Le accuse all'ex ministro per il tabacco messicano di Guido Guidi

Le accuse all'ex ministro per il tabacco messicano Le accuse all'ex ministro per il tabacco messicano (Nostro servizio particolare) |mRoma, 9 luglio, .seIl caso della importazione di\taailudFinanze Trabucchi da quattro\19società titolari di concessioni\cspeciali per coltivare in Itallaimtabacco da vendere esclusiva-]Mtabacco dal Messico, di cui si sta occupando il Parlamento, ha avuto inizio nell'ottobre 1961 con una istanza presentata all'allora ministro delle'. mente al Monopolio ad un prezzo politico molto più elevato di quello che sarebbe stato pagato se lo stesso prodotto fosse stato acquistato all'estero. Con quella loro |'s'a"a".le società Saim, Aid. Sais, Tw — che facevano c.a- po al senatore democristiano di Salerno, Carmine De Martino — chiesero di poter coltivare nel Messico il tabacco per venderlo poi al Monopolio come se fosse stato prodotto In Italia. gpdsMliscleDsopMadj mNel 1961 le coltivazioni ita-\ liane di tabacco erano state '; scolpite dalla peronospera che, distruggendo circa il 70 per cento del raccolto, aveva ri ilbsdotto la produzione a 249 mi-'.vla quintali, mentre nel 1960 era stata di 795 mila quintali; e le previsioni dei tecnici per l'avvenire erano notevolmente preoccupanti. Chiedendo la autorizzazione a coltivare tabacco nel Messico, le quattro insl'mpvrsocietà sostennero che la pro-isposta avrebbe consentito loro « di mantenere i quadri tecnici utilizzandoli proficuamente all'estero per un certo periodo >, e si sarebbe così evitata la disoccupazione in Italia nel settore dei lavoratori del tabacco. In sostanza il Monopolio avrebbe acquistato dalle quattro società il tabacco ad un prezzo elevato, come se fosse stato coltivato in Italia. Alla proposta, il direttore generale del Monopolio dott. Cova oppose una risposta negativa ed il Consiglio d'amministrazione del Monopolio nella sua riunione del 15 dicembre 1961 fu dello stesso parere: ma il sen. Antonino Pecoraro che lo presiedeva dichiarò che il ministro Trabucchi aveva avocato a sé indtcCtscmveatFsdvtddnd<il giudizio sulla legittimitàlsdel provvedimento». E, neljegennaio 1962. il sen. Trabucchi', accolse le richieste delle quat '.ttro società, le autorizzò a col- \ ntivare tabacco nel Messico per ccinque anni e ad importarlo', din Italia. In questa sua concessione, contenuta in una lettera inviata alle quattro società, il ministro pose una clausola: che l'autorizzazione fosse estesa ad altre ditte purché avessero presentato una domanda entro il SO giugno 1962. Ma le sole società che beneficiarono del permesso speciale furono quelle del sen. De Martino, le quali nel 1962 e nel 1963 vendettero al Monopolio tabacco per l'ammontare complessivo di 4 miliardi, 344 iclnspspIpnsrizrllllllilllltllllllllllllltlllllllllllttlllllllllllllllltlllltl b milioni, 978 mila e 48.3 lire: se la medesima quantità di tabacco fosse stata acquistata all'estero al prezzo di mercato l Monopolio avrebbe sostenuto una spesa inferiore almeno del 40 per cento. Dopo due anni, all'inizio del 1964, sulla situazione fu richiamata l'attenzione sia della magistratura ordinaria sia del Monopolio. Mentre la Procura generale presso la Corte d'Ap pello di Roma iniziò una indagine, taluni membri del Consiglio d'amministrazione del Monopolio controllarono la validità della concessione rilasciata dall'allora ministro delle Finanze alle società del sen. De Martino, due delle quali soltanto approfittarono del permesso. Dopo il controllo, il Monopolio ritenne opportuno avvertire di quanto era accaduto l'on. Tremelloni, nitouo ministro delle Finanze. Il caso fu sottoposto all'esante del Consiglio di Stato il quale, il SO giugno 1964, stabilì che l'autorizzazione rilasciata dal sen. Trabucchi do- veva essere considerata nulla: innanzi tutto perché non era stata tenuta in alcun conto l'opinione del Consiglio d'amministrazione del Monopolio; poi perché, 'comunque, i privati non possono essere autorizzati ad importare tabacco se non per uso personale ed in quantttà molto limitata. Un mese dopo la decisione del Consiglio di Stato, la mattina del 25 luglio 1964, H Procuratore generale presso la Corte d'Appello di Roma dottor Luigi Giannantonio trasmise gli atti della sua inchiesta al presidente della Camera spiegando di avere rilevato nel corso dell'indagine elementi tali da supporre che avrebbero potuto essere contestate all'ex ministro delle Finanze Trabucchi talune responsabilità penali per i reati di peculato, di interesse privato in atti d'ufficio, di contrabbando e di abuso in atti d'ufficio. Comunque, trattandosi di reati compiuti dal senatore Trabucchi nell'esercizio della sua funzione di mini- stro, la magistratura ordinaria era incompetente a procedere, La commissione parlamentare d'inchiesta per i giudizi nei confronti dei ministri e composta da dieci deputati e dieci seilateri ha svolto una indagine prolungatasi per circa undici mesi, ed ha stabilito che il sen. Trabucchi: 1) non può essere ritenuto responsabile dì contrabbando perché < i diritti doganali risultano essere stati pagati » per il tabacco introdotto in Italia; 21 non ha compiuto peculato perché «la sua buona fede risulta da tutto il suo comportamento»; 3) non risulta che abbia avuto un interesse particolare all'operazione; 4) non è da ritenersi responsabile di abuso d'ufficio. Riconosce la relazione che Trabucchi ha fatto contrarre impegni al Monopolio con una lettera inviata alle due società dell'on. De Martino anziché con un decreto; che ha determinato il prezzo del Tabacco non tenendo conto dei prezzi sul mercato internazionale; che ha consentito l'importazione del tabacco di tipo Virginia Bright anziché di quello più pregiato di tipo Burley previsto dal contratto; che ha avocato a sé il giudizio sulla legittimità del provvedimento. Tuttavia, conclude la relazione, bisogna considerare che il ministro è presi dente del Monopolio. Guido Guidi