Il consumo di carne bovina in Italia è diminuito del 16% rispetto al 1964

Il consumo di carne bovina in Italia è diminuito del 16% rispetto al 1964 Nei Comuni con oltre 50 mila abitanti (periodo gennaio-aprile) Il consumo di carne bovina in Italia è diminuito del 16% rispetto al 1964 Conseguenza della congiuntura ? - La carne di suino è stata più ricercata che nell'anno precedente, ma rappresenta solo il 30% sul totale della nostra dieta carnea (Nostro servizio particolare) Roma, 20 luglio. I consumi di carne (esclusa quella proveniente da animali di bassa corte, come pollame, conigli eco.) sono in netta diminuzione. Lo sì desume dalle statistiche delle macellazioni nei comuni con oltre 50 mila abitanti per il primo quadrimestre 196B: rispetto al 1964 la flessione è del 7,7 per cento. Delle quattro categorie censite, ben tre presentano variazioni in meno; naturalmente, quella che ha un peso preponderante nell'alimentazione italiana (rappresentò nel 1963 oltre i due terzi del totale), è la carne bovina, che registra una diminuzione di oltre il 16 per cento. La sola a guadagnare terreno è la carne suina f+2-4,1 rispetto al 1964); pur con tale progresso, il suo apporto alla dieta carnea non raggiunge ancora il SO per cento. Quali sono le ragioni della caduta delle macellazioni in genere e di quelle di bovini in particolare/ La congiuntu ra avversa si fa sentire anche nel campo dei consumi alimentari, specie nel oaso di prodotti relativamente cari; non si deve però ignorare che i prezzi delle carni bovine hanno oontinuato a crescere pur in periodo di domanda stanca e di rallentato aumento del costo della vita. Questa tendenza è in atto non solo in Italia, ma nel mon do intero, per effetto dello squilibrio sempre più evidente fra produzione di carne bovina (più o meno stazionaria) e relativo consumo (in vivace aumento). La forte domanda ha finito per lievitare i prezzi, ma ciò non basta per rilanciare gli allevamenti, in mancanza di altre condizioni favo revoli. Possibilità di ricorrere ad altri tipi di carne di più facile produzione e meno oosto sa sono offerte dalle accresciute macellazioni di suini e dallo sviluppo degli allevamenti di pollame. Ma se si vuole che l'italiano, tradizionalmente poco propenso al maiale (specie d'estate), consumi molta più carne suina fresca, si dovrà produrre carne di un tipo più vicino ai suoi gusti e alle sue abitudini. E' nata da questa esigenza la prò dazione su larga scala di « maiale magro », la cui -carne comincerà ad affluire sul mercato nel prossimo autunno. Molto dipenderà dal successo dell'operazione « maiale magro » se i consumi di carne cesseranno di regredire. ar. ba. Macellazioni nel gennaio - aprile 1965 nei Comuni con oltre 50 mila abitanti SPECIE AMMALE (-WW. *j£ .uflfflSi di q.li) Ovlnl e caprini .... 24 2,7 — 4,3 TOT ALE 893 100,0 — 7,7

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