Pare certo che la Francia interverrà alle riunioni dei «Sei» il 26 luglio

Pare certo che la Francia interverrà alle riunioni dei «Sei» il 26 luglio Si attenua il pessimismo per la sorte del Meo Pare certo che la Francia interverrà alle riunioni dei «Sei» il 26 luglio "L'Aurore" scrive: «Non possiamo mancare al prossimo convegno di Bruxelles» - Continue consultazioni a Parigi fra i ministri degli Esteri del Mec - Fanfani incontra oggi Couve De Murville, e forse vedrà De Gaulle - L'olandese Luns (dopo un colloquio con il collega francese) dichiara: «Non sono mai stato pessimista, ed ora lo sono ancor meno» - I dissensi sull'agricoltura, che riguardano soprattutto Francia ed Italia, saranno discussi venerdì a Courmayeur tra Saragat e De Gaulle (Nostro servizio particolare) Parigi, 12 luglio. Il pessimismo che si manifestò dopo la chiusura della riunione di Biuxelles, alle 2 di notte del 1' luglio, si va lentamente attenuando. Contribuisce a rasserenare l'atmosfera la presenza a Parigi di vari ministri degli Esteri i Quali, venuti qui per la riunione del Consiglio Atlantico, approfittano dell'occasione per avere uno scambio di vedute tra loro e con il collega francese. Così, l'olandese Luns ha visto nel pomeriggio il ministro Couve de Murville e incontrerà domani mattina alle 9,45 Amintore Fanfani che avrà già ricevuto, alle 8 e mezzo, il belga Paul Henri Spaak. A sua volta Spaak si recherà da Couve de Murville alle 17, subito dopo la conversazione che lo stesso Couve de Murville avrà avuto con Fanfani. Si ritiene impossibile ohe da tutti questi incontri non sorga la necessaria distensione. Uscendo dal Quai d'Orsay dopo aver parlato un'ora ed un quarto col ministro Couve\ de Murville, l'olandese Luns ha detto: «Non sono mai stato; molto pessimista, ed ora lo sono probabilmente ancora< meno ». Questa valutazione è interessante Quando si pensi c/te il governo olandese è particolarmente intransigente sul problema della supernazionalità. Luns ha precisato che nella lunga conversazione con Couve de MurviUe 'sono state esplorate tutte le possibilità ed. illustrate, le. posizioni dei governi di Parigi e dell'Aia «in una buona atmosfera». Egli ha aggiunto di non esseré venuto a Parigi per farei il mediatore né per negoziare, ma soltanto per uno soambio di vedute. Il ministro ha tuttavia rifiutato di fare deduzioni definitive: «E* troppo presto — ha detto — bisogna aspettare e vedere come si manifesteranno le varie posizioni. Non posso dire come si svolgeranno le cose». Egli non ha escluso, infine, l'eventualità che la Commissione della Cee prenda qualche opportuna iniziativa Potrebbe accadere alla riunione dei ministri degli Esteri dei « Sei », fissata a Bruxelles per il 26 luglio, che viene mantenuta. Si osserva che Von. Fanfani, presidente di turno, non ha alcuna ragione di disdirla, essendo stata fissata a suo tempo di comune accordo fra tutti i paesi interessati. Se la Francia non sarà rappresentata la colpa sarà sua, ma tale eventualità sembra praticamente esclusa: «La Francia non può essere assente il 26 luglio da Bruxelles», serire L'Aurore in un editoriale in cui afferma che il primo ministro Georges Pompidou, il ministro dell'Agricoltura Edgard Pisani e quello delle Finanze, Giscard d'Estaing, hanno fatto presente al generale De Gaulle che la distruzione del Mec sarebbe per la Francia un disastro. Quest'opinione è largamente diffusa negli ambienti economici dove si afferma che il ministro dell'Agricoltura penserebbe persino a dimettersi se la crisi di Bruxelles si dovesse trasformare in rottura. Egli sarebbe convinto però che De Gaulle bluffa, come scrive L'Express: «De Gaulle vuole soltanto impaurire, ottenere controproposte dagli altri, respingerle, raddoppiare la posta e, alla fine, ottenere contemporaneamente il Mercato comune agricolo e la testa di Hailstein, cioè il rinvio della Europa politica alle calende greche. Tale strategia implica sei mesi di battaglia, poiché i mandati dei membri della commissione devono essere rinnovati il 10 gennaio 1966 ». Alla fine del 1965 dovranno egualmente fondersi le tre Comunità — Ceca, Euratom, Mec — ed il gen. De Gaulle vuole escludere nel modo più assoluto che l'avvenimento possa favorire i sostenitori della supernazionalità. Si ritiene che la Francia sarà presente a Bruxelles il 26 luglio perché un atteggiamento intransigente non è esente da pericoli. Essa porterebbe da solale responsabilità del mancato accordo se. assente dalla riunione, respingesse poi le proposte elaborate dagli altri cinQue in sua assenza. Per poter abbandonare l'atteggiamento intransigente senza perdita di prestigio, il governo francese farebbe asse gnamento sulla mediazione di Spàalì 'il quale, cóme si è det to, incontrerà domani mattina Fanfani e domani sera Couve de Murville. Egli vedrà probabilmente anche il primo ministro Georges Pompidou, e non si esclude una visita al palazzo dell'Eliseo. Spaak si adoprerebbe soprattutto ad accantonare per ora il problema della supernazionalità lasciando che il dissenso sul Fondo agricolo comune, che riguarda soprattutto l'Italia e la Francia, sia risolto a Courmayeur venerdì prossimo tra Saragat e De Gaulle. E' su di esso che, probabilmente, parleranno domani sera Fanfani e Couve de Murville, al quale sarà ribadita la posizione italiana secondo cui, tale e quale, il regolamento per il Fondo agricolo oomune è inaccettabile. Vari giornali giudicano infine molto significative certe frasi pronunciate ieri da due ministri francesi in occasione di una manifestazione francobritannica a Calais. Alain Peyrefitte sottolineò che gli interessi francesi ed inglesi sono sempre più stretti mentre a Dieppe il sottosegretario di Stato Yvon Bourges, incaricato dei problemi atomici e spaziali, dichiarò desiderabile « che l'Europa di domani non ignori la Gran Bretagna che vi ha naturalmente il suo posto », 1. m. Averell Harriman, rappresentante di Johnson, arriva all'aeroporto di Mosca (Tel.)