I pionieri delle ascensioni sul Cervino non riconoscerebbero il vecchio Breuil di Paolo Monelli

I pionieri delle ascensioni sul Cervino non riconoscerebbero il vecchio Breuil La valle è in festa per il centenario della prima scalata I pionieri delle ascensioni sul Cervino non riconoscerebbero il vecchio Breuil La conca è bellissima, dagli alti pascoli alla montagna superba e capricciosa - Purtroppo, in basso, un turismo chiassoso ed una speculazione cieca hanno invaso il paese - C'è da sperare che sia rispettato il programma, di fermare per cinque anni il disordine di nuove costruzioni - Sulla vetta, inviolata fino al 1865, saliranno in gran numero cordate civili e militari - Eppure nemmeno oggi si può affrontare il Cervino senza rispetto: è un monte affascinante, ma vendicativo e stizzoso contro la presunzione degli uomini (Dal nostro inviato speciale) Cervinia-Breuil, 10 luglio. Grande animazione, ier sera, alla Gran Becca, un bar angusto e fumoso nella vecchia casa delle guide sulla strada grande del Breuil; le guide del Cervino son convenute a far festa ad uno dei loro, Raffaele Pellissier nuovo sindaco di Valtournanche, e gli hanno offerto la sciarpa tricolore; e il Pellissier, che è monta naro solido e compatto, cordiale ed eloquente, che ama prima di tutto il Cervino ma sùbito dopo il mare, gli piace fare scalate nelle Alpi Apuane perché hanno dietro" le loro spalle accidentate quel fondale senza fine che è il Tirreno, gli ha fatto un bel discorso commosso in patois. Sono capitato alla Gran Becca a cerimonia finita; e accolto benevolmente dalla eletta compagnia ho bevu to una grappa della valle alla salute di Giulio Bich guida emerita che da alpino fu al Polo Nord con il capitano Sora, e ho tocca' to il bicchiere con non so quanti altri Bich e Carrel e Maquignaz e Meynet e Pession e Pellissier e Gaspard ed Hérin e Perron e Perruquet, che queste sono le più illustri famiglie di guide della valle che sono andati ad aprire vie nuove e a scalare vette senza nome dal Caucaso all'Himalaya, dall'Alaska alle Ande e alla Patagonia, tornando ogni volta alla loro valle, alle.vacche delle malghe, ai familiari lavori agricoli a cui non hanno mai rinunciato per un senso quasi religioso di fedeltà alla tradizione. Né intendono rinunciarvi ora che.il turismo chiassoso .e, irriverente ha invaso la traile < e 'di quest'Ultima modesta frazióne del comune di Valtournanche, fino a trent'anni fa quattro case di pietra e di legno col tetto di lastre nere intorno ad una chiesetta gracile, Notre-Dame de l'Hermite, ha fatto un mostruoso falansterio, un paravento opaco al Cervino, un cantiere disordinato ed assiduo che par nato dai sogni di un ebbro o dai timori presaghi di Guido Rey (che scriveva da qui alla sorella e alla nipote nel 1934: « Venite a vedere questo posto prima che la strada delle auto non ne abbia guastato la solitudine e la poesia»). Cervinia è come certe città americane che vengon su disordinatamente con costruzioni frettolose e utilitarie: la via che traversa il nuovo borgo con le luci delle insegne perpendicolari e le case a molti piani e a molti colori e le numerose scritte esotiche mi hanno ricordato la main Street di Las Vegas: è una strada che non mena in alcun luogo, né ad una piazza né ad un belvedere, si arresta contro il fianco destro della conca che sale su diritto ; la tendenza ancor viva dei montanari di dondolarsi nel mezzo della via è perpetuamente minacciata da rombanti automobili che si affrettano su e giù non si capisce perché. Ho parlato con i nuovi amministratori del comune di Valtournanche e ho avuto l'impressione che anch'essi, come i difensori delle amenità naturali di questa valle d'Aosta bellissima sopra ogni altra, non siano contenti per nulla di questi pacchiani edifici che si tolgono l'uno all'altro la vista del Monte e dei pascoli e la luce stessa; e alcuni pare li subiscano con una scontrosa rassegnazione, altri li deplorano con irritazione. «/ nostri vecchi mettendo sotto vincolo x prati che salgono oltre il torrente (e la sera sono invasi da armenti di vacche bianche pezzate di nero, che brucano l'erba non più tanto aromatica, avvelenata dai gas dei motori e delle mine), i nostri vecchi — mi ha detto pressapoco il sindaco — ci hanno lasciato una consegna prima di andarsene, ci hanno raccomandato l'integrità di questi pascoli, che non si moltiplichi questo paravento di muraglie a chiudere del tutto la finestra sul Cervino. E' un sacro impe- gnu per noi. Noi siamo stati vittime, nói e chi ci ha preceduto, di cose più grandi di noi, di gente potente e senza riguardi contro i quali le nostre proteste si spuntavano». Mi ha detto il signor sindaco che quando andò a prestar* il giuramento nelle mani del capo della Regione questi gli disse, « mi spieghi un po' come mai sono venute su tutte quelle brutte costruzioni al Breuil», e lui ha avuto buon gioco a rispondergli, « non è lei il governatore della Valle? E allora la faccenda me la spieghi un po' lei ». E ha aggiunto che gli stanno facendo premura gli speculatori che vogliono mandare avanti in fretta le loro costruzioni in cui hanno investito miliardi; ma lui gli ha detto che per cinque anni non si costruirà più niente, ci sono cose assai più importanti da fare, le strade, le fognature, l'aumento della portata dell'acquedotto, i servizi necessari al turismo. Per cinque anni, alto là. Poi si vedrà se sarà necessario e giovevole continuare a tirar sù tante cose di cui non si sente il bisogno quassù. Come per esempio quel mostruoso quartiere che si sta erigendo sul gradino erboso su cui sorge il vecchio centenario albergo Monte Cervino; una Residence House di cui già sono un pugno nell'occhio alcune quinte rossastre fatte di tanti diedri compatti ed ostili. Appare da due cartelloni che si fronteggiano all'ingresso del cantiere in quattro lingue, con qualche errore d'ortografia che riproduco fedelmente, che cosa si vuol perpetrare nel bel mezzo della verde conca, il più nobile atrio alle altissime vette in fondo e d'intorno; prati estesi e lucidi orlati in basso dagli ultimi gruppi di larici, trepidi torrentelli spremuti dai ghiacciai e che confluiscono nel torrente Màrmore; silenzio e pace fino a ieri, e non altra voce che quella delle acque e dei campani delle vacche. Si legge nel primo cartello: Grand Hotel Residence. Night club. Bistrot. Piscina coperta. Solarium. Salone manifestazioni. Kinderheim. Tennis. Bowling. Curling ;ma non è prevista una pista di pattinaggio). E nel secondo: Complesso condomoniale. Percorsi coperti. Negozi. Boutiques. Sale da the. Dancing. Ristorante. Self service. Cinema. Parcheggio. Box. Tutte cose che non si vede cosa abbiano a fare con la capitale del più puro alpinismo. Tornando alla Gran Becca (che è il nome del Cervino nel dialetto locale ) tutti i discorsi quella sera era¬ no sulla grande stagione di quest'anno, che la Società delle Guide del Cervino intende celebrare solennemente dal 15 luglio prossimo fino al 25 settembre il centenario della prima ascensione italiana al Cervino (17 luglio 1865) per opera dì Jean Antoine Carrel e di Jean Baptiste Bich; tre giorni dopo che la vetta era stata conquistata per la prima volta nella storia dell'alpinismo da due cordate salite dal più agevole versante svizzero, composte dall'inglese Edward Whymper, dalla guida francese Michel Croz, dalle guide di Zermatt Tougwalder padre e figlio, dal reverendo Hudson, da Lord Francis Douglas e da un giovane turista inglese, Hadow. Il programma delle cerimonie commemorative com- aaqsscpblgaporta principalmente escur-! „j „„„„„„•„ • , esiom ed ascens oni al granLMonte, ^ni gnei avesse rjet-\tto al Tyndall, al Whymper,{sal Carrel, all'abate Goret\ fiche dal 1857 fino al giugno itdel '65 si accanirono inj»quindici tentativi contro la1 nvetta che resisteva ad ognii"assalto, chi gliel'avesse detto che nel centenario della loro impresa è progettata per il 16 corrente un'ascen plaes\msione collettiva sul Cervino!ddi un gruppo di accademici! del Cai, che si incontrerà in vetta con un gruppo di guide e di alpinisti proveniente da Zermatt; e che la domenica seguente, il 18, saliranno al sommo per tre diverse vie ventitré cordate di rcbmtvsg alpini della scuola militare alpina e pattuglie dei cinque reggimenti! Questi programmi sono stati fatti senza aver preso accordo con il padron di casa; che è uno dei monti più stizzosi del mondo, cambia umore da un attimo all'altro; già l'altro giorno gli alpini che erano andati in su a preparare la marcia hanno dovuto rientrare in fretta al Breuil per un'improvvisa bufera con vento e neve; per ques o ieri all'arrivo la montagna l'ho veduta ancora invernale, la neve fresca che infarinava i fianchi più bassi, le rocce avevano quel nero lucido che assumono quando rie mergono dopo il maltempo. Qui, mi dicono, nemmeno del barometro ci si può fidare, è nervoso e lunatico anche lui; qui i veri profeti del tempo che farà sono i gatti giunti misteriosamente nella valle dall'Oriente non si sa quanti secoli fa; e che indicano che cambia il tempo con un'improvvisa perdita di vivacità, o addirittura sonnolenza; ma non sempre si ha un gatto sotto mano, ogni tanto queste strane creature vanno in escursione per conto loro fra i mughi e le rocce e per un pezzo non se ne sa più niente. Non solo è scorbutico e mutevole il Cervino, ma spesso pare che ce l'abbia proprio con i presuntuosi uomini che ne penetrano i recessi augusti, ne tentano le gigantesche pareti che precipitano sugli irti ghiacciai, e li bombarda a tradimento con valanghe e frane e piogge di sassi e di' ghiaccio. Ma per chi ama la loro montagna come questi uomini, molti ìei quali sacrificano ad essa ogni altra ambizione che non sia quella di entrarci in confidenza, non li tenta dolcezza di famiglia, non allettamento di altre terre, non brama di ricchezza, questi umori bisbetici glie la fanno più ambita e più cara. Non c'è gioia al mondo più pura, più intensa, mi ha detto una di queste guide con parole molto più semplici ed efficaci delle mie, di quella di uscire da una parete dopo un'arrampicata senza fine, ed ogni appiglio è costato fatica e rischio e sforzo "i ogni muscolo, non c'è felicità più grande che vedersi improvvisamente innanzi e vicinissima la vetta che invita affettuosa con una neve facile, un agevole pendio. Paolo Monelli s La cima del Cervino contro le nuvole, inquadrata sulle nuove costruzioni sorte al Breuil (Foto Moisio)

Luoghi citati: Alaska, Aosta, Breuil, Las Vegas