E' arrivata a Torino l'olandesina che aveva scritto a Specchio dei tempi

E' arrivata a Torino l'olandesina che aveva scritto a Specchio dei tempi E' arrivata a Torino l'olandesina che aveva scritto a Specchio dei tempi Venturi anni, alta, bionda, occhi profondi - Lo scorso anno aveva espresso il desiderio che qualcuno le scrivesse dall'Italia per ricordarle il nostro Paese - Ricevette migliaia di lettere, tanto che i giornali di Amsterdam la definirono "la giovane che con una lettera conquistò gli italiani" Rosita Van der Vaart, l'olandesina ventunenne che aveva scritto a « Specchio dei tempi » « fa che qualcuno mi scriva in Olanda: voglio imparare meglio la lingua e conoscere di più la dolce Italia », è giunta ieri a Torino. Alta, bionda, slanciata, col viso grazioso costellato di lentiggini, l'abbiamo incontrata mentre stava lasciando la casa di amici per trasferirsi presso altri ospiti torinesi. Era vestita con un leggero abito azzurro, che metteva in risalto la chiara carnagione e i suoi profondi occhi. Un po' spaurita dai lampi dei flashes, ha detto in un italiano parlato lentamente: <Non voglio interviste, sono in vacanza ». Gli amici, che ha conosciuto quattro anni fa, la prima volta che e venuta in Italia, hanno tentato di portarla via. Quando ha sentito che eravamo della « Stampa », sorridendo ha soggiunto: « Scusate, credevo fossero i soliti importuni. Non sono ancora abituata alla fama che, senza volerlo, ho raggiunto anche in Olanda ». Era incominciato con una lettera a « Specchio dei tempii lo scorso anno ai primi di agosto, dopo una vacanza di quindici giorni a Celle Ligure: « Gli altri anni — aveva scritto — dopo le vacanze, quando tornavo nel mio tranquillo paese, irò triste; ora spero che gli italiani rispondano a questa mia: per tutto l'inverno le loro lettere mi aiuteranno a ricordare il sole, le spiagge dorate, il mare della dolce Italia ». Le risposte erano arrivate a centinaia: da ogni paese, città, perfino da nostri connazionali all'estero. Per lo più scrivevano giovani tra i venti e i trent'anni: alcuni timidi, altri spigliati, quasi aggressivi; tutti entusiasti di poter corrispondere con una giovane, carina, bionda olandese. La sua storia era piaciuta agii olandesi, che avevano partecipato dell'entusiasmo degli italiani per l'impiegata di Alphen a/d Rijn. I principali quotidiani dell'Aia e di Amsterdam riportavano a grandi titoli la sua avventura: «Con una sola lettera duemila italiani conquistati », « L'olandesina romantica di "Specchio dei tempi" sta vivendo la fla ba che tutte le nostre ragazze sognano in segreto ». Passato il primo imbarazzo, ieri Rosita Van der Vaart ha risposto cordialmente alle nostre domande. « E' un anno. un lunghissimo anno, che at- tendevo questo viaggio: lassùsogno sempre il vostro cieZo. Ora sono qui per quindici giorni, tutte le mie ferie. Non so ancora dove andrò; forse ritornerò al mare*. Le abbiamo chiesto se riceve ancora lettere dall'Italia. «Sì, certo. Naturalmente non più come prima; ma non sono stata dimenticata. In maggior parte sono sempre giovani: operai, studenti, impiegati. Purtroppo alcuni non hanno capito cosa volevo: sono troppo intraprendenti. Io voglio scrivere in italiano, conoscere meglio il vostro Paese, trovare amici sinceri. I " pappagalli " non mi piacciono ». E" salita sull'auto, trascinan do dentro una grossa valigia. « Arrivederci — ci ha detto dal finestrino abbassato — e grazie: ho conosciuto uomini e donne anziani che mi hanno descritto villaggi sperduti sui monti o le vostre belle città; bambini che mi dicevano: " Vieni in vacanza con noi "; e, poi, tante, tante promesse di matrimonio*. Ha trovato chi la farà rimanere per sempre nel nostro Paese? L'auto già si avviava. Invece di rispondere ci ha sorriso arrossendo. a. n. tpnipedvqd3 Rosita van der Vaart, fotografata a Torino nella casa degli amici che l'ospitano

Persone citate: Alphen, Rosita Van, Venturi