I capimafia arrestati per il traffico della droga interrogati in carcere a Palermo dal giudice istruttore

I capimafia arrestati per il traffico della droga interrogati in carcere a Palermo dal giudice istruttore Previsti nuovi arresti per stroncare il commercio di stupefacenti I capimafia arrestati per il traffico della droga interrogati in carcere a Palermo dal giudice istruttore Le loro abitazioni perquisite - Sequestrati i registri di un albergo dove molli mafiosi hanno soggiornato negli ultimi dieci anni - I quattro sfuggiti alla retala sono ricercali negli Siali Unili - Come la cocaina e l'eroina venivano portale dal Medio Orienle in Italia e di qui spedile in America (Dal nostro corrispondente) Palermo, 4 agosto. Le indagini istruttorie a carico dei mafiosi, di cui dieci arrestati, sospettati di traffico di stupefacenti sono state affidate al dottor Aldo Vigneri. Stamane il giudice ha avuto un lungo colloquio con il dottor Madia, capo della Mobile, ed altri funzionari di polizia. Non è improbabile che lo « scambio di idee » tra il magistrato e gli inquirenti che hanno condotto a termine la operazione di polizia preluda ad altri clamorosi sviluppi, e può darsi anche che vengano fuori altri nomi, rimasti finora coperti dal segreto istruttorio. Oggi stesso, il dottor Vigneri, accompagnato dal cancelliere Michelangelo Morsellino, si è recato all'Uccìardone per interrogare i capi mafia, aia cominciano a circolare i nomi degli avvocati che assumeran¬ no la difesa degli imputati. L'avvocato Nino Di Matteo difenderà Frank Garofalo; Frank Coppola sarà assistito dagli avvocati Domenico Pugliese e Salvatore Marmino. Da domani il dottor Vigneri comincerà ad interrogare testimoni e ad esaminare la imponente documentazione presentata dalla polizia e dai carabinieri. Negli uffici della Squadra Mobile di Palermo e del nucleo della « tributaria » frattanto si continua ad analizzare attentamente il materiale sequestrato nei giorni scorsi nelle abitazioni dei mafiosi arrestati in varie città italiane. Nella divisione di polizia criminale del ministero dell'Interno, ci si tiene in stretto contatto con l'Interpol e con l'FBI per la cattura dei quattro gangsters che, colpiti da ordine di cattura emessi dalla magistratura, sono riusciti i1iiiiiiiimiiiiii1iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii a rifugiarsi in luoghi ben sicuri. Essi sono Joseph Cirrito, Gaspare Magaddino, Gaetano Busso e Santo Sorge. Quest'ultimo, che sarebbe anche responsabile di cospirazione politica, aveva aperto in una slegante via di Palermo all'interno di un grattacielo una « agenzia di appoggio » ad una non meglio identificata « Mediterranean Metals » la cui funzione istituzionale sarebbe stata, nominalme7ite, quella di sfruttare le polveri di ferro e di rame, e, in effetti, di € coprire» traffici di stupefacenti e dì valuta pregiata. Ieri un nucleo della « tributaria » ha compiuto una minuziosa perquisizione negli uffici di questa società sequestrando parecchi documenti ed alcuni registri. Altri registri su cui si appunta l'attenzione degli inquirenti sono quelli dell'albergo « Delle palme » sui quali figurano in un arco di tempo di circa dieci anni soggiorni frequenti di quasi tutti i capi della « mala ». Tra di essi ve ne sono alcuni arrestati nella operazione di tre notti fa. Un altro dei ricercati, che no?i figura nel rapporto firmato nei giorni scorsi dal Procuratore della Repubblica di Palermo, e tuttavia colpito da ordini dì carcerazione per vari delitti, è Rosario Mancino, amico intimo di Frank Coppola, arrestato due notti or sono nella sua villa di Pomezìa. Il Coppola sarebbe stato in stretti rapporti d'affari con il Mancino. Si attende frattanto per i prossimi giorni l'arrivo di Diego Plaja, al quale il mandato di cattura è stato notificato al soggiorno obbligato di Fresa Grandinarìa. Per il trasferimento di Genco Russo invece ogni decisione è in relazione allo stato di salute dell'anziano capo mafia di Mussameli, gravemente afflitto da ima malattia agli occhi. Quali saranno i nuovi capi d'imputazione che verranno contestati agli arrestatif Questo è. al momento il punto più controverso dell'intera faccenda. Infatti attualmente ì capi mafia sono annusati soltanto di associazione per delinquere: è noto come i mafiosi siano sempre riusciti a cancellare ogni traccia della loro attività in modo da rendere impossibile alla giustizia di seguire fino in fondo una qualsiasi pista. Da tempo le nostre autorità di pubblica sicurezza — ad esempio — sorvegliavano attentamente l'attività di Frank Coppola, ma a suo carico non era emerso nulla. Il colpo andato a monte circa dieci anni fa, quando un baule spedito dal gangster era stato intercettato dalla « tributaria » dì Alcamo e nel suo sottofondo erano stati trovati dodici chili d'eroina, era ormai lontano. Diego Plaja e Giuseppe Ma¬ gaddino erano usciti da un difficile procedimento giudiziario: il prhno con pochi anni di confino, il secondo con una assoluzione che sembrava indicarlo come vittima di una accusa infondata. Le indagini ancora in corso, oltre che alla cattura dei banditi, tendono ad accertare come la droga giungesse in Sicilia e come dall'isola passasse negli Stati americani. Conviene a questo punto ricordare un delitto. Il 21 aprile del 1963 nel rione « Capo » di Palermo veniva abbattuto a colpi di pistola un noto capo mafia: Vincenzo D'Accordo. Naturalmente nessuno aveva visto nulla, anche se il delitto era stato commesso dinanzi a centinaia di persone. Gli inquirenti durante la perquisizione della casa dell'ucciso trovarono una cartolina illustrata proveniente da Reggio Emilia sulla quale si leggeva una frase certamente convenzionale sotto cui, chiarissima, stava la firma di Pascal Molienelli. Molìenelli è segnato su tutti i libri neri dei nuclei anti droga. Nato in Corsica risiede da più anni a Nizza ed ha accumulato una ingente fortuna. E' proprietario di una flotta di pescherecci che si recavano a « pescare » nelle acque del Medio Oriente. Subito dopo i natanti si dirigevano in acque territoriali italiane, dinanzi a Castellammare del Golfo dove la merce veniva trasbordata su natanti sici¬ liani controllati dai Magaddino, dai Plaja, dai Martinez, dagli Gioé Imperiale, e dagli Orlando, che venivano sempre avvertiti dal D'Accordo. Malie nellì era in stretti rapporti di affari con i Rimi di Alcamo, con i La Barbera, con i Greco, con i Mancino, con don Cesare Manzella, ucciso con un attentato al tritolo. Oltre che attraverso il Molienelli la mafia siciliana si serviva di società più o meno fit tizie impiantate nel Medio Oriente In particolare Rosario Mancino era titolare di una industria per la conservazione di derrate alimentari che importava prodotti freschi dall'Italia e li esportava dopo opportuni <trattamenti> in America. Inoltre attraverso l'esportazione degli agrumi gli stupefaceliti prendevano il volo per gli Usa. In una cassetta d'arance fu scoperto una volta un frutto di cera, abilmente imi tato: al suo interno soltanto cocaina. f, d.