei motivi abbietti, e per aver agito con abuso dei poteri inerenti alla sua funzione di ufficiale di polizia giudiziaria ». Nella delicata vicenda è incriminata anche la signorina Virginia Cafarelli di 29 anni, studentessa fuori corso della Facoltà di medicina: secondo l'accusa ella sarebbe responsabile di concorso nell'internamento della propria madre — Nina Ligorio vedova Cafarelli, di 55 anni — presso l'ospedale psichiatrico « Leonardo Bianchi I fatti che hanno dato luogo al procedimento giudiziario risalgono a molti anni fa e trovano origine nell' intima amicizia esistente un tempo fra le famiglie del colonnello Dante Cafarelli e del capitano Michele Caruso, i quali prestarono servizio in Calabria e in Campania. Entrambi sposati e con figli, i due ufficiali avevano incontri quotidiani di lavoro. L'amicizia si sarebbe poi incrinata per un rapporto sfavorevole sulla condotta del capitano da parte del colonnello Cafarelli, che nel 1959 venne messo a riposo ed Insieme con la moglie ed 1 figli Italo, Virginia e Clara si stabilì a Napoli. Per far fronte alle necessità familiari la signora Cafarelli, nel 1961, decise di dedicarsi ad una attività commerciale ed aprì un istituto di bellezza denominato « Lia :.- in una elegante strada "del centro. Nel dicembre 1962 il colonnello Cafarelli (che aveva allora 61 anni) in una crisi di sconforto si uccise con un colpo di pistola. La disgrazia riavvicinò le famiglie Cafarelli e Caruso. L'ufficiale dei carabinieri, che col grado di tenente colonnello era stato trasferito a Napoli, frequentò di nuovo assiduamente la casa degli antichi amici. La vedova Cafarelli però ebbe ben presto dei sospet¬ ti sulla natura della simpatia che il colonnello Caruso nutriva per la figlia Virginia e, temendo il peggio, cercò di allontanare l'ufficiale. La decisione della Ligorio venne accolta con una inattesa reazione. In quel tempo la donna, anche per la recente disgrazia, soffriva di uno stato di eccitazione nervosa, sicché i figli non tardarono a credere che fosse inferma di mente. L.3 indagini hanno stabilito che il 7 febbraio 1963 una squadra di carabinieri, agli ordini di un sottufficiale e per interessamento del colonnello Caruso, si presentò in via Girolamo Santacroce, prelevando la signora. Ella venne accompagnata al pronto soccorso psichiatrico dell'ospedale Morvillo. Qui, dopo 24 ore di osservazione, fu trasferita all'ospedale psichiatrico provinciale « Leonardo Bianchi » con la diagnosi di alienata mentale. Dopo il ricovero della vedova Cafarelli, il Caruso si assunse il compito di guidare la famiglia del defunto collega. Comunque, i medici del manicomio provinciale accertarono che la signora Cafarelli non era malata di mente. La vicenda venne portata a conoscenza della magistratura. A quanto risulta, il colonnello Caruso ha respinto sdegnato tutte le accuse, affermando che il giudizio della Magistratura chiarirà la vicenda in tutti gli aspetti. a. 1.

Luoghi citati: Calabria, Campania, Napoli, Virginia