La «clorosi da calcare» che fa morire la vite di Carlo Rava

La «clorosi da calcare» che fa morire la vite MOTE DI AGRICOLTURA La «clorosi da calcare» che fa morire la vite Nei giorni scorsi sono state pubblicate su « La Stampa » notizie circa la morìa ed il deperimento di molte viti nella zona del Casalese, precisamente nei comuni di Ozzano, Rosignano e Quarti di Pontestura. Gli uffici tecnici agrari, ed in modo particolare l'Osservatorio di fitopatologia di Torino, hanno eseguito nume rosi sopralluoghi ed hanno cercato di individuare le cause del deperimento delle viti, attribuendole alla « clorosi da calcare ». I danni sono gravi in alcune aziende, poiché si nota ingiallimento delle foglie, atrofìa dei germogli e graduale morìa delle piante; in altre località chiazze e strisce gialle di dimensioni irregolari su parte del Alari. II malanno non è dovuto a parassiti vegetali ed animali e neppure a virus, ma si ritiene causato da anoma¬ lie o difetti della costituzione fisica e composizione chimica dei terreni, che contengono un eccesso di calcare ed hanno una elevata reazione alcalina (Ph = 8). Ciò in relazione all'andamento climatico verificatosi nel corrente anno. In genere però le clorosi sono dovute a varie cause, tra cui la scarsità di ferro nel terreno, tant'è che le ceneri delle foglie giallicce sono meno ricche di tale elemento e di solito si rimedia irrorando due o tre volte la chioma delle piante con soluzione di solfato di ferro allo 0,5-1%, oppure spargendo il prodotto sul terreno In dose variabile a seconda della coltivazione (per la vite da 100 a 300 grammi per ceppo). L'ingiallimento e la morìa delle viti del Casalese vengono seguiti con attenzione; dagli uffici competenti ed al più presto sarà dato un responso sulle cause del malanno e sui possibili eventuali rimedi che si debbono adottare per le colture in atto e per i nuovi piantamenti. Carlo Rava

Persone citate: Ozzano

Luoghi citati: Pontestura, Torino