L'olandese Karstens primo a Versailles ma la Maglia gialla ha controllato la gara

L'olandese Karstens primo a Versailles ma la Maglia gialla ha controllato la gara Ieri nella penultima giornata del Giro ciclistico di Francia L'olandese Karstens primo a Versailles ma la Maglia gialla ha controllato la gara Poulidor ha cercato invano di staccare il rivale, puntando anche sull'aiuto dei suoi gregari - Gimondi, sempre nelle posizioni di testa, ha bloccato tutti i tentativi del francese (Dal nostro inviato speciale) Versailles, 13 luglio. Stamane i giornali francesi erano tutti d'accordo nel pronosticare un attacco a fondo di Poulidor. La Auxerre-Versailles, nella sua parte finale, si prestava a meraviglia per un'offensiva, gli ultimi trenta chilometri, completamente a su e giù, con frequenti secche impennate, con ripide tortuose discese favorivano i piani di chi avesse avuto intenzione di scatenare battaglia. Poulidor ha tenuto fede alle promesse. Ha tentato l'azione di sorpresa. Ma la risposta di Gimondi è stata così pronta, così facile, così potente, che Raymond ha fatto presto a rassegnarsi. Poi in fuga, s'è messo un olandese, Karstens, un ragazzo coraggioso, che, se si fosse scatenata sul serio una lotta a coltello, sarebbe stato ripreso in poche battute. Poulidor, però, aveva capito l'inutilità degli sforzi ed il plotone è rimasto compatto, lasciando Alare l'olandese verso l'ormai vicino traguardo. Karstens, un corridore solido, figlio di un notaio, ha vinto, dedicando il successo ad Haast, suo sfortunato compagno dì squadra, poi è giunto il gruppo, staccato di meno dì un minuto. E la classifica generale è rimasta invariata, tra Gimondi, Maglia gialla, e Poulidor, ci sono sempre quel minuto e dodici secondi che, a nostro avviso, rappresentano una valida sicurezza in vista della fatica definitiva, quella che domani si svolgerà a cronometro sui 37 chilometri e 800 metri delia VersaillesParigi. 37,800 km. che decidono il Tour dopo 4139,2 chi lometri di lotte appassionanti sulle strade tedesche, belghe, francesi, spagnole e nuovamente francesi. Alla vigilia della tappa conclusiva nulla è cambiato, insomma, Gimondi ha superato senza guai anche l'ultimo grosso pericolo, un pericolo che, per rendersi evidente, ha aspettato un paio d'ore dall'attimo in cui era stato dato il via. Sessanta chilometri sono trascorsi al piccolo trotto, in un'atmosfera di assoluta tranquillità, poi 1 gregari di Poulidor si sono portati al comando del plotone, accelerando di colpo l'andatura. Poulidor, dietro le quinte, comandava la manovra, osservando la reazione dell'italiano e Gimondi, allora, ha ripetuto la dimostrazione pratica di ieri, il bergamasco è scattato ed ha preso un centinaio di metri di vantaggio, diverten dosi a conservarli per tre o quattro minuti. Un episodio di scarsa importanza, all'ap parenza. Ma, in realtà, una utile lezione di forza, di prontezza di riflessi, di energia. Poulidor, però, insisteva. Non pagava ancora di persona, mandava avanti 1 suol gregari Genet ed Aerenhouts in particolare. Il gruppo, ad ogni al lungo, interrompeva la passeggiata, si scuoteva in una serie di svelti attacchi e di contrattacchi altrettanto svelti, ma nemmeno il rifornimento intorno al centotrentesimo chilometro, riusciva a frazionare il plotone. C'era un tratto di discesa molto ripida, una curva a gomito, una salitella: eppure restavano tutti insieme, soltanto il nervosismo si accen tuava, nell'attesa delle fasi risolutive. Sull'asfalto occhieggiavano molte scritte, erano l'invito dei tifosi a Poulidor, che si decidesse a giocar la sua carta. Raymond aspettava e Gimondi era eternamente alla sua ruo ta, tranquillo come di solito, fresco e sorridente. Quaranta chilometri all'arrivo, la Còte de Dourdon. La strada è tap pezzata a pavé, la rampa, non lunga, è abbastanza dura. Qui, Poulidor scattò deciso. Cento metri di sgroppata, quindi il francese si voltò indietro. Giusto in tempo per osservar Gimondi nella sua scia e gli al tri che seguivano la Maglia gialla da vicino. Poulidor si arrese, in cima alla collinetta do ve era posto l'ultimo traguardo (di quarta categoria) per il premio riservato agli scalatori, passava in testa Vandeber ghe, un metro si e no avanti a Poulidor, Gimondi, Beheyt, De Rosso Van Looy e Anglade in Ala. Le acque s'erano mosse, Vandeberghe e Beheyt scapparono a pieni pedali, ma vennero subito raggiunti, e la stessa sorte toccò a Junkermann, Boucquet e Nijdam, acciuffati prima da Lute, Brands e Gilbert Desmet e poi dal grosso. Si provarono Anglade, I Portalupi e Brands: disco rosso. Una fuga riuscita, naturalmente se attuata da figure di secondo piano, avrebbe fatto comodo a Gimondi, poiché sarebbe venuta a sgombrare 11 campo da ogni eventuale pericolo di un abbuono conqui- stato dal suo rivale. Ma la tappa tornava ad inerpicarsi tra il verde e Poulidor, probabilmente, aveva qualche cartuccia da sparare. Schizzò via Karstens e la Maglia gialla non si dannò nell'inseguimento. C'era una salita che precedeva l'arrivo. E qui Gimondi decise di non correr rischi inu¬ tili, si portò alla guida del plotone e non permise a nessuno di passargli avanti. Poulidor leggeva le scritte per terra. Avrebbe magari voluto soddisfare 1 suoi sostenitori, ma Gimondi non era della stessa idea. Tanto valeva, quindi, starsene calmi ed evitare ogni sforzo in vista di domani. Karstens vinceva la tappa, Van Looy, a 45", dominava lo sprint del gruppo. I corridori si ritiravano in albergo, la carovana raggiungeva Parigi. Chiacchiere fitte per la tappa che chiuderà il Tour, in un singolare contrasto di opinioni. I pareri, grosso modo, si dividono, impostati su tre punti di vista. C'è chi ri tiene che Poulidor, con un'ec opzionale impresa, sia ancora i"? grado dì vincere la Versailles-Parigi con un vantaggio tale che gli garantisca in extremis il trionfo. C'è chi anticipa un successo di tappa del francese, però con un vantaggio minimo, in modo cioè da lasciare a Gimondi la maglia gialla. C'è infine chi, all'insegna del più sfrenato ottimismo, ha una fiducia cieca nel bergamasco, anticipando persinu un suo successo di tappa, oltre, naturalmente, a quello finale. Poulidor — è cosa certa — si impegnerà allo spasimo, ma crediamo che nemmeno lui sogni di poter superare il rivale nella classifica generale. I pronostici del buonsenso si orientano verso un'affermazione diciamo così parziale di Poulidor, ma ritengono che ben diffìcilmente Gimondi perderà il Tour. L'appuntamento è al Pare des Princes ai bordi di quella pista sulla quale si sono concluse tante entusiasmanti lotte della storia mondiale del ciclismo. Poulidor sarà il pe nultimo a prender l'avvìo da Versailles, Gimondi sarà l'ultimo ed anche la possibilità di esser informato, passo passo, della sua situazione nei confronti dell'avversario, costituisce un vantaggio del quale è giusto tener conto. l'12" separano stasera il bergamasco da Raymond. Basteranno per metterlo al sicuro da ogni sorpresa? Pensiamo di sì, andiamo al Pare des Princes, pieni di fiducia. La folla delle grandi occasioni attende l'episodio finale. Due atleti si incontrano in una sfida che corre sul filo dei secondi. Gigi Boccacini L'olandese Karstens allarga le braccia festante, mentre taglia il traguardo (Tel.)

Luoghi citati: Ala, Francia, Haast, Parigi, Versailles