Gli Usa protestano per le gare di Kiev

Gli Usa protestano per le gare di Kiev Atletica leggera, ciclismo ed automobilismo al centro delle discussioni dopo le prove di domenica Gli Usa protestano per le gare di Kiev Dopo la sconfitta nel confronto con i russi, il dirigente Bowen dichiara: « I sovietici ci hanno boicottato. Hanno creato ostacoli e disagi al nostro viaggio in modo da affaticare gli atleti » (Nostro servizio particolare) Mosca, 2 agosto. La Nazionale statunitense di atletica leggera ha lasciato oggi l'Unione Sovietica dopo lo sfortunato incontro con la rappresentativa russa disputatosi sabato e domenica allo stadio dì Kiev. Per la prima volta nella storia dei confronti fra Usa ed Urss, che sono le due nazioni indiscutibilmente più forti del mondo in campo atletico, gli americani sono stati sconfìtti non solo nelle gare femminili ma anche in quelle maschili, che hanno visto il successo dei sovietici per 118 a 112. Nonostante la eccezionalità dell'avvenimento, la stampa russa commenta molto breve mente l'inatteso trionfo degli atleti di casa. La «Pravda», che è il giornale più autore vole dell'Unione Sovietica, si limita a riportare la semplice notizia dell'incontro. L'agen zia «Tass», pur senza dilun garsi troppo, dedica invece alla grande manifestazione qualche riga di più. «Nei primi cinque incontri — scrive la " Tass " — l'Urss si impose per la sua schiacciante superiorità in campo femminile. Ora i sovietici sono riusciti a sfatare l'imbattibilità della squadra, maschile degli Stati Uniti ». Da parte americana, l'inattesa sconfìtta ha portato parecchio malumore fra i componenti la comitiva. E' nata, anzi, una polemica piuttosto antipatica, perché, prima di lasciare Mosca, alcuni dirigenti si sono lasciati andare a pesanti accuse nei confron ti dei russi, colpevoli, secon do loro, di aver fatto di tutto per «boicottarli». Le soste all'aeroporto, le complicazioni burocratiche, i lunghi viaggi di trasferimento, i piccoli « dispetti » sul campo di gara, sarebbero state le armi usate dai dirigenti sovietici per togliere agli atleti americani la serenità necessaria. Fra i dirigenti responsabili al seguito della squadra statunitense uno del più ' polemici è apparso Pete Bowen. «Ho avuto il sospetto che 1 russi ci stavano trattando in modo molto strano non appena arrivammo — ha dichiarato oggi Bowen all'aeroporto di Mo sca. — Ora ne sono convinto». Il dirigente americano ha poi spiegato la ragione delle sue accuse: «Quando martedì scorso giungemmo a Mosca i nostri atleti erano stanchi non avendo avuto la possibilità di dormire. Invece di aiutarci 1 russi hanno fatto di tutto per peggiorare la situazione. Dopo aver perduto un'infinità di tempo per il controllo dei pas saporti, siamo stati imbarcati sull'aereo per Kiev. L'aereo impiegò quasi due ore per arrivare a destinazione ed un'altra ora e mezzo se ne andò prima che potessimo raggiungere il nostro albergo. Al ritorno, invece, impiegammo soltanto quaranta minuti dall'albergo all'aeroporto ed un'ora da Kiev a Mosca». «I nostri atleti al momento di gareggiare erano esausti — ha concluso Bowen. — E non mi venite a dire che si è trattato di cattiva organizzazione. Tutto era prestabilito». L'allenatore della squadra Brutus Hamilton ha affermato che se gli americani sono stati sconfitti dai russi dopo sette anni di indiscussa supre mazia non è il caso di lasciarsi prendere dal panico. « Sarà invece necessario — ha dichiarato Hamilton — che la rappresentativa degli Stati Uniti prenda questi incontri internazionali con maggior Berietà ed impegno ». Anche il trainer statunitense, però, non ha voluto rinunciare alla battuta polemica. «Per noi — ha detto — si è trattato di un incontro di atletica leggera, per 1 russi di una guerra». Polemica a parte, nelle dichiarazioni di Brutus Hamilton c'è parecchio di vero. Dopo il ritiro dì alcuni grandi assi che avevano trionfato alle Olimpiadi di Tokio (ad esem pio. i velocisti Carr e Hayes) gli americani si sono trovati a dover portare parecchie modifiche alla loro squadra. Anche se a Kiev sono stati battuti la rappresentativa statunitense rimane ancora la più forte del mondo, ma la sconfitta subita ad opera dei russi dimostra che d'ora in avanti per vincere e continuare a primeggiare essi dovranno prepararsi con maggiore impegno Abituati a vincere, anzi a trionfare, gli statunitensi hanno dimostrato una volta di più quanto sia diffìcile saper perdere. Senza entrare nel merito delle accuse rivolte ai sovietici, è necessario e doveroso ricordare che la ragione principale dell'inatteso successo dei russi sta nella deludente prova di alcuni «fuoriclasse» americani. Le delusioni si chiamano Silvester superato nel lancio del disco, Pennel, sconfitto nell'asta, Bob Schul, campione olimpionico dei 5 mila, battuto in foto- grafia dal «redivivo» Bolot-| nikov; e 4 per 100. I russi, per contro, hanno gareggiato tutti al massimo delle loro possibilità riuscendo così ad ottenere una vittoria che nessuno si aspettava. Agli americani la sconfitta dovrebbe servire di lezione: con i ancora la staffetta ! progressi l'atletica che ha compiuto in ogni parte del mondo non basta più una squadra di campioni per aspettare l'immancabile trionfo. Bisogna giungere alla vigilia dei grandi incontri nelle migliori condizioni fisiche e i formidabili atleti Usa a Kiev non lo erano di certo. a. p. La quindicenne statunitense Lucy Mulder, la più giovane atleta in gara a Kiev, durante gli 800 metri

Persone citate: Bowen, Carr, Hayes, Lucy Mulder, Pennel, Pete Bowen