L'on. Saragat parte stamane per la Danimarca e Norvegia

L'on. Saragat parte stamane per la Danimarca e Norvegia La visito del Capo dello Stato alla Scandinavia L'on. Saragat parte stamane per la Danimarca e Norvegia Lo accompagna il ministro degli Esteri on. Fanfani - Oggi l'incontro con il re Federico a Copenaghen - I discorsi politici di ieri tutti imperniati sul problema della riunificazione socialista proposta dal psdi Roma, lunedi mattina. Saragat e Fanfani partono stamane alle 9 dall'aeroporto di Fiumicino e giungono a Copenaghen a mezzogiorno. Domani proseguiranno per la Norvegia dove si tratterranno fino alla mattina di venerdì 25. In Norvegia il Capo dello Stato si recherà su invito di re Olaf. La visita in Danimarca, invece, non ha carattere ufficiale. Tuttavia a Copenaghen Saragat si incontrerà con re Federico IX (di cui sarà anche ospite a colazione), mentre Fanfani avrà un colloquio col ministro degli Esteri danese Haekkerup. La visita in Scandinavia del Presidente della Repubblica Italiana riveste un grande interesse, sia perché questo è il primo viaggio che Saragat compie all'estero dopo la sua elezione a Capo dello Stato, sia perché Danimarca e Norvegia hanno una posizione particolare in politica interna (tutti e due i Paesi sono retti da governi socialdemocratici) come in politica estera (sostengono, nella Nato, una linea di prudenza). Nell'assenza del Capo dello Stato e del ministro degli Esteri non ci saranno, questa settimana, riunioni del governo. Si riuniranno, invece, gli organi dirigenti di due partiti. Per dopodomani 6 convocata la direzione del psi. Giovedì si riunirà la direzione del pei. La direzione del psi continuerà la riunione interrotta venerdì scorso, e probabilmente la concluderà approvando un documento. Il documento è in elaborazione e salvo imprevisti dovrebbe raccogliere i voti dei due settori della maggioranza, i nenniani e ì demartiniani. Tra questi due settori venerdì scorso si accese, com'è noto, una polemica: prima sui risultati, delle elezioni in Sardegna, poi su un discorso che il ministro Mancini (nenniano) aveva pronunciato a Ciro Marina, criticando il pessimismo espresso in alcune circostanze dalla segreterìa sulla situazione politica. Una precisazione dello stesso Mancini (il quale aveva inviato un telegramma alla direzione) ha già peraltro diminuito la tensione tra le due ali autonomiste del psi. Il resto dovrebbero farlo alcuni incontri che si svolgeranno oggi e domani tra nenniani e demartiniani. A questi incontri parteciperà anche Mancini, il quale in giornata torna dalla Calabria. Se si arriverà alla distensione nella maggioranza, come non sembra improbabile, la direzione del psi approverà un documento in cui si dovebbe esprimere un giudizio complessivamente positivo sui risultati ottenuti dai socialisti in Sardegna e sull'operato della segreteria. In ogni caso pare da escludere che la direzione del psi accolga la richiesta dell'opposizione interna (lombardiani e sinistre) per l'uscita dal governo. « Provocare da parte dei socialisti una crisi di governo a causa dei recenti risultati elettorali non del tutto positivi sarebbe un errore imperdonabile. La crisi di governo, se deve avvenire, c bene che si verifichi in ordine all'inadempienza della democrazia cristiana sulla eventuale mancata attuazione del piano quinquennale di sviluppo economico, che rappresenta la piattaforma e l'impegno politico dei socialisti». Queste parole sono state pronunciate dal ministro socialista Mariotti, che è un nenniano, in un discorso a Brescia, ma esprimono opinioni che sono condivise da molti altri esponenti della maggioranza del psi. Per cui, come si è detto, è da ritenere che la maggioranza del psi respingerà senz'altro la richiesta della opposizione interna per l'uscita dal governo. Il ministro Mariotti, nel già citato discorso di Brescia, ha definito un « fantasma > il progetto del partito unico dei lavoratori proposto dai comunisti. E ha aggiunto che tale progetto è stato presentato non perché il pei sia convinto della possibilità di dar vita a un partito unico, ma per sabotare il piano quinquennale e con esso la possibilità dell'unifienzione socialista c che non putì essere un fatto politicu di vertice ma il termine finale di una lotta che il partito socialista italiano e il partito socialdemocratico debbono condurre insieme per l'attuazione delle riforme x.ontenute nel piano quinquennale ». Di unificazione socialista, nei discorsi di ieri, hanno parlato molti altri esponenti del psi e del psdi. Il segretario socialdemocratico Tanassi, intervenendo al convegno degli amministratori comunali e provinciali del psdi svoltosi a Civitavecchia, ha detto che, a vent'anni dalla Liberazione, la vita democratica del Paese ha bisogno di una semplificazione nel suo schieramento politico. Taln semplificazione in parte operata dallo stesso elettorato con la messa in crisi delle forze della destra totalitaria. Per il resto, tuttavia, ha affermato Tanassi, «dobbiamo operare noi socialisti, facendo chiarezza a sinistra. Ai socialisti democratici spetta il compito di dare il loro valido, essenziale contributo alla creazione del grande partito socialista democratico, nella sicurezza di trovare il più largo appoggio in settori sempre più vasti del psi*. Il vicesegretario del psi, Brodolinì, parlando a Sciarra, in provincia di Palermo, ha detto che il problema dell'unità socialista e quello della gene, rale ristrutturazione unitaria della sinistra sono problemi reali, collegati all'esigenza di accrescere l'influenza e il peso delle classi lavoratrici nella vita dello Stato. Unità socialista e ristrutturazione unitaria delle sinistre, ha aggiunto l'oratore, non sono prospettive in contraddizione tra loro, contrariamente a quanto sostengono 1 comunisti. « L'unità socialista, infatti, ha concluso Brodolini, ha un senso solo se la si considera in funzione di un impegno di rinvigorita iniziativa per la conquista dell'unità democratica dell'intero movimento operaio ». r. s.