Velette nere sugli occhi e generose scollature nei nuovi modelli presentuti da Jean Lanvin

Velette nere sugli occhi e generose scollature nei nuovi modelli presentuti da Jean Lanvin LE SFILATE DELLA MODA INVERNALE A PARISI Velette nere sugli occhi e generose scollature nei nuovi modelli presentuti da Jean Lanvin Jean Patou si ispira alla donna dell'antico Egitto - Jacques Griffe allunga le gonne ed offre abiti semplici, senza pretese - Dominio della fantasia nel campo delle calzature r , o o , i l . o l (Nostro servizio particolare) Parigi, 28 luglio. Allo sforzo dei sarti per dare alla donna un nuovo profilo ad ogni cambiamento di stagione contribuiscono i modellisti di calzature in una misura che da un anno all'altro assume sempre più importanza; specie quando la gamba è completamente scoperta e la scarpa deve tanto più partecipare alla grazia della linea. Con questo intento Roger Vivier, che da alcuni anni ha abbandonato Christian Dior ed aperto la propria bottega, ha creato per la prossima stagione invernale la linea «amazzone», comprendente calzature di varia foggia: stivaletti più o meno lunghi di pelle, di cuoio, di pelliccia, di velluto, di stoffe varie ed anche — inutile fantasia — di trina ricamata, e scarpe che il disegnatore chiama da «fantino», da « giocatore di pallacanestro », da «pattinatrice», da «cowboy ». da « carabiniere spagnolo », da « contadino russo *, da < scozzese »... La punta è quadrata, i tacchi sono alti due soli centimetri e si allungano solo fino a cinque centimetri e mezzo per le scarpe da- sera, molto scollate, di seta o di velluto, guarnite di pietruzze o con un fermaglio, un fiocco, una nappina, un flore artificiale, una piuma... Anche Christian Dior presenta una ventina di scarpe o stivaletti. Caratteristica principale è la punta rotonda o quadrata con gli angoli smussati. I tacchi variano qui da un centimetro e mezzo a sei e mezzo, su quattro altezze; certi modelli sono intermediari tra la pantofola e il mocas sino; e quelli da sera, ricca mente ricamati o guarniti in modo vario, sono simili ni tipi di Roger Viisier. Curioso è un paio rfi ghette realizzate in una stoffa che pare da arredamen to e assortite a scarpe della stessa materia. La nota della fantasia do mina anche negli abiti. Oggi sono stati presentati i modelli di Jean Lanvin, Jean Patou e Jacques Griffe, per citare i principali. Lanvin ha limitato la sua collezione a 65 modelli, cioè la metà circa degli anni scorsi, come hanno fatto anche altri sarti. Tale riduzione, egli precisa, è stata motivata «dal desiderio di adattare le presentazioni alle esigenze della vita attuale». La realtà è che ognuno si sforza di limitare le spese. La moda proposta da Jean Lanvin graziosa e davvero elegante. Volendo essere risolutamente ottimista, egli ha eliminato il nero ed il grigio per dare la prevalenza ai colori vivi ed allegri come il verde smeraldo, il rosso cardinalìzio, l'ocra, il viola sostenuto... La -\Unea è diritta, duella, leggera. Irmi la gonnella alle ginocchia -: "- piuttosto sopra che sotto, o1»"" trovata: l abbottonatura -\detta «magnetica» perché non i Isf ^de 6 Uene lablto ben a'1"- .-ente al corpo grazie a dei lac- cetti, passamani, alamari invisìbili. I tailleurs hanno la giacca lunga 7/s, spalle piccole, maniche strette e gli abiti sono completati da giacchettine corte su cui alle volte viene messo uno « scaldabusto » composto dì due pannelli uno dei quali copre il petto e l'altro le spalle. Una specie di tunica spaccata sui lati, chiamata swinging dress, viene proposta per ballare le danze moderne. Gli abiti da sera, generosamente scollati, lasciano le spalle completamente nude essendo anche senza bretelle, e ricordano lo stile napoleonico, ma per la giornata una veletta a grossi pallini neri calata sul viso ci riporta ai primi anni del nostro secolo. Molto più ricca — 175 modelli — è. la collezione di Jean Patou; ma non più bella. Questo sarto presenta tre linee di tailleurs, cinque o sei per gli abiti da pomeriggio, due per il cappotto e vestiti fantasiosi ispirati a quello di d'Artagnan oppure alla antica moda egi ziana... In genere la donna di Jean Patou ha le spalle larghe, i suoi vestiti hanno il bavero vistoso, grosse cinture Ma poiché questa moda si addice soprattutto a chi è alta di statura, il sarto dedica al cuni altri modelli alle donne più piccole, per le quali ha creato giacchettine piuttosto strette con gonna larga proiet tata in avanti. Anche Patou si è ispirato all'epoca napoleonica per gli abiti da sera e utilizza soprattutto stoffe laminate e trina. Parecchi stili vengono ugualmente proposti da Jacques Griffe, ma egli copre quasi Ir ginocchia considerando che tale lunghezza si addice a tutte le donne. La linea dei suoi abiti è diritta o tagliata da una cintura all'inizio dei fianchi. I cappotti sono ampi e geometrici, oppure a tubo con bavero voluminoso, o a redingote con bavero a scialle; ha avuto un certo successo una graziosa mantellina con cappuccio. I tailleurs hanno la giacca 9/10 oppure giacchettine strette alla vita e che si fermano sui fianchi. Desiderando puntare sulla semplicità, Jacques Griffe presenta parecchi vestitini senza pretese, che vanno sempre be ne ma si trovano facilmente nella confezione. Per la sera egli si attiene all'abito lungo classico, leggermente svasato talvolta con una piccola gor giera ricamata o con guarnizioni di pelliccia. L. Mannucci Un soprabito linea «cavaliere» in gabardine rivoltabile, presentato da Jacques Esterel (Tel. Foto Anger)

Luoghi citati: Egitto, Parigi