La Francia e l'Algeria hanno firmato l'accordo di collaborazione economica di Sandro Volta
La Francia e l'Algeria hanno firmato l'accordo di collaborazione economica Dopo di ci otto mesi di difficili trattative La Francia e l'Algeria hanno firmato l'accordo di collaborazione economica II trattato avrà la durata di quindici anni - I due punti più importanti sono: lo sfruttamento comune del sottosuolo del Sahara; il concorso di Parigi allo sviluppo industriale dell'Algeria - Critiche di ambienti finanziari francesi al costo eccessivo del petrolio sahariano (Dal nostro corrispondente) Parigi. 29 luglio. Gli accordi franco-algerini sugli idrocarburi e l'industrializzazione dell'Algeria, sono stati firmati stamani ad Algeri, dopo diciotto mesi di trattative che sembrarono seriamente compromesse, proprio Quando erano ormai arrivate a conclusione, in seguito al colpo di Stato di Boumedienne. Gli accordi che legano alla Francia l'avvenire dell'Algeria, assicurandole lo sviluppo economico, sono infatti il risultato dell'azione condotta con finezza diplomatica da Ben Bella, il Quale aveva intuito nel programma di grandeur del generale De Gaulle l'occasione per assicurare il progresso del suo paese. Il trattato firmato stamani dal sottosegretario Jean de Broglie, in rappresentanza del Presidente della Repubblica francese, e dal ministro Abdelaziz Bouteflika, in rappresentanza del presidente del Consiglio Nazionale della Rivoluzione algerina, applica gli accordi di Évian del [62, rivolti a < dare nuovo iiripulsòalla cooperazione fra i due paesi in funzione allo sviluppo dell'Algeria indipendente>. A Questo fine, gli accordi « definiscono di comune accordo un sistema originale di sfruttamento degli idrocarburi per favorire il progresso economico dell'Algeria e contribuire all'approvvigionamento della Francia >. Legato agli accordi petroliferi è un vastissimo piano di industrializzazione dell'Algeria col concorso del governo francese. La Francia accorderà infatti all'Algeria un credito di duecento milioni di franchi (circa venticinque miliardi di lire), centosessanta dei quali rimborsabili in venti anni al tre per cento. Oltre a ciò, duecento milioni di crediti all'esportazione verranno concessi ogni anno. L'aiuto francese si effettuerà attraverso un organismo misto, incaricato di promuove- re tutti gli studi preliminari che gli verranno sottoposti dal governo di Algeri; tale organismo, oltre a decidere caso per caso sull'opportunità dei finanziamenti, controllerà l'esecuzione dei contratti e sarà responsabile della realizzazione dei singoli progetti. In occasione della firma degli accordi che hanno la durata di quindici anni, con possibilità di revisione ogni quinquennio, il sottosegretario De Broglie ha dichiarato: « I due governi hanno fissato di comune accordo il regime applicabile al Sahara per la ricerca e lo sfruttamento degli idrocarburi e l'aiuto francese alla industrializzazione dell'Algeria: le due parti si sono intese su un equilibrio che assicura lo sviluppo di un'attività petrolifera in condizioni economiche soddisfacenti ». La conclusione dell'accordo provoca contrastanti reazioni negli ambienti finanziari francesi. «Per gli uni — scrive Le Monde — la Francia ha ceduto tutto ciò che era possibile cedere e accettato di legarsi per un lungo periodo all'Algeria con un sistema di economia petrolifera chiuso, generatore di prezzi elevati: essa sterilizza così, almeno parzialmente, i suoi tecnici e i suoi capitali in una avventura sahariana in cui il nazionalismo francese si è già impelagato altre volte. Per gli altri, l'imponenza degli accordi è rivolta a instaurare in Algeria un regime di sfruttamento e di ricerca che si avvicina sensibilmente a quello in vigore nella maggior parte dei paesi del Medie Oriente ». All'origine delle criticlie, secondo le quali il governo francese è stato mosso da mire di egemonia politica più che da un interesse economico reale, è l'affermazione che Parigi paga troppo caro il mantenimento delle concessioni già esistenti. Finora, infatti, le società concessionarie pagavano circa quindici franchi di imposta per tonnellata, mentre ne pagheranno ormai da ventitré a ventisette, perché il regime fiscale di favore vigente nell'epoca coloniale è stato modificato a beneficio del Tesoro algerino, povero di risorse finanziarie. Nel Saliara le spese di sfruttamento del sottosuolo sono da tre a quattro volte più elevate che nel Medio Oriente, cosicché il prodotto dovrà essere protetto vendendolo a prezzi variabili a seconda della concorrenza mondiale: i francesi lo pagheranno due dollari e venti, i brasiliani uno e ottanta, e la raffineria di Algeri uno e cinquanta. La Francia, cioè, per mantenere le concessioni sahariane, dovrà pagare il petrolio molto più caro del mercato internazionale. Sandro Volta
Persone citate: Abdelaziz Bouteflika, Ben Bella, De Broglie, De Gaulle, Jean De Broglie
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