I rapinatori della banca del Canavese incendiano l'auto servita nel «colpo»

I rapinatori della banca del Canavese incendiano l'auto servita nel «colpo» I rapinatori della banca del Canavese incendiano l'auto servita nel «colpo» Era in un boschetto fra Agliè e Strambino, a pochi chilometri da S. Giorgio - La vettura, una "Giulia 1600", apparteneva a un impiegato torinese - La polizia ritiene di essere sulla buona pista per arrestare i banditi (Nostro servizio particolare) 1Ivrea, 5 agosto. I rapinatori della banca di S. Giorgio Canavese sono tornati oggi pomeriggio nel luogo dove avevano abbandonato la «Giulia 1600 » usata per il colpo e l'hanno incendiata. L'auto era nascosta in un boschetto di castagni in regione Pontetto, fra Agliè e Strambino, a 6 chilometri da S. Giorgio. Due contadini hanno visto alle 14,30 un giovane alto, biondo, quasi calvo, correre a torso nudo verso un'auto ferma sul ciglio della strada, una « Consul » grigio-ferro: « Lassù, — ha gridato indicando il bosco — c'è una macchina che brucia, andate a vedere ». I contadini si sono avviati in quella direzione. Contemporaneamente si è udito uno scoppio e le fiamme si sono levate alte fra gli alberi. Subito dopo la « Consul » è partita verso Agliè. Si è fermata due chilometri più avanti, alla « Trattoria dei Passeggeri ». La figlia della proprietaria, Rosanna Alberghini di 17 anni, ha visto il giovane entrare nel locale guardandosi indietro, come se temesse di essere inseguito. Era ancora a torso nudo: « Mi dia una CocaCola — ha detto — ma molto in fretta ». Poi si è voltato verso altri due avventori, un meccanico e un operaio: «.4! bosco di querce — ha continuato — c'è un'auto che brucia». — Non sa di chi siat — gli hanno chiesto. — No, c'erano dei contadini, ma sono scappati per paura che scoppiasse. — Forse è quella dei rapinatori —, ha osservato la Al berghini. A quelle parole lo sconosciuto ha posato il bicchiere ed è uscito di corsa, senza salutare. La ragazza lo ha seguito e ha visto la « Consul » partire verso Agliè. Ha cercato di prendere il numero di targa ma è riuscita a leggere soltanto la sigla di Torino. Anche il mec- canico e l'operaio si sono affacciati alla porta. Poi uno si è diretto verso il bosco, l'altro è andato ad avvisare 1 carabinieri. L'incendio è stato domato dopo un'ora, molti alberi sono andati distrutti. E' passato ancora del tempo prima che ci si potesse avvicinare all'auto che aveva le lamiere arroventate. Si trattava di una « Giulia 1600» verde, il tipo di auto usata dai banditi. Mancava la targa posteriore, ma non era stata tolta quella anteriore, o forse i ladri pensavano che sarebbe stata distrutta dal fuoco. Dal numero dì targa (Torino 544585) è stato possibile risalire al proprietario: il dott. Giuseppe Arioli, via Des Ambrois 7, impiegato. L'aveva parcheggiata in piazza Paleocapa il 2 agosto verso le 19; si era accorto della scomparsa alle 2 di notte. Egli aveva fatto subito denuncia in questura. La rapina è stata commessa il giorno dopo e alle 3 del pomeriggio l'auto era già nel bo schetto. L'ha vista un operaio, Aido Leone di 30 anni, abitante a Rivarolo in via Palestre 31. Il Leone ha pensato che fosse stata lasciata da qualcuno andato a raccogliere funghi, e non vi ha fatto caso. Probabilmente i banditi pensavano di tornare a prenderla dopo qualche giorno, ma hanno avuto paura di essere sorpresi dalla polizia che continua a rastrellare la zona; allora hanno preferito bruciarla distruggendo così ogni eventuale traccia. . „ ^ La conferma che si trattava proprio dell'auto usata per la rapina si è avuta alle 18. I carabinieri di S. Giorgio hanno portato sul posto Mariuccia Ceretto, la ragazza di 14 anni che aveva visto i banditi sostare sulla «Giulia» per oltre un'ora, aspettando il momento più favorevole per il colpo. La Ceretto non ha avuto esitazioni: « E' l'auto dei rapinatori». La «Giulia» è stata portata successivamente in un garage di Agliè dove stanotte esperti della « Scientifica » cercheranno di rilevare le impronte. La polizia ritiene di essere sulla buona strada, ma man tiene il più assoluto riserbo. Gli indiziati sarebbero due giovani abitanti vicino ad Ivrea, che conoscono molto be ne le campagne attorno a S. Giorgio, come hanno dimostrato con la loro fuga. W. T., lo zingaro di S. Giusto fermato ieri è stato rilasciato. Sono stati rilasciati anche U. B. di 22 anni, A. F. di 52 e il figlio L. di 18 che erano stati presi l'altro giorno a Bollengo. Anche gli indizi su di loro sono venuti a cadere. Domani verranno mostrate le fotografie dei probabili rapinatori alla ragazza e ai contadini che oggi hanno parlato con il misterioso giovane biondo. p. s. gc— i n a i a i frcrrdApcsf i/auto dei rapinatori di San Giorgio Canavese, ritrovata ieri in un bosco fra Agliè e Strambino, carbonizzata. L'ha riconosciuta Mariuccia Ceretta, la ragazza quattordicenne che era stata testimone della rapina alla banca (Foto Moisio)

Persone citate: Aido Leone, Ceretto, Giorgio Canavese, Giuseppe Arioli, Mariuccia Ceretta, Mariuccia Ceretto, Rosanna Alberghini