Condannati trentanove studenti-ladri Sette anni e sei mesi allo spavaldo capobanda di Guido Guidi

Condannati trentanove studenti-ladri Sette anni e sei mesi allo spavaldo capobanda Pieni di soldi, rubarono per "uccidere,, la noia Condannati trentanove studenti-ladri Sette anni e sei mesi allo spavaldo capobanda Giacomo De Michelis, che ha scritto un libro sulle sue prodezze, dovrà affrontare altri due processi - Le pene inflitte agli altri imputati variano da sei anni e mezzo ad ammende per incauto acquisto - Complessivamente hanno collezionato oltre 130 anni di prigione - Erano imputati di avere svaligiato 300 appartamenti (Nostro servizio particolare) Roma, 8 luglio. Trentanove condanne e quindici assoluzioni: questa la sentenza del Tribunale per i giovani — molti dei quali studenti e figli di stimati professionisti, funzionari e commercianti — che in due anni. per uccìdere la noia, si sono trasformati in ladri svaligiando circa 300 appartamenti a Roma e rubando su altrettante automobili in sosta. La condanna più grave è di 7 anni 6 mesi e 15 giorni di reclusione, quella meno severa (per incauto acquisto) IfiO mila lire di ammenda. Inoltre tutti i responsabili, che hanno collezionato complessivamente 130 anni, 3 mesi e 10 giorni di reclusione, dovranno risarcire il danno arrecato ai derubati. In linea di massima i giudici hanno voluto essere molto più severi di quanto non lo fosse stufo il Pubblico Ministero nelle sue richieste al termine della requisitoria. Questa severità è giustificata — ed ì giudici lo spiegheranno nella motivazione della loro sentenza — dal comportamento dei responsabili che non erano assolutamente assillati dal bisogno. Nicola De Antonia, ad esempio, aveva dai suoi genitori duemila lire al giorno per i divertimenti; Giacomo De Michelis aveva guadagnato per alcuni anni circa 500 mila lire al mese come proprietario delle azioni di una società alimentare. Quasi tutti avevano la possibilità di frequentare la buona società romana che aveva aperto loro le porte di casa. Inoltro questi giovani hanno ostentato la propria abilità nel compiere i furti e non hanno nini mostrato alcuna preoccupazione per le conseguenze penali della loro attività. Le « imprese » venivano studiate ed organizzate tutte o quasi tutte nel bar del Circo lo del tennis al Foro Italico rCoAsrmddllntdtddove si trovavano e si conob bero casualmente la maggior parte di coloro che oggi sono stati condannati. La tecnica dei furti consisteva, soprattutto, nell'approfittare della ingenuità delle ragazze alle quali durante le feste veniva sottratta dalla borsetta la chiave di casa. Poi nel giro di mezz'ora qualcuno dei ladri s'incaricava di farla copiare per usarla ad aprire la porta dell'appartamento che doveva essere svaligiato prima ancora che il cocktail party terminasse. Così accadde alla figlia dell'industriale romano Tudini, al quale venne svaligiata con questo sistema la villa a Rapallo. Fra gli imputati, Giacomo De Michelis, che s'era posto in maggiore rilievo sia perche, appena arrestato, confessò tutto quello che aveva fatto, coinvolgendo la respo7isabilità di tutti i sìioi amici, e sia perché ha assunto il ruolo di capo della banda proponendosi di scrivere un libro sulle sue avventure dal titolo «I giovani camaleonti», ha avuto la con-Icdanna più pesante: sette a nni I Ce sei mesi di reclusione. |fGiacomo De Michelis ò sta-ilmFcslsto colto di sorpresa dalla sentenza: non aveva previsto una pena in questa misura. Quando, alcune settimane or sono, gli chiesero se era preoccupato per quello che lo attendeva prospettandogli l'ipotesi di una niqfmsV condanna che sarebbe stata di poco inferiore ai 10 anni ri spose con spavalderia: « Una pena del genere in Italia non la danno neanche agli assassini ». Invece non soltanto è stato condannato ad una pena severa, ma dovrà affrontare altri due processi sempre per furto: uno a Roma ed uno a Ravenna avendo rubato in 300 automobili durante l'estate del 1963 lungo la riviera adriatica. I giudici hanno ritenuto re sponsabile anche il parente di un noto impresario edile ro mano, Gianmaria Matteoni e lo hanno condannato a 6 anni e 6 mesi; hanno condannato a 5 anni e 6 mesi Danilo Abbruciati, figlio dell'ex pugile Otello già campione d'Europa negli anni '30; hanno inflitto i anni all'ex tuffatore olimpionì co Lamberto Mari (si classi fico sesto e primo fra gli eu ropei nella finale dei tuffi dal trampolino da S metri nelle Olimpiadi svoltesi a Roma nel 1960) per avere compiuto un furto in casa della scrittrice Dacia Maraini. II Tribunale inoltre ha condannato anche Nicola De Antonis, figlio di un disegnatore d'alta moda, a 5 anni e 3 mesi; Leonardo Gentili, figlio di un docente universttario, a 3 anni e 6 mesi. E' stata condannata a Jf anni e 6 mesi, Liliana Vulpiani, una bella ragazza romana, la quale ha acquistato la maggior parte della refurtiva. Infine a sei anni di reclusione, per furto, è stato C07idannato anche, il nobile di origine piemontese Giorgio Adami il quale nei mesi scorsi è stato già punito perché responsabile di estorsione. I giudici sono rimasti in ca mera di consiglio tre ore per decidere. Quando il presidente dott. Antonio Brancaccio ha letto il dispositivo della sen lenza l'aula era affollata, ma nessmio degli imputati ha fatto un commento alla decisione del Tribunale che ha negato a tutti i condannati il beneficio delle attenuanti generiche. Guido Guidi Il gruppo dei giovani imputati nell'aula del tribunale ieri dopo la sentenza (Telefoto « Associated Press »)

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