AH*aita del 1° maggio a Baveno sul Lago Maggiore

AH*aita del 1° maggio a Baveno sul Lago Maggiore AH*aita del 1° maggio a Baveno sul Lago Maggiore Giovane sposa uccide il marito con una fucilata mentre dorme Poi telefona ai carabinieri di Stresa : « Venite ad arrestarmi » - Lei, ventottenne, è una ex infermiera dell'ospedale di Borgomanero e madre di due bimbi - Lui, scalpellino, aveva 36 anni - La donna in carcere ha detto : «Non ne potevo più. Mi picchiava e insultava; maltrattava anche i figli. Sono contenta di averlo fatto! » Dai nostro corrispondente Verbania, lunedì mattina. Tragedia, all'alba del Primo Maggio, in una modesta abitazione di Baveno, sul Lago Maggiore: una giovane sposa, madre di due bimbi, ha ucciso il marito con una fucilata alla testa mentre l'uomo dormiva. Poi, la donna è uscita, è corsa a un telefono ed ha chiamato i carabinieri di Stresa: € Venite ad arrestarmi. Sono una assassina! ». L'autrice del delitto si chiama Fortunata Lo Schiavo ed ha 28 anni. E' nata a Vibo Valentia (Catanzaro); cinque anni fa era occupata come infermiera all'ospedale di Borgomanero, quando vi veniva ricoverato per un incidente lo scalpellino Ottavio Perazzi, 36 anni, da Baveno. I due simpatizzano, si fidanzano e celebrano le nozze un anno più tardi. Subito dopo cominciano 1, primi screzi: l'uomo, di carattere violento, è portato a bere ed a fare le ore piccole nelle osterie. Nasce un bimbo (che ha ora due anni e mezzo) e di cui si,occupano da tempo i parenti di lui; poi ne nasce un secondo che conta adesso diciotto mesi. La situazione — col passare del tempo — non migliora affatto: il marito è sempre litigioso, intollerante, aggressivo. Alza la voce spesso, e volentieri le mani; se la prende anche con i bambini; la vita familiare è un inferno. « Lo sapevo che sarebbe finita male », ha detto ieri la donna. < Avevo pensato di andarmene più volte, ma lui mi minacciava di morte se l'avessi fatto... ». Sabato alle 2,30 l'uomo rientra a casa ubriaco e aggressivo. Al rimproveri della moglie risponde urlando, bestemmiando, poi la picchia. Se la prende anche con. il bimbo più piccolo che, risvegliatosi, si è messo a piangere nella culla. La donna lo lascia in cucina e sale nella camera da letto; l'uomo la segue con il fucile da caccia tra le mani, un'arma calibro 12. Lo carica, e dopo avere detto alla moglie che l'userà per ucciderla al mattino, si butta sul letto minacciando ancora, finché si assopisce. Fortunata Lo Schiavo, invece, è rimasta sveglia. Appena s'accorge che il marito si è addormentato, scivola fuori dalle coperte, imbraccia il fucile rimasto appoggiato al letto dalla parte dell'uomo, glielo punta ad una tempia e spara. Appena vede il sangue allargarsi sul cuscino, afferra il bimbo e lo porta in cucina; si riveste ed esce; corre a casa della cognata e le consegna il bambino: <Bo ucciso tuo fratello, non ne potevo più », le dice, e si allontana per andare a telefonare ai carabinieri e ad annunciare il delitto. Correndo, arriva alla stazione ferroviaria di Baveno e chiede al funzionario di servizio il permesso di una telefonata urgente, « per una disgrazia ». Avuta la comunicazione, invita i carabinieri a venire a prelevarla. Mentre alcuni militi vanno a constatare il fatto (il Perazzi giace in una pozza di sangue, con il cranio sfracellato dalla « rosa > dei pallini, la donna viene portata in caserma e interrogata. €Non ne poteva più — dice al maresciallo. — Era stufa di fare la schiava, di essere ihi ,picchiata, insultata; di ve dere maltrattati anche i bambini... Sapevo che un giorno o l'altro sarebbe accaduto. Quando l'ho visto assopito, ho preso l'arma, decisa a farla finita, e sono contenta di averlo fatto... ». Nessun rimorso e non una parola di pietà. Nessuna lacrima, 'neppure al pensièro dei due bimbi rimasti soli X*Li tratteranno bene le.mie cognate », dirà più tardi), tanto è l'odio che si è accumulato nell'animo della donna. E nessuna lacrima neppure al momento dell'ingresso nelle carceri di Verbania dove la giovane è ora a disposizione della Procura della Repubblica in attesa del processo a suo carico per omicidio volontario. Una parola anche per la vittima, ed è per sottolineare quale tragico destino pesi sulla sua famiglia: lo scorso dicembre un suo fratello si tolse la vita in Spagna, un altro fratello alcuni anni fa morì in un incidente sul lavoro. La sorella dello scalpellino ucciso, Angela Perazzi, abita in un lindo appartamentino nel quartiere Fanfani di Baveno e ci ha confermato che suo fratello era un prepotente, e che la cognata deve aver compiuto il delit- to perché esacerbata e psichicamente distrutta dalle tribolazioni e dai maltrattamenti inflittile dal marito. « Anche se ha ucciso mio fratello — ha detto la donna — non mi sento di condannare Fortunata. Ne ha passate troppe, e deve aver perso la ragione ». Ieri mattina il delitto è stato ricostruito nella tragica stanza da letto dopo un sopralluogo del Procuratore della Repubblica dott. An-, tonio Morando, del capitano dei carabinieri Naldone e del brigadiere della squadra giudiziaria Simonetta. E' stata data l'autorizzazione per la consegna della salma ai familiari ed il funerale si svolge oggi pomeriggio.

Persone citate: Angela Perazzi, Correndo, Lo Schiavo, Ottavio Perazzi, Perazzi