Drammatiche ricerche di uno speleologo precipitato in un abisso presso Como, a 500 metri sotto terra

Drammatiche ricerche di uno speleologo precipitato in un abisso presso Como, a 500 metri sotto terra La tragedia della «Grotta Guglielmo» sul Monte Palanzone Drammatiche ricerche di uno speleologo precipitato in un abisso presso Como, a 500 metri sotto terra La disgrazia è avvenuta domenica pomeriggio: l'opera di soccorso dura da quasi 48 ore ma non ha dato risultati La vittima è un tipografo di 23 anni, abitante a Cinisello Balsamo (Milano) - Era sceso nella voragine con un compagno per compiere esplorazioni - Legati in cordata scalavano una parete - Ad un tratto il giovane ha lanciato un grido ed è caduto nel baratro: forse s'era sfilata la cintura di sicurezza - Le speranze di salvarlo sono ormai poche (Dal nostro inviato speciale) Como, 9 agosto. Un giovane tipografo milanese, Giovanni Piatti di 23 anni, è precipitato ieri da una parete di venti metri mentre tentava con un compagno una esplorazione della famosa « Grotta Guglielmo », sul Monte Palanzone, che sprofonda sottoterra per mezzo chilometro. Le ricerche nella voragine per ritrovare e soccorrere la vittima sono durate fino a stasera a mezzanotte, ma senza risultati: saranno riprese domattina ma ormai ben po¬ che sono le speranze di ritrovare lo speleologo in vita. L'ingresso della « Grotta Guglielmo v, dov'è avvenuto il dramma, è sul versante occidentale del Monte Palanzone, ad oltre ISSO metri di altitudine fra Asso e il lago di Como. Fin dalle prime ore di Questa mattina si è radunata una piccola folla, una settantina di villeggianti, che faceva silenziosamente ala agli speleologi che entravano e uscivano dalla grotta. Ogni volta che un viso si affacciava all'uscita della buia apertura cir- colare, dal diametro inferiore al metro e mezzo, calava un impressionante silenzio. Ma i visi dei soccorritori apparivano scuri, non c'erano buone notizie. Giovanni Piatti, residente a Cinisello Balsamo, lavora come stampatore nella tipografia dell'editore Franco Angeli, di Milano. Appassionato di speleologia aveva fatto subito amicizia con un compagno di lavoro, Danilo Mazza, di 35 anni, sposato, abitante a Milano in viale Monza 106 e capo del reparto stampa: il Mazza, infatti, è direttore tecnico del *.Gruppo Grotto di Milano. Sabato scorso i due amici hanno iniziato il periodo di ferie e già nel tardo pomeriggio avevano raggiunto il rifugio di Palanzone. Avevano in programma di raggiungere il fondo della Grotta Guglielmo, 456 metri, una delle più profonde d'Italia, per vedere se fosse possibile scendere oltre scoprendo nuovi passaggi e nuovi pozzi, ieri mattina sono partiti di buon'ora, dopo la colazione al rifugio. Riportiamo integralmente dal diario scritto dal Mazza sulla discesu: «8 agosto 1965. - Entrata ore 8,30; sul spande pozzo ore 9.05; sul fondo del grande pozzo ore 10; al campo base (— 260) ore 11,10. Impressioni di Gianni: immaginava la grotta molto più facile. Spuntino a base di ovomaltina calda, prugne secche, biscotti al plasmon. Sistemiamo i sacchi da portare sul fondo... Ore 12,20. dopo aver sistemato gli elmetti partiamo dal campo base; ore 14,35: arriviamo sul fondo, ore 15,15. si inizia la risalita ». Danilo Mazza ha raccontato: «Siamo entrati domenica mattina alle 8,30 e alle 14,35 eravamo sul fondo- Gianni non sì sentiva bene non era in for¬ ma. Aveva crampi alle gambe, e alle 15,15 abbiamo iniziato la risalita. Si attacca subito una parete verticale di trentacinque metri. Ho aperto io la strada; Gianni, assicurato a una fune, mi seguiva a una ventina di metri. Dovevo tirarlo su di forza perché lui era inspiegabilmente stremato. Quando sono arrivato al primo terrazzino, lui era fra i quindici e i venti metri dalla base della parete. Improvvisamente gli ho sentito urlare il mio nome, poi un tonfo. Ho tirato la corda. Veniva su leggera: Gianni era precipitato ». Meno di tre ore dopo Danilo Mazza, risalendo con un tempo record, senza mai assicurarsi, trascurando le più elementari precauzioni, era già al rifugio a dare l'allarme. Sarebbe stato inutile scendere a vedere se l'amico era vivo. Da solo non avrebbe potuto fare nulla. La notizia del dramma si è sparsa in un baleno; stamane una ventina di speleologi S07W arrivati fin qui da Milano, Como, Bologna, Torino e Trieste e si sono prodigati incessantemente per tutta la giornata negli strettissimi e pericolosi meandri, lungo le orride e strapiombanti pareti della grotta per calarsi sul fondo, per raggiungere Giovanni Piatti. La gente è accorsa anche dai paesi vicini (Palanza, Molino, Lemma, Blevio); nei centri sulle rive del lago centinaia di persone hanno puntato i binocoli verso la punta del monte, su cui volteggiava un elicottero della Finanza pronto a portare il Piatti a Milano se fosse stato trovato ancora in vita. Stasera alle 23 dalla « Grotta Guglielmo > è uscito Danilo Mazza, pallido, stremato, il volto scavato dalla sofferenza. « Non abbiamo trovato nulla » ha detto avvolto nella tuta di gomma; sul casco la luce della', lampada acetilene contribuiva dilucnrnchdUdaSbuvlèfpSmi^e^eWa^c"ora^'s^mr'ale \ ^il suo volto. Poi sono «sciti gli altri componenti della squadra di soccorso. Un gruppo è ri¬ masto nella grotta, suddiviso in tre campi, per l'arduo compito di portare alla superficie il corpo della vittima, operazione questa che potrebbe protrarsi ancora per tutta la giornata di domani. Questa notte arriveranno al- retzddmlutdtre squadre di speleologi dai ™ . , r,. "f ."sTorino e da Firenze. Dal rifu-, , . . ! r«yio al pai vicino paese — Pa-i-'iiamrella minore di Gianni Piatti è laggiù. Non sa ancora nulla. A Cinisello Balsamo la madre e la sorella maggiore di Piatti vivono nell'angosciosa attesa di una buona notizia. Sono sole, il padre del giovane è morto qualche anno fa, il capofamiglia era lui. Forse domani mattina le due donne verranno portate fino a Palanzone, dove si congiungeranno con l'altra sorella, e poi verranno fin eiuassù. Sulle cause della disgrazia per ora non e stato possibile sgtbsv| vj AlaJFlSdpfare altro che delle ipotesi. La mpiù probabile è che il giovane mabbia perduto la presa alla.\tscaletta in acciaio e staffa di!bduralluminio ohe servivano per drisalire, sia scivolato di lato. ssfilandosi cosi dalle gambe la scintura di sicurezza. Ma sareb-jgbe anche possibile una improv- Uvisa rottura della cintura di si curezza. del moschettone o dell'anello a cui era assicurata la corda tenuta dal Mazza. In Italia la grotta più profonda si trova sopra Verona. U. Z. ' fltdcrd Un soccorritore mentre scende nella voragine del Monte Paiamone (F. Moisio)