Esplode una fabbrica di fuochi artificiali a Bari: due operai morti, due in fin di vita

Esplode una fabbrica di fuochi artificiali a Bari: due operai morti, due in fin di vita La sciagura nel più antica stabilimento delle Puglie Esplode una fabbrica di fuochi artificiali a Bari: due operai morti, due in fin di vita Le vittime avevano 62 e 63 anni - Un terzo ferito è un ragazzo sedicenne - Lo scoppio a Triggiano, nei dintorni del capoluogo, ha completamente demolito un capannone - Pare che la deflagrazione sia stata causata da un petardo sfuggito dalle mani di un operaio e caduto sul pavimento del deposito (Dal nostro corrispondente) Bari, 23 luglio. Due morti, due operai in fin di vita ed vn terzo ferito gravemente sono il bilancio di una spaventosa sciagura avvenuta stamane a Triggiano, grosso Comune agricolo ad una trentina di chilometri da Bari, dove c saltato in aria un capannone di ima fabbrica di fuochi artificiali, la più antica di tutta la regione pugliese. Le vittime sono gli operai Domenico Palella di 6~ anni e Vito Mola di 63; all'ospedale « Fallacara » dell'Onarmo sono stati ricoverati il proprietario dell'azienda, Michele Romano di }S anni, suo fratello Francesco di il e il garzone sedicenne Giacomo Santoro: i primi due sono moribondi, il ragazzo versa in preoccupanti condizioni. La fabbrica — che sorge in contrada « Sauise », a 500 me tri dal complesso industriale che la « Superga » ha recentemente inaugurato per la produzione di gomme per scarpe — c costituita da tre casupole di tufo e un deposito. Le capanne sono distanti tra loro dieci metri: il deposito è molto più lontano. Al momento dello scoppio Domenico Palella e Vito Mola si trovavano nel deposito intenti a sistemare i petardi fabbricati: uno degli operai deve esseisi lasciato sfuggire dalle mani un mortaretto che, caduto a terra ed esploso, ha dato fuoco al prodotto già confezionato destinato alla festa della Madonna del Pozzo che avrà luogo in agosto a Capurso. Francesco e Michele Romano erano invece all'aperto, a una ventina di metri, e si accingevano a trasportare nel deposito casse di fuochi artificiali. Anche le capanne ripiene di polvere pirica e di materiale già allestito sono esplose per «simpatia ». Erano le 10,30, il sole dardeggiava, la temperatura era sui 37". I due fratelli Romano, a causa dello spostamento d'aria, venivano investiti dalle macerie; il Palella e il Mola erano hi vecerimasti sepolti sotto i tufi del deposito c i loro corpi dilaniati. Le tre esplosioni hanno fatto tremare i vetri delle case di Triggiano, gettando il panico fra gli abitanti (che in un primo tempo pensavano a una scossa di terremoto) c nello vicina fabbrica della «Superga ». Il sedicenne Giacomo Santoro deve la salvezza a una fortunata circostanza: uno dei fratelli Romano lo aveva infatti incaricato di recarsi alle porte del paese per attingere acqua a una fontanella. Alla deflagrazione, il ragazzo stava ritornando e si trovava a cento metri dalla fabbrica. Benché ferito dalle macerie piovutegli addosso, grondante sangue e col viso coperto da una patina di polvere pirica, aveva la forza ancora di correre in paese e dare l'allarme. Le fiamme avevano già avvolto la fabbrica carbonizzando i corpi del Palella e del Mola, mentre i fratelli Romano giacevano sul terreno e stavano per essere lambiti dal fuoco. I primi ad accorrere sono stati alcuni guardacaccia: un desolante spettacolo si c presentato ai loro occhi, ma essi non hanno esitato a gettarsi nel rogo per tentare di estrarre i corpi del Palella e del Mola mentre altri recuperavano (incili di Francesco e Michele Romano. Le Quattro vittime venivano portate con /auto di passaggio all'ospedale di Triggiano: per Palella, e Mola non c'era più nulla da fare; Francesco e Michele Romano apparivano in gravissime condizioni. Sul posto della sciagura soprag-giungevano i carabinieri, ilsindaco dott. Bruzzese, il pre-fetto Novello, il vice-questoreValente. I Vigili del Fuoco di Bari, dopo aver steso un cordone attorno alla fabbrica, riuscivano a spegnere l'incendio verso le 15,30. Fra le macerie è stata trovata una cagna che cercava i cinque piccoli sepolti nel sinistro. Un'inchiesta 6 stata apèrta dall'autorità giudiziaria. La ditta pirotecnica « Romano », una delle più antiche della regione, svolgeva l'attività, da olire un Sècolo e forniva ì fuòchi artificiali a tutta la zòna, specialmente in questo periodo dì feste patronali. Il bisnonno di Michele Romano (attuale titolare dell'opificio) mori in seguito ad un incidente, nel giugno del 1898, mentre trasportava su un carro agricolo fuochi artificiali. Il veicolo saltò in aria insieme all'uomo e all'animale, mentre stava attraversando una strada di campagna. a. C. I vigili del fuoco tra le macerie della fabbrica di fuochi artificiali esplosa (Tel.)

Luoghi citati: Bari, Capurso, Triggiano