Solidarietà con un artigiano

Solidarietà con un artigiano Solidarietà con un artigiano Discendente del tipografo Bodoni, di fama mondiale - E' legatore « maestro d'arte », ma ha perso le dita sotto la tagliatrice - «Non potrò riprendere la mia attività» Un lettore si è rivolto ieri a « Specchio dei tempi » per promuovere un'iniziativa di solidarietà verso un artigiano torinese dal nome illustre — Sergio Lobetti Bodoni. discendente di Gianbattista Bodoni, il tipografo-artista di fama mondiale —. vittima nei giorni scorsi di un'atroce sventura. Fin da ragazzo Sergio Lobetti Bodoni. che ha 46 anni, aveva seguito le orme del grande avo e del padre. Nella tipografia saluzzese croata da Gianbattista aveva imparato a rilegare volumi preziosi, a rabescare con il bulino il cuoio e la pergamena. Un'attività artigianale che va scomparendo, perché i_ macchinari moderni compiono in poche ore il lavoro che ad un « maestro d'arte » richiede 15 o 20 giorni. Dopo aver insegnato per nove anni nella scuola tipografica « San Giuseppe » di Asti, Sergio Lobetti Bodoni era stato assunto dalia legatoria Botti di via Santorre Santarosa. Dalle sue mani erano usciti, l'anno scorso, i raffinati volumi che 11 compianto sindaco Anselmetti aveva donato a Paolo VI. e quelli inviali in omaggio al presidente Kennedy. Ora il Lobetti Bodoni è ricoverato al Maria Adelaide, in attesa di essere trasferito al nuovo centro dell'Inai!. Mentre si apprestava a rifilare una risma di carta sotto la « taglierina », la lama gli è caduta sulle Sergio Lobetti Bodoni mani mozzandogli tutte le dita. Siamo andati a trovarlo, ieri pomeriggio. Ha il braccio destro imprigionato in un busto di gesso, con il moncherino in Juna sacca incisagli nel ventre per consentire alla ferita di cicatrizzarsi. La mano sinistra a avvolta dalle bende, sabato i chirurghi hanno effettuato un trapianto di pelle per coprire la mutilazione. « Non potrò più riprendere la mia attività — mormora, sconsolato —, che era anche la mia passione. Tutt'al più, dovrò limitarmi a sorvegliare il lavoro dei legatori giovani, a consigliarli. Sono pochi, perché è un mestiere che non s'impara in fretta, la meccanizzazione incalza e scarseggiano i bibliofili disposti a spendere 3035 mila lire per una rilegatura a regola d'arte con i fregi in oro zecchino ». Il gravissimo infortunio non ha demoralizzato Sergio. Lobetti Bodoni. Sopporta con steicismo le sofferenze, subito dopo la disgrazia è stato lui a suggerire ai compagni di lavoro di legargli un laccio ai polsi, per frenare l'emorragia. Il suo dramma si ripercuoterà sulla figlia diciottenne, Iosetta, anch'essa legatrice, ma costretta ad interrompere il lavoro per assistere il padre. Per lo sfortunato artigiano abbiamo ricevuto le seguenti offerte: Reparto legatoria della «Società Editrice Internazionale », corso Regina Margherita 176, Torino, lire 30.000; Unione artigiana di via Cernuia 20, Torino, 25.000: totale lire 55.000. gran bene che fai e ti invio i più cari saluti dalla mia villeggiatura, resa ancora più bella con te ». Gianni Marchese Fondo «Specchio dei tempi» Galassi Giovanni 1000; N.N. in memoria di Papa Giovanni per grazia ricevuta 1000; A.G. 5000: I.G. 2000; Ing. Giovanni Del Fabbro 10.000; Maria Teresa 1000; In omaggio a Papa Giovanni che ha protetto la mia Clelia - Severina Gillardi 1000; N.N. 10.000; In memoria di Papa Giovanni 1000: N. Fabrizi 1000; Nel ricordo di Papa Giovanni XXIII 10.000; In memoria dei mio caro fratello Luigi 1000; Angela - Bolzano 1000; Per grazia ricevuta da Papa Giovanni - B.M. 1000; N.N. in memoria di Papa Giovanni 50.000; Fedora Bagna 2000; Una anonima vecchina 1000; Vignoli Giovanni 2000; Due pensionati in memoria di Papa Giovanni XXIII 5000; In memoria di Papa Giovanni Ileana e Claudio 5000. Totale lire 111.000. Condannato per un battibecco con due ufficiali in p. Vittorio L'incidente durante Carnevale Il Tribunale militare ha giudicato ieri Adriano Valla, 23 anni, via Gianfrancesco Re 93, e Paolo Zanone, 22 anni, da Masserano (Vercelli), già in servizio presso reparti alpini della divisione Taurinense di stanza a Bra, il primo con il grado di sergente, il secondo con quello di caporale. La sera del 25 febbraio scorso i due militari erano in piazza Vittorio con altri tre commilitoni. Festeggiavano il carnevale e il prossimo congedo. Apparve una graziosa ragazza e gli alpini, cerimoniosamente, si schierarono al suo passaggio, lanciandolo complimenti eccezionalmente castigati. Uno, addirittura, si tolse con ampio gesto il cappello con la penna nera. L'accompagnatore della bella figliola, il sottotenente Massimo Za, che era in borghese, non disse nulla. Intervennero invece 1 suoi colleghi, sottotejnentl Giovanni Giusto e Giovanni Pajlone, si qualificarono perchè anch'essi in borghese, ed ebbero un vivace scontro con il sergente e il caporale, troncato soltanto dall'intervento dei carabinieri. Il Valla e lo Zanone, difesi dagli avvocati Armando De Marchi e Carlo Altara, hanno detto ai giudici: «Non credevamo che quei due fossero ufficiali. Li scambiammo per studenti in vena di scherzare, anche per il loro abbigliamento. Uno, infatti, indossava un maglione e l'altro un giubbotto di camoscio. E facevano osservazione a noi perché eravamo senza cappotto. Il sottotenente Pallone, poi. non aveva nemmeno il tesserino di riconoscimento ». Secondo l'accusa il Valla avrebbe anche preso per il bavero uno degli ufficiali, pronunciando frasi minacciose. Il p. m. ha chiesto 2 anni e 2 mesi per il Valla e 2 anni per lo Zanone. I giudici hanno assolto il caporale per Insufficienza di prove, limitando ad un anno la pena del Valla e concedendogli la condizionale e la non menzione. Il Tribunale ha escluso la violenza ed ha riconosciuto che 1 due ufficiali, nella circostanza, hanno agito in modo non opportuno.

Luoghi citati: Asti, Bolzano, Bra, Masserano, Torino, Vercelli