E conti della Nazione

E conti della Nazione Contributo allo studio del nostro sistema economico E conti della Nazione Un volume di Libero Lenti sulla formazione, l'impiego e la distribuzione del reddito in Italia e sull'analisi della ricchezza nazionale In qual senso si può discorrere di un Trattato italiano di economia; come si definiscono i venti volumi che economisti, statistici, aziendari italiani vengono pubblicando per i tipi dell'Utet? Non certo, per sostenere la esistenza di una teorizzazione economica esclusivamente o prevalentemente Italiana, da contrapporre ad altre teorizzazioni nazionali. I ragionamenti, i modelli, gli schemi oggi usati dagli economisti (come dagli altri scienziati) costituiscono l'apporto di studiosi, in feconda collaborazione internazionale. Tuttavia, se è generale la teorizzazione economica, non è certamente più tale il processo di verifica dei ragionamenti, degli schemi, dei modelli, al banco dell'esperienza di un determinato sieterna economico; pertanto non è più tale il processo selettivo di quegli apporti teorici. Al fine di individuare quelli che siano meglio adatti ad interpretare la realtà italiana. E per ricordare quelli che, di fatto, siano stati utilizzati, come giuda a processi d'azione concreta. Allora: in quanto si dedichino prevalentemente a codeste ricerche, economisti, sociologi, eccetera possono ben scrivere un Trattato italiano di economia. Come ne furono scritti altri, inglese per gli inglesi, eccetera. Queste riflessioni si presentavano alla nostra mente, esaminando, per l'appunto, nella collezione Utet il poderoso volume di Libero Lenti / conti della nazione (Torino, 1965, pagine 1194, lire 13.500). E' una ricerca non soltanto approfondita, ma in un certo senso unica, sulla contabilità nazionale in genere e sui suoi apporti nell'ambito del nostro sistema economico. La contabilità nazionale, sappiamo, è tutto sommato un sistema di idee (meglio, una rete concettuale) messo faticosamente a punto per poter descrivere (e talvolta modificare) ciò che avviene in un moderno sistema economico: soprattutto nell'ambito dei suoi flussi fra grandi Operatori (famiglie, imprese, Pubblica Amministrazione, ecc.), valutati sia nel loro aspetto reale, che nel loro aspetto monetario. In ogni sistema economico, pertanto, se l'insieme concettuale è, in un certo senso, comune e spesso deliberatamente unificato; la messa a punto del sistema di valutazione è invece specifico ed è per l'appunto quello che, in particolar modo, il Lenti approfondisce; avendo spesso dedicato ad esso, in passato, sue originali ricerche. Ciò detto, il disegno di quell'amplissima opera si descrive agevolmente. Poiché la contabilità nazionale riguarda il sistema economico, i primi capitoli discutono per l'appunto del sistema, nelle sue caratteristiche, nelle sue singolarità. Ma subito si entra nel vìvo. Ogni contabilità nazionale (il che non significa, si osservi, statale) si svolge attorno ad un principalissimo concetto: quello di reddito nazionale. Il Lenti, in successivi capitoli, lo considera pertanto in una triplice prospettiva. Tratta dei conti che seguono la formazione, la distribuzione, l'impiego del reddito nazionale. Pone poi in luce pregi e lacune delle valutazioni italiane e le raffronta all'esperienza altrui: Ma il concetto di « reddito », tipico concetto flusso riguardante cioè fenomeni svolgentisi nel tempo, subito ne richiama un altro. Un concetto fondo, attinente a fenomeni istantanei. Ecco, pertanto, la valutazione della ricchezza nazionale. Quali rilevazioni si hanno, in Italia, per calcolare questo colossale aggregato? E quali insegnamenti si possono trarre da queste stime, specie quando siano avvicinate alle valutazioni sul reddito? Non sono soltanto ricerche per eruditi. Le principali ripercussioni, proprio in Italia, della prima guerra mondiale da un lato; della seconda, d'altro lato, si avvertono non appena si documenti la diversa incidenza di quei colossali fenomeni, sui flussi di reddito, in primo luogo, sulla ricchezza nazionale, poi. Il secondo conflitto mondiale incise assai più profondamente sul reddito, che sulla ricchezza della nazione. A differenza del primo. Superato così il corpo centrale del suo lavoro, il Lenti approfondisce la documentazione: discutendo, in particolar modo, del piano dei conti finanziari, nonché dell'analisi mediante Tavole di interdipendenze strutturali, o Tavole di Leontief, usatissime nella contemporanea programmazione. Quanto al capitolo conclusivo, esso è dedicato alla contabilità nazionale, per la politica economica. In questo modo, il lavoro del Lenti palesa uno dei suoi pregi. Condurre innanzi la sua luhga ricerca In termini accetti sia dagli economisti, che dai sociologi e dagli statistici. Indurre questi ultimi, ad accogliere volonterosamente lo stimolo continuo che proviene loro dai primi. Ma, nello stesso tempo, persuadere gli economisti che — pur cercando di accontentarli nella loro costruzione concettuale — gli studiosi di contabilità nazionale si imbattono spesso in ostacoli assai gravi; superabili forse, ma a prezzo di compromessi, di transazioni. Onde rimangono differenze profonde fra il concetto usato dagli economisti e il suo correlato empirico, quale offerto dagli statistici. Differenze, ricche di conseguenze. Perché non riflettere per esempio alle ripercussioni dei divari tra il concetto di « valore aggiunto », quando sia usato dagli economisti; oppure dai cultori di contabilità nazionale; od infine dai finanzieri, impegnati nella messa a punto, poniamo, di nuove imposte indirette? Ferdinando di Fenìzio

Persone citate: Leontief, Libero Lenti

Luoghi citati: Fenìzio, Italia, Torino