C'è una ripresa nelle vendite i prezzi sene leggermente calati

C'è una ripresa nelle vendite i prezzi sene leggermente calati L'andamento dell'edilizia in Riviera C'è una ripresa nelle vendite i prezzi sene leggermente calati Sembrano scomparire i timori anche se molti cantieri sono ancora fermi - Negli anni del « boom » (1954-64) gli investimenti in nuove case e palazzi sulla costa di Ponente toccarono i 350 miliardi A Loano si fabbricarono 13.106 vani su 12.000 cittadini: più di una stanza per ciascun abitante (Dal nostro inviato speciale) Loano, 30 luglio. La crisi edilizia, che ha in tutto il paese le dimensioni e la gravità ben note, assume toni e andamenti contrastanti in Riviera: sul solo arco di ponente, una striscia di territorio con popolazione stabile inferiore alle duecentocinquantamila unità, si costruirono fra il 1954 e il 1964 oltre duecentotrentamila vani utili, quasi uno per abitante, con investimenti che passarono i trecentocinquanta miliardi di lire. A Loano, città-campione di quel vertiginoso impeto, si costruirono 13.106 vani, di cui 8493 utili, nel decennio '54-'64 (gli abitanti sono dodicimila). L'appartamento al mare come bisogno nuovo e diffuso, dovuto all'accresciuta disponibilità di tempo e di denaro dei ceti più favoriti dal « miracolo », era stata la molla di un quasi spasmodico moto costruttivo, con una corsa al rialzo dei prezzi che sem brava inarrestabile: cento centoventimila lire al metro quadrato per appartamenti con vista di un muro, centocinquantamila e anche duecentomila per « attici » con vista del mare nelle località più ricercate, fra Arenzano e Bordighera. E di anno in anno le quo te salivano. Poi, fra il 1963 e il 1964, un brusco affie' volirsi della domanda, seguito dal rallentamento dell'attività degli impresari. Oggi, a Loano, gli edifici in cantiere sono dieci, quasi tutti di tipo economico. Da qualche settimana si osserva una vivace ripresa delle vendite. Sono legger mente calati i prezzi, sono scomparsi certi timori diffusi ad arte per una scon siderata opera di terrorismo, come quello di un esproprio generalizzato del le case di abitazione. Non che il quadro sia ro seo: molti cantieri sono fer mi, mentre continua lo stillicidio di domande di lavoro sottoscritte da muratori e manovali. Il mercato è però in ripresa, contrastato da ristagni quasi inesplicabili in località vicinissime a quelle dove la richiesta è più forte. Si direbbe che una certa nevrosi provochi le scelte. A Loano si vendono appartamenti economici, da sei o sette milioni; in altri punti della Riviera si nota interessamento per appartamenti molto costosi e di basso reddito (esempi a Sanremo e ad Alassio: soggiorno, due stanze da letto, due bagni, cucina, terrazza, trenta milioni). E' evidente lo squilibrio fra la Riviera e le grandi città. Una parte della massa turistica sembra nuovamente disposta ad accompagnare le vacanze con investimenti immobiliari sulla costa ligure (fanno buoni acquisti gli stranieri); a Genova si lamenta invece un irrigidimento negativo. Secondo i rapporti della Camera di Commercio se le vendite dovessero proseguire al ritmo attuale occorrerebbero più di tre anni per 10 smaltimento degli alloggi offerti. In Riviera non è stata fatta una stima ufficiosa del numero di vani inutilizzati; si pensa, dai segni raccolti fra i costruttori e i mediatori, che le « giacenze » siano ingombranti (una sola cittadina avrebbe cinquecento appartamenti nuovi invenduti) ma con buone probabilità di alleggerimento se le di sposizioni della clientela fossero confermate e favorite da riduzioni dei prezzi. Altro discorso quello della ripresa del lavoro per edifici da completare e del l'apertura di nuovi cantie ri. Le condizioni patologi che degli anni del « miracolo » avevano moltiplicato a dismisura gli impresari improvvisati e gli speculatori, favoriti da ammini strazioni comunali impreparate e convinte di ottenere la prosperità delle cittadine contro la semplice moltiplicazione degli edifici. Non è pensabile che si ripeta il fenomeno del de cennio passato, ricco di conseguenze negative come 11 disordine urbanistico, lo scadimento del quadro na turale, lo squilibrio fra servizi pubblici e aumento degli abitanti, l'eccessivo ad densamente (in alcuni nuo¬ vdrccIlcsgcv1nsbnlrtrpducn vi quartieri di quelle cittadine più popolate, si superano i limiti del vecchio centro di Londra, con trecento abitanti per ettaro). In mancanza di piani regolatori si costruiva senza accertare le possibilità di assorbimento. Ecco la radiografia offerta dalle statistiche della provincia di Savona: 461*2 vani nel 1951, 13 mila nel 1955, 20 mila nel 1958, con cadenza costante fino al 1961 e ultimo balzo nel 1962. Flessione nello scorso anno quasi ai livelli di dieci anni prima. Qui a Loano alcuni interessati, con giudizio di parte, addossano la colpa del ristagno edilizio al nuovo piano regolatore, studiato dal prof. Renacco e da altri urbanisti, per ridare alla cittadina la sua dignità, con la conservazione del nucleo storico e dotazione di almeno quindici metri quadrati di verde per abitante (Genova metri quadrati 0,50, celebri stazioni balneari della Riviera, metri quadrati 0,20, Amsterdam 50 metri quadrati). Il solo progetto di un nuovo ordine frenerebbe le iniziative: queste, dunque, prosperavano a patto di essere incontrollate. Conferma gravissima di malcostume. Ma la diagnosi non regge; l'edilizia segna il passo anche in altri comuni della costa, dove non si ha traccia di piano regolatore e dove si continua a ignorare le irregolarità. I diversi atteggiamenti delle amministrazioni locali non modificano il quadro comune, che ha una nota costante : la saturazione raggiunta dopo il boom del 1962 e l'eccessivo aumento dei costi, in gran parte dovuto alla speculazione sulle aree, sempre più rare. L'esperienza dimostra che l'industria edilizia funziona a lungo termine soltanto se in armonia con un ampio sforzo di adeguamento dei servizi pubblici, dentro i limiti di una disciplina che tenga chiaro conto dell'interesse collettivo. In Riviera la casa è, di regola, un bene non strettamente necessario per chi già dispone di una abitazione in città. La capacità di assorbimento è perciò condizionata non solo alla qualità degli alloggi offerti, ma, ancor più, alla qualità dei luoghi: aree verdi, viabilità, buoni servizi pubblici, possibilità di ricreazione e di godimento delle attrattive naturali. II dissidio fra la produzione privata di edifici, con parallelo sfruttamento delle aree migliori, e l'interesse pubblico ha ormai mostrato tutti i suoi aspetti negativi. Non è per caso che le centinaia di appartamenti invenduti si trovano immancabilmente in edifici soffocati da altri edifici, privi di luce e di vista sul mare. Ed è altrettanto indicativo che sia relativamente facile vendere, anche a prezzi alti, appartamenti in zone tranquille, con giardini e alberi attorno. L'impegno di Loano per un piano regolatore che dovrebbe dare alla popolazione, ai numerosi residenti (in gran parte famiglie torinesi, attirate dall'ottimo clima invernale) e ai turisti uno « standard » di vita più dignitoso e invitante ha già dato i suoi frutti, pure con inevitabili contrasti. Si diffonde ' la convinzione della necessità di un ordine urbanistico per non scoraggiare il turismo L'abbassamento qualitativo è evidente proprio nelle cit tadine dove più fitti e mediocri sono i nuovi quar tieri. Per il futuro immediato si prospetta il problema dell'occupazione operaia (i muratori e i manovali sono in Riviera circa ottomila, con fluttuazioni dovute alle attività stagionali) e quello della-sopravvivenza di attività sussidiarie, fiorite negli an¬ ni del boom. In parte dovrebbero servire ai lavori pubblici in corso o di imminente avvio, come i porticcioli, le strade, l'Autostrada dei fiori. Ma un rilancio durevole ed economicamente sano si potrà avere soltanto se i Comuni adotteranno con urgenza piani organici per dare all'edilizia dimensioni proporzionate alla natura e alla capacità dei luoghi. Mario Fazio

Persone citate: Mario Fazio, Ponente, Renacco