Discussioni per il primo posto in classifica

Discussioni per il primo posto in classifica Discussioni per il primo posto in classifica Da uno dei nostri inviali I/Aquila, lunedì mattina. Questo Giro d'Italia ha un destino strano, ogni giorno capita che il vincitore di tappa non riesca a godere in santa pace la soddisfazione del meritatissimo successo. Sabato, a Perugia, ha vinto Dancelli, ma l'intera carovana si è buttata a corpo morto sul « caso Venturelli >, condito ormai in tutte le salse, e ieri, sul traguardo dell'Aquila, si è imposto brillantemente Cariesi, ma ben in pochi hanno battuto le mani al trionfo a sorpresa di un atleta della « vecchia guardia ». Perché il pubblico cercava disperatamente Taccone ed è stato contento solo all'apparire del suo idolo, mentre 1 giornalisti non han trovato tempo per i complimenti d'uso, impegnati com'erano a scoprire chi fosse diventato maglia rosa, se Galbo oppure Chiappano. La soluzione dell'Incognita ha richiesto parecchie ore, finché la vicenda, a dir la verità piuttosto buffa, è stata risolta dando ragione a Chiappano. Per cercar di inquadrarla nei suoi giusti termini, senza gridar allo scandalo perché proprio non ci sembra logico, bisogna risalir all'arrivo della prima tappa. Disse allora il responso del giudice che primo era stato Dancelli e che poi, alle sue spalle, si erano via via piazzati Durante, Zilioli, Mealli, Gimondi e Ferretti con il medesimo tempo; settimo Galbo a 4"; Chiappano ventitreesimo a 19". E per Chiappano è capitato il pasticcio. I responsabili dell'ordine d'arrivo evidentemente non lo hanno visto, il fotofinish, altrettanto evidentemente, non ha funzionato o ha funzionato male. Eppure, per concorde dichiarazione di molti corridori, Chiappano faceva parte della pattuglia di testa, era finito cioè al sesto posto, davanti a Ferretti e dietro a Gimondi con 4" di vantaggio su Galbo. Così affermò infatti Gimondi, così fu d'accordo Ferretti che riconobbe d'aver lottato a spalla a spalla sino allo striscione con il portacolori della Sanson. Per ristabilire la verità, ci sarebbe voluto un reclamo, ma per abitudine il reclamo scritto lo si compila soltanto allorché le circostanze in contrasto riguardano il primo arrivato. È poi, se vogliamo esser sinceri sino in fondo, la cosa sembrava di ben lieve importanza, chi si immaginava che la sorte si sarebbe divertita a combinare un slmile scherzo? Giacotto fu prudente, andò dal presidente della giuria a raccontar il fatto ed i due si lasciarono dandosi appuntamento per ieri sera, la faccenda si sarebbe aggiustata, per così dire, in famiglia. Veniamo alla tappa di ieri. Si animarono e si spensero scialbi tentativi di fuga, quindi, verso il settantacinquesimo chilometro, scapparono Molenaers e Bingeli, ai quali si aggiunsero prima Maino, poi Marcoli e Bailetti, quindi Cariesi, e poi ancora Pambìancq, Negro, Meldolesi, Claes, An- Ordine d'arrivo: 1) Cariesi, che compie l 180 km del percorso in 4 ore 54*35" alla media di km 36,681 ; 2) Pambianco-, 8) Claes; 4) Negro; 5) Aldo Moser; 6) Chiappano; 7) Galbo, tutti col tempo di Cariesi; 8) Andreoll a 3'óS" ; 9) Bitossi a 4'06", che batte In volata U gruppo con i migliori. Classifica generale: 1) Chiappano in 10 ore 38'; 2> Galbo a 4"; 3) Cariesi a 19", a pari merito con: Pambianco, Claes, Negro ed Aldo Moser; 8) Dancelli a 4'6", a pari merito con: Durante, Mealli, Gimondi, Zllloll, Ferretti; 16) Taccone a 4'17"; 21) a pari merito: Bitossi, De Rosso, Adorni, Zancanaro, Mugnaini, Masuello, Balmamion, Cribiori ed altri a 4'25". dreoli, Aldo Moser, e, manco a combinarlo apposta, Galbo e Chiappano. La strada si impennava In ampie salite, precipitava in lunghe discese, a poco a poco la corsa s'avvicinava all'Aquila. Sulle rampe cedettero Marcoli, Maino, Molenaers, Meldolesi, Bailetti, Bingeli ed Andreoli e rimasero giusto in sette: Galbo e Chiappano tenevano duro, erano sempre a ruota a ruota. Dancelli tentò di difendere la sua maglia, ma trovò pochi amici disposti ad aiutarlo e si arrese. La pattuglia all'avanguardia irruppe per tortuoso e scuro corridoio sulla pista dell'Aquila e Cariesi la spuntò con assoluta facilità. Il plotone compatto si affacciò con un ritardo di 4 minuti e sei secondi, Dancelli, insomma, la sua maglia rosa l'aveva perduta abbondantemente. Ma a chi toccava, l'insegna del primato? Giacotto prese da parte in un angolo del prato i suoi due corridori. Chiappano aveva le lacrime agli occhi ed anche Galbo aveva perso la sua tradizionale aria allegra. Pure Galbo fu leale. Mormorò a denti Btrettl che Chiappano aveva ragione, Chiappano a Perugia era arrivato prima di lui e quindi gli toccava di vestir la maglia. I due salirono insieme la scaletta che porta al podio e lo spettacolo dello smarrimento dei < maggiorenti » della competizione fu abbastanza evidente. Secondo gli atti, per così dire, ufficiali, la maglia andava consegnata a Galbo, ma Galbo non la voleva e a furia di sospiri ripeteva che era meglio la dessero all'altro, a Chiappano, che l'aspettava. A Chiappano però non la davano, l'incaricato della vestizione aspettava ed i fotografi intanto protestavano che passava il tempo e si faceva tardi. Mezz'ora di tira e molla, senza alcuna decisione, udimmo persino qualcuno consigliar a Giacotto: «Senta, sono tutti e due della sua squadra; scelga lei e sia finita ». Giacotto ricusò l'Incarico, Galbo e Chiappano davvero non sapevano più che fare. Scesero sul prato, ed i fotografi acchiapparono una maglia rosa e gliela cacciarono addosso, un pezzetto per ciascuno. L'interrogativo, comunque rimaneva, toccava alla giuria il responso definitivo. Venne guardato e riguardato il « fotofinish » dell'arrivo di sabato, fu diramata una classifica con Galbo al primo posto, quindi il «fotofinish» che era scuro ma non tanto, fu sottoposto ad un nuovo esame. E l'esame diede ragione a Chiappano, che a Perugia era sesto, quindi accreditato dello stesso tempo di Dancelli. Chiappano maglia rosa, perciò. Ed ormai s'era fatta sera... Oggi, terza tappa, da L'Aquila a Rocca di Cambio. 199 chilometri con tre salite, la Forca Caruso al chilometro 137, 11 valico di Tornimparte al chilometro 146 e la rampa che porta al traguardo posto a quota 1434. Una giornata adatta per gii arrampicatori. Possibile una vittoria di Taccone: ma il campo è aperto ad ogni sorpresaGigi Boccacini Guido braccio mentre taglia il traguardo dell'Aquila (Telefoto)