Donne sottili con abiti a spirale ornati da morbide piume di struzzo

Donne sottili con abiti a spirale ornati da morbide piume di struzzo Le sfilate dell'alta moda a Roma Donne sottili con abiti a spirale ornati da morbide piume di struzzo Tuniche preziose, pantaloni di broccato alla Marlene Dietrich, tessuti argentei o giallosole - Ma c'è anche chi ha pensato alla donna comune: «abitini» neri o bianchi, segnati soltanto da qualche cucitura trasversale - Nelle serate eleganti è d'obbligo il casco spaziale (Nostro servizio particolare) Roma, 20 luglio. Il problema dell'alta moda italiana, che ha incominciato ieri a stilare a Roma — e seguiterà oggi e domani —- era se rincorrere l'inventore francese Courrèges, o no. Irene Galitzine e Federico Forquet l'hanno superbamente ignorato, salvo, forse, la Galitzine per alcuni tagli in diagonale, geometricamente perfetti, che percorrono i suoi tailleurs privi di bottoni, i suoi cappottini smilzi. « Ma Courrèges — osservano i difensori dell'ispirazione italiana della Galitzine — ha fatto sempre linee orizzontali o verticali, mai diagonali ». La prima casa d'alta moda a sfilare, ieri, è stata Carosa: una collezione ispirata a un Courrèges prudente; per il giorno, gonne corte a sfiorare il ginocchio, ma svasate, tailleurs con vari tagli geometrici; per la sera, con Carosa si ritorna all'abitudinario, al collaudato: abiti lunghi con corpini corti tipo « gioiello ». Antonelli pare abbia inseguito il creatore francese molto più da vicino, anzi totalmente. Sono comparsi per la prima volta a Roma, nella sua collezione, i caschi spaziali, che poi abbiamo visto ripetersi persino nella milanese Biki. Ieri sera, alle 21,30, platea scintillante per la principessa Galitzine: la giornalista più importante del mondo in fat to di moda, cioè Eugenia Shep pard, la « dogaressa» della moda italiana in America, cioè Hanna Troy. C'erano poi il conte Paolo Faina, la contes sa Marinotti (tutti interessati alla produzione dei tessuti per la moda Italiana), la principessa Luciana Pignatelli, Rudy e Consuelo Crespi, la signora Du Pont. Dopo aver visto la collezione di Irene Galitzine, una donna comune non può dire altro se non che questa è una straordinaria sarta per donne non comuni: quando si arriva ad addobbare una creatura femminile di breitschwanz nero | (pellicce delle più costose) a lItllitltllllttttlllllilltl llltlilllll llIUlttlIQ a e a l a d a i l i . spirale, ornandole il collo di smeraldi di Bulgari non c'è da aggiungere altro. La moda divertente, anche pazzesca, e la moda per la donna-idolo sono le specialità della Galitzine. Sempre in pantaloni la donna dell'autunno-inverno 19651966. Pantaloni di maglia a campana, con blusa jacquard a campana: sono, in verità, portabilissimi tailleurs maschili di damasco o broccato, con i pantaloni al posto della gonna, come li portava un tempo Marlene Dietrich. Un completo da gran sera boutique (.boutique sta qui per fantasia, follia preziosa) mostra un paio di pantaloni in broccato matelassé rosa geranio: sopra, l'indossatrice porta una tunica della stessa stoffa, lunga fino ai piedi, fermata sotto il seno da un nodino, maniche lunghe, scrupolosa accollatura. Un altro modello è nero, di crespo (ma sono quasi tutte, quest'anno, fibre artificiali): il tessuto s'avvolge intorno al corpo, sapientemente, a spirale: la spirale è la linea Galitzine 19651966. Non mancano, naturalmen te, gli abiti « portabili ». I mi gliori sono in bianco, completi di cappotto e vestito uguale tailleurs e mantelli segnati da cuciture trasversali. I cappelli da giorno sono sovente cuffie dello stesso tessuto melange del cappotto strette intorno al viso con una cordicella. Con questi completi, che possono essere tailleurs, oppure mantelli a forma di grembiule su calzoni corti, si portano calze di grossa lana stampata a spirale, in due co lori. La biancheria non si di stingue dall'abito da sera: bel le le vestaglie di lana rosa o bianca lavorate all'uncinetto lunghe fino ai piedi. L'ora del cocktail vede il trionfo delle piume (che si ripeterà in altri sarti, come Forquet e, moderatamente, ia Biki): sono cappelli che vanno portati a suono di fanfara; piume da bersagliere, che scendono fin sul collo e incorniciano strettamente il viso, come una parrucca. Da Forquet, si ritrova l'ormai impeccabile gusto del colore di questo sarto. Ne sono indice i cinque abiti da sera che sfilano, tutt'insieme, a concludere la collezione: e so no oro pallido, oro foncé, argento, giallosole. Forquet ha totalmente ignorato Courrèges anche per il g'.orno. Cappotti e tailleurs sono smilzi, esangui, corti, non squadrano geometricamente la figura femminile: al contrario, l'addolciscono. Per la sera, il tessuto e le piume (dalle piume di gallo cedrone aile piume di struz zo) fanno, principalmente, la collezione. E' una tendenza questa del tessuto, che fa moda. Di Forquet abbiamo vi sto un completo da cocktail di velluto chiffon lavorato a broccatello, rosso dogale il cappot tino, verdemuschio della stes sa stoffa l'abito, che si conclu de con un volant a « ciambel la»: questo del votott-ciambella è uno dei dettagli tipici della collezione. L'altro è il taglio «sole»: abiti semplicissimi o abiti lunghi da sera, con una inserzione di tessuto sul davanti, proprio a forma di sole. Un cappotto da sera è totalmente costituito di piume di gallo cedrone, neroverdi: piume di struzzo o di gallo anche in testa, e non mancano i soliti magici pepli, metà bianchi e metà neri. Biki, la sarta milanese, è discesa a Roma, confortata da Wally Toscanini, da Ida Cavalli Visconti, dal trasvolatore Maner Lualdi e da altri amici del suo gruppo; c'era anche l'ambasciatrice americana a Roma, Reinhardt. La collezione ha avuto inizio con i capi boutique: autentici caschi di astronauta, di panno bianco, che lasciano appena gli occhi dell'indossatrice visibili, e due belle tute blue-jeans, una di velluto nero, l'altra di raso bianco. Caschi di leopardo coprono il volto fin sotto il naso, con i due intagli a mandorla per gli occhi. Caschi spaziali, nello stesso tessuto del tailleur o del cappotto, anche per il giorno: colbacchi di pelliccia che si congiungono al bolero dell'identico castoro. L'abitino nero da nulla — l'arma di battaglia delle milanesi « bene » — rimane, tuttavia, sempre il pezzo migliore della Biki. Ve ne sono di crespo nero, chic, con piccoli elmi, in paillettes tricolori. Cè poi il mantello da gran sera in piume di struzzo, viola, verdi e nere, con peplo nero al di sotto. Adele Cambria Disegno del modello « Gemini 4 » presentato dalla Casa Pucci alla rassegna di alta moda. L'abito è in tessuto jersey con pantalone sopra le ginocchia (Tel. A.P.)

Luoghi citati: America, Roma