Atene in stato d'allarme la reggia presidiata dalle truppe di Alberto Ronchey

Atene in stato d'allarme la reggia presidiata dalle truppe Si siyywrairsk in Grecia la crisi politica Atene in stato d'allarme la reggia presidiata dalle truppe Reparti scèlti dell'esercito trasferiti d'urgenza nella capitale - La folla manifesta nella notte contro il re - Costantino ha concluso le consultazioni: lutti i partiti (ad eccezione della destra) indicano in Papandreu il nuovo Primo ministro, ma il giovane sovrano non si decide a dargli l'incarico (Dal nostro inviato speciale) Atene, 7 agosto. Una nuova prova di forza è in corso ad Atene tra il re Costantino e Papandreu. Dinanzi all'alternativa fra le elezioni immediate, che sarebbero un plebiscito prò o contro la monarchia, e la restituzione del governo a Giorgio Papandreu, il re prende tempo e cerca una terza via. Il sovrano ha consultato per tre giorni i leaders parlamentari, la maggior parte degli interlocutori ha suggerito un nuovo incarico a Papandreu, persino alcuni avversari del vecchio leader hanno seguito la corrente, come il ministro Mitsotakis; ma Giorgio Papandreu non è stato ancora invitato a Palazzo. Il governo Novas, formato dal re dopo la crisi del 15 luglio, è stato sconfitto alla Camera nella notte fra mercoledì e giovedì; il re ha concluso stamane alle 11 le sue consultazioni e la decisione doveva essere annunciata stasera, ma viene rinviata di ora in ora. Stanotte la reggia era presidiata da un vistoso servizio di polizia, ma la Corte ha fatto sapere che nessuna convocazione era prevista per il momento. La prova di forza in atto può condurre ad un compromesso o ad una rottura piùgrave che quella del 15 luglio, ossia ad una scelta concorde d'un « terzo uomo » come capo del governo, oppure alla designazione unilaterale d'un premier che avrebbe la sola funzione di scindere ancora l'Unione di centro, il par tito di Papandreu. Finora nessun leader, dal moderato Stefanopulos al socialista Zirimokos, s'è dichiarato disposto ad assumere il governo senza il consenso di Papandreu e prestandosi ad una frantumazione dello schieramento di centrosinistra a vantaggio della destra. H rinvio d'ogni decisione, a questo punto, suscita allarme. Stanotte un corteo di ateniesi è ritornato in Piazza della Costituzione a manifestare contro il re, a favore di Papandreu. L'apparente ostinazione della Corte ad escludere Papandreu dalla scena politica e a far leva sulle contraddizioni interne dello schieramento liberal-socialista suscita forti reazioni emotive. Che l'offensiva della Corte contro Papandreu perduri, almeno finora, è confermato da numerosi episodi. Ieri Margaret Papandreu, nuora del leader, è stata costretta a deporre per quattro ore dinanzi alla magistratura militare sull'affare Aspida, per il solo fatto che aveva citato l'Aspida in alcune lettere indirizzate alla signora Johnson e a Drew Pearson illustrando la crisi greca. Inoltre, alcunicommandos scelti dell'Eser-■iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii cito sono stati trasferiti presso Atene, mentre le truppe di Salonicco sono in stato di all'erta e nuovi rivolgimenti sono in corso nei comandi delle grandi unità. E' difficile giudicare se queste siano semplici pressioni in vista d'un compromesso da negoziare, oppure misure che autorizzano previsioni pessimistiche sullo sviluppo degli eventi. Finora Papandreu non ha dato occasione a nessun allarmismo capace di suscitare e motivare misure militari di grave portata. Ha chiarito che non avrebbe formato un governo di « fronte popolare », ossia col voto favorevole o la astensione dei ventidue deputati comunisti déll'Eda. Egli ha detto : « Maggioranza di centro o elezioni ». Nessun ostacolo al suo reincarico deriva da apprensioni circa il tipo di maggioranza che qualificherebbe il governo. Una degenerazione della crisi è prevedibile invece nell'ipotesi che il re, tentando di sfuggire alla alternativa prospettata da Papandreu, cerchi una terza soluzione parlamentare, non la trovi realmente e voglia tuttavia evitare il reincarico ad ogni costo. Alberto Ronchey

Luoghi citati: Atene, Grecia, Salonicco