Nelle strade di Santo Domingo sotto il fuoco delle due fazioni di Giovanni Giovannini

Nelle strade di Santo Domingo sotto il fuoco delle due fazioni II nostro inviato visita il quartier generale di Caamano Nelle strade di Santo Domingo sotto il fuoco delle due fazioni Desolante visione del porto: carcasse di navi, magazzini che bruciano ancora - Sulle acque del fiume Ozama galleggiano cadaveri - Il ministro degli Esteri «costituzionalista» chiede l'intervento delle Nazioni Unite - Oggi giunge nella capitale il rappresentante personale di UThani: si affiancherà all'« Osa » nell'opera di mediazione - I combattimenti fra rivoluzionari e controrivoluzionari proseguono - Gli americani proteggono la zona internazionale DAL NOSTRO INVIATO Santo Domingo, lunedì matt. Al seguito del generale indiano delle Nazioni Unite, Rykie, ho potuto visitare ieri tutta la città di Santo Domingo passando di quartiere in quartiere, attraverso il triplice schieramento armato degli americani, dei rivoluzionari e dei controrivoluzionari. Un guasto alla macchina sulla quale mi trovavo insieme con altri colleghi ci ha isolati nella Ciudad Nueva: ma appena identificata la nostra nazionalità, al grido di c Viva la Francia », « Viva l'Italia », i ribel¬ li ci hanno caricato su una camionetta, invitandoci a tenere la testa bassa a certi incroci più pericolosi, e ci hanno riportato al seguito del generale. Fidando sulle assicurazioni ricevute dalle parti, Rykie ha voluto fermarsi tra i docks del porto, dove dalla riva destra della foce limacciosa del fiume Ozama i ribelli, dalla sinistra i governativi, non hanno mai smesso in queste tre settimane di spararsi. Lo spettacolo è impressionante: una carcassa di nave attraccata al molo, a terra scheletri di automobili, trattori, camion, segni di pallottole e granate su tutti i muri, magazzini che bruciano ancora. Anche l'ufficiale indiano ha detto che la realtà gli appariva peggiore di quanto temeva. Più avanti, sulla piazza della antica chiesa di Santa Barbara, sotto la fortezza di Ozama, la zona è così battuta in continuità dalla fucileria che gli ufficiali ribelli hanno indotto — assicurazioni o no — il generale a cambiare strada. In centro, nella via Conde dove ha sede il comando del colonnello Caamano, la gente tumultuosamente e rapidamente ammassatasi ha bloccato il corteo urlando in cadenza: « Organizzazione Stati americani no, Nazioni Unite sì>. Con Rykie ai è intrattenuto brevemente in mezzo alla folla il ministro degli esteri costituzionalista (o ribelle che dir si voglia), Cury, invitandolo a fermarsi più a lungo, invocando l'intervento delle Nazioni Unite. Richiesto di un commento al termine della visita il generale Rykie ha risposto di non poter dire niente nella sua qualità di militare: il rappresentante personale di U Thant, signor José Antonio Mayobre, segretario del comitato economico, giungerà domani lunedì. Il massimo organismo mondiale si affianca così di fatto anche se non formalmente, nell'opera di mediazione, accanto a quella organizzazione degli stati americani che agli insorti non piace perché considerata sotto controllo degli Stati Uniti. Il presidente della < Commissione dei cinque» inviata a Santo Domingo dalla < Osa », dottor Ricardo Colombo ambasciatore argentino, risponde sdegnato a queste accuse: « Per raggiungere il nostro fine principale — ha detto in una conferenza stampa — della cessazione totale del fuoco, nell'interesse di tutti, siamo in contatto con l'urna e l'altra parte: anche ieri sera mi sono incontrato col colonnello Caamano ». La radio antirivoluzionaria ha annunciato l'inizio di una offensiva decisiva per spazzare via i ribelli, e da due giorni alle parole stanno seguendo fatti (anche se con scarso successo, finora). E' intervenuta la Commissione dell'«Osa»? « Certo — replica l'ambasciatore Colombo — abbiamo inuiato ieri un'energica nota ». Risultato? t Scarso », ammette l'ambasciatore. Insistono i giornalisti: Non sarebbe meglio ricorrere a mezzi più persuasivi? Non esiste qui un potente corpo di spedizione degli Stati Uniti al quale si stanno aggiungendo soldati dell'Honduras, Nicarague, Costarica? E questo insieme di forze non è agli ordini dell'<Osa»? E perché l'«Osa» non dà l'ordine (di facilissima esecuzione) di impedire agli uni ed agli altri di continuare ad ammazzarsi? Replica l'ambasciatore: < Il comando unico non esiste ancora, i soldati di ogni nazionalità continuano a dipendere direttamente ed esclusivamente dai loro rispettivi Paesi: dateci tempo ». Per tutta la notte, mentre continuavano a risuonare i colpi di fucile e di mitraglia' trice, i rappresentanti dell'Osa, dell'Onu (ed abbiamo anche visto, infaticabile come al solito, il nunzio mons. Clarizio) hanno continuato a discutere. Stamane, nella consueta conferenza stampa, il comando delle forze degli Sta ti Uniti ha ritenuto opportuno chiarire il proprio atteggiamento: tNoi — ha detto in sostanza — ci consideriamo responsabili solo per la zona in ternazionale (Ovest). Solo in funzione di questo compito, per le necessità del nostro corpo di spedizione, siamo presenti anche nella zona Est verso l'aeroporto di Sant'Isidro. Quest'ultima zona, ad oriente del fiume Ozama, è nelle mani degli antirivoluzionari, e non possiamo far altro che cercare di persuaderli a non fare follie. Ottenere il rispetto della tregua non è affar nostro ma dell' "Osa"». E con questo siamo al punto di prima. Un po' rinfrancati oggi dopo le legnate dei primi giorni, gli antirivoluzionari fanno la voce grossa ed attaccano di giorno alla periferia della città: stanchi, forse indeboliti ma più eccitati che mai (come ho potuto con statare ieri) gli uomini di Caamano rispondono e contrattaccano, specie di notte. Qualche volta è difficile distinguere a quale parte appartengono i dominicani: come nel caso dei due cadaveri, resi eof enormi dalla decomposizione,' ohe ho visto ieri mattina alla foce dell'Ozama, spinti dalla corrente giallastra del fiume, respinti dall'acqua azzurra del Mar dei Caraibi. Giovanni Giovannini IIIIIIIIIIIIIIIIIIII Soldati dell'Honduras e del Costarica destinati al contingente dell'Osa scendono dall'aereo a San Isidro (Tel.)

Persone citate: Clarizio, José Antonio Mayobre, Ricardo Colombo, Thant