A carico del sindaco di Roma le spese del processo Bebawi? di Guido Guidi

A carico del sindaco di Roma le spese del processo Bebawi? Tre le inchieste, ma quella della Corte dei Conti può costare cara A carico del sindaco di Roma le spese del processo Bebawi? Per ora è il maggiore indiziato, quale presidente della commissione comunale per la tenuta delle liste dei giurati e membro di quella mandamentale - Altri responsabili potrebbero essere il pretore ed il presidente del Tribunale, oltre al vigile urbano che fornì informazioni approssimative sull'idoneità delle signore incluse erroneamente tra i giudici popolari - Nessuna colpa ha il presidente dell'Assise, dott. La Bua, che si limitò a sorteggiare le schede dei prescelti Mostro servizio particolare Roma, lunedì mattina. Dopo quella disposta dal Consiglio superiore della magistratura e dopo quella della Corte dei Conti, s'è aperta un'indagine della Procura della Repubblica sul caso determinato dall'accertamento che tre dei sei giudici popolari componenti la Corte d'Assise dinanzi alla quale si sono presentati Youssef e Claire Bebatoi non erano idonei ad assumere e a si' vigere le funzioni di amministratori temporanei, diciamo così, della Giustizia. La prima inchiesta, affidata ad un ispettore generale del Ministero, si riferisce all'attività svolta da chi avrebbe dovuto compiere i controlli sui requisiti dei giudici popolari; la seconda ha come obiettivo quello di addebitare agli eventuali responsabili le spese d'un processo che, dopo 57 udienze, protrattesi per oltre tre mesi è stato annullato; la terza si riferisce ad un'eventuale responsabilità di coloro che hanno accettato di svolgere le funzioni di giudice popolare senza averne i requisiti. E' logico supporre che quest'ultima, fra tutte, è la più difficile e non senza un motivo alla Procura della Repubblica, prima di assume¬ re una qualsiasi iniziativa, si sta studiando il problema con grande attenzione. Innanzitutto si tratta di stabilire se la professoressa Egidia Della Rosa, la signora Giovannina Piso?ii e la contessa Olga Taiti Premoli erano a conoscenza che dovevano possedere determinati requisiti, indicati, in modo tassativo, dalla legge. Sul caso della professoressa Della Rosa, il discorso è abbastanza semplice. La signora era in possesso di tutti i requisiti quando venne inserita nelle liste: nata nel luglio 1S99, nell'aprile 1963, quando le liste vennero compilate, non aveva ancora compiuto il sessantacinque- Simo anno. Nessuno le ha detto qualcosa, quando, nel gennaio scorso, fu avvertita che il suo nome era stato estratto dall'urna e che quindi era stata nominato giudice popolare. Per gli altri due casi si tratta di accertarsi se hanno cercato di * ingannare » (ed è da escludere) chi è andato a chieder loro se avevano un titolo di studio. E' necessario stabilire in quali termini è stata posta loro la domanda e chiarire se il vigile urbano che ha assunto le informazioni su entrambe abbia chiesto, in modo specifico, se davvero le due signore avevano un titolo di studio. Tutto lascia supporre, comunque, che questa inchiesta della procura finirà nel nulla mentre molto più consistente è l'altra, quella della Corte dei Conti, per fare in modo che lo Stato possa rivalersi su chi, sia pur per errore, ha causato l'annullamento del processo. A chi può essere attribuita questa responsabilitàt E' facile intuirlo: a tutti coloro che avrebbero dovuto compiere quei controlli e che non li hanno eseguiti, lasciando che tre giudici popolari partecipassero a due processi in Corte d'Assise senza avere i requisiti adatti. E per colpa di questa mancanza di controlli i dibattimenti annullati sono stati due: quello pendente contro Ynussef e. Claire Bebawi e quello precedente celebratosi nei confronti di un rapinatore sardo condannato a 3 anni e 6 mesi, come il processo ai coniugi Bebawi, anche quest'altro dibattimento dovrà essere ripetuto dall'inizio. Il controllo avrebbe dovuto essere seguito dalla commissione comunale (il sindaco di Roma e due consiglieri), da quella mandamentale (il pretore di Roma ed i sindaci del mandamento, cioè ancora il primo cittadino dell'Urbe) e dal presidente del Tribunale, di Roma che ha proceduto alla stesura definitiva degli elenchi dai quali poi sono stati estratti i nomi della prof.ssa Egidia della Rosa, della signora Pisani e della contessa Taiti in Premoli. Nessuna responsabilità può essere attribuita, invece, al presidente della Corte d'Assise, dott. Niccolò La Bua, poiché, a norma di legge, il suo compito è limitato ad estrarre dall'urna (con l'assistenza del cancelliere e alla presenza del P.M.) 10 schede dei giudici popolari ordinari, tra quelle riferentesi ai cittadini la cui idoneità sia stata già accertata con tutte le modalità innanzi indicate. Con ogni probabilità, nei prossimi giorni, il procuratore generale della Corte dei conti sarà in condizione di conoscere i nomi delle persone alle quali potrebbe riferirsi il giudizio di responsabilità. Guido Guidi

Luoghi citati: Roma, Urbe