Soffici gonne a forma di botte e smaglianti colori tropicali

Soffici gonne a forma di botte e smaglianti colori tropicali Le sfilate romane di alta moda Soffici gonne a forma di botte e smaglianti colori tropicali La «donna fatale 1966» dovrebbe adottare le linee rigide delle giacche maschili - Sempre più diffusi gli abiti semplici, portabili in ogni occasione - Uss sarto, dopo l'emozione della sfilata, è svenuto tra le braccia delle indossatrici o e i i n i e l i (Nostro servizio particolare) Roma, 21 luglio. La giornata della moda è finita, ieri a mezzanotte, con un sarto svenuto in passerella, amorevolmente accolto tra le braccia delle sue indossatrici. Il sarto era Pino Lancetti: aveva il polso a 180, una ragazza gli ha portato il cognac, Gea Pallavicini lo confortava, con un gruppo di amiche ed amici americani (bellissime le donne, abbronzate e bionde), ì compratori e giornalisti — di quelli che impongono la moda a un mercato di centinaia di milioni di donne — gli dicevano che era stato il più bravo. La collezione di Pino Lancetti è stata presentata nel cortile settecentesco di Palazzo Caffarelli, in via Condotti, illuminato a giorno, con veneri bianche di scuola canoviana e trofei di gladioli; gli in. quilini del palazzo erano affacciati alle finestre sul cortile, a godersi lo spettacolo. Gli invitati, quattrocento, erano allineati intorno alla passerella, sulla quale si alternavano le donne inventate da Pino Lancetti per l'autunno-inverno 1965: sono femmes fatales, sprezzanti, indipendenti. I cappelli, per il giorno, so. no — contrariamente alla tendenza che pare attuale — di feltro quasi sempre nero, ad ala ampia, il genere di cappello di Greta Garbo. Le giacche dei tailleurs sono lunghe, con abbottonature a doppio petto, e molte seguono i tagli delle giacche maschili britanniche. I cappotti da giorno hanno colori violenti, azzurro pavone e rosso, ed un taglio geometrico. La collezione di Lancetti è tra le più portabili. Il difficile della moda, specialmente i oggi, e di fare il « nuovo », ma 1 che sia « portabile »: cioè non I bizzarro, non costoso in modo , j tale che i bilanci delle donne 'comuni non possano accostarlo. Lancetti è, in parte, riuscito a questo. Non v'è che una sola pelliccia, nella sua collezione, di visone bianco verti-1 cale, lunga, totalmente aperta sui fianchi. Lo struzzo è la principale concessione costosa che Lancetti fa ai propri abiti: due | completi di grossa seta rigida, Canneté, si compongono di cappottino avvolgente (nello stile delle copertine delia «Lettura», degli anni '30), totalmente orlato di struzzo: struz. zo a nuvola anche in testa. Abbiamo visto una gonna a vita alta, sostenuta da enormi, svolazzanti bretelle di struzzo, bianco su nero: ed il nudo della scollatura è riempito da una collana di cristalli neri e bianchi. Un altro modello è semplicemente una gonna a « botte », di fittissimi rolajifs di pizzo, a vita alta, sostenuta da bretelle. Ancora due cappottini di broccato di lana, uno beige, l'altro bianco, orlati di struzzo, ed un tailleur per il cocktail. Anl—aslvnsmiaalttItj sslrtccsstdi lana con camicetta di penne di gallo cedrone Prima di Lancetti s'era vista una piccola collezione, da molti ritenuta esemplare: non più di trenta modelli, tre stanze in tutto per l'atelier, invenzioni, gusto del colore (fango, bianco e marrone), pelliccia ridotta al minimo. Esemplare il completo composto di una tunica geometrica, diritta, di lana bianca, con maniche di visone selvaggio ad attaccatura bassa; sulla tunichetta si porta una cappa dell'identica lana, taglio mantellina, da cui escono le maniche di visone. Anche i cappelli di Barocco so¬ no nuovi e non imbruttiscono la donna: capuchun di stoffa —- la stessa stoffa dell'abito — annodati sotto il mento, e con sopra una magiostrina di pelliccia. Bello anche il gilet di visone bianco; ma la collezione s'impone soprattutto per il suo taglio puro, esatto: è di monsieur Gilles, che un tempo inventava cappelli, e di Rocco. La sarta milanese Veneziani, anche lei per la prima volta a Roma, non ha sorpreso chi la segue da. quindici anni per l'esattezza e perfezione costante dei suoi abiti «portabili»: tailleurs e specialmente cappotIti. II cappotto-Veneziani è una j specie di gioco delle costruzioni, perfettamente eseguito: intarsi, tagli geometrici, cuciture ribattute. Per la Veneziani sarebbe ingiusto dire che ha inseguito Courrèges. Esemplari specialmente i suoi falsi tailleurs composti di gonna chiara (insoliti, smaglianti colori tropicali, come banana, albicocca, verde menta) e di un corpino unito alla gonna, qua si sempre nero. La giacca è bordata di persiano in tutte le sfumature possibili: dal color tortora all'azzurro (tinto), al marrone, al violetto. La pellicceria denuncia, nella Veneziani, la sarta milanese: è un'orgia di pellicce, dal poncho di agnellino sudafricano, bordato di lana bianca, indossato sul pullover grigio asfalto con pantaloni bianchi, allo zibellino marrone che costa venti milioni, all'oceior. od al leopardo guarniti in visone nero. Alle dichiarazioni fatte dal sarto Emilio Pucci contro il Centro romano d'alta moda, da parte del presidente del Centro. Anacleto Gianni non vi è stata alcuna risposta ufficiale. Si ribatte tuttavia, a proposito dell'aereo che sarebbe stato affittato da Pucci per portare direttamente a Firenze compratori e giornalisti americani, che si tratta in realtà d'una, combinazione stipulata dal sarto con una linea aerea: Pucci ha disegnato una collezione aeronautica e una nuova linea statunitense gli ha messo a disposizione l'aereo, ma compratori e giornalisti hanno posto come condizione di tornare comodamente negli Stati Uniti con i voli di una compagnia francese, dopo avere visto le collezioni di Parigi oltre che quelle di Roma che li interessano. Una soluzione secondo buon senso sarebbe di lasciare a Firenze la moda boutique, a Torino la confezione, accentrando a Roma la haute couture. Adele Cambria

Luoghi citati: Firenze, Parigi, Roma, Stati Uniti, Torino